Di Redazione.
Ed alla fine vissero tutti felici e contenti. Il Lecce ed il Cagliari finalmente sono stati capaci quest'oggi di trovare l'accordo per accontentare il tecnico Giampiero Ventura, che aveva deciso, pur sotto contratto sino al giugno del 1999 con il club pugliese, di lasciare la squadra che aveva guidato verso due promozioni consecutive. Liberato dal vincolo con il Lecce, Ventura potrà allenare il Cagliari, che in serata, dopo una giornata di convulse trattative ad Assago, ha pagato il "dazio" di un trasferimento combattuto per quindici giorni. Cellino, rimasto sull'isola, ha accettato di acquistare dal Lecce il difensore Matteo Centurioni (ventitré anni) ed il centrocampista Gianni Cavezzi (ventotto anni), per un esborso complessivo di novecento milioni di lire. La società giallorossa ha di fatto scelto la stessa soluzione attuata dal Pescara nel momento in cui ha dato via libera al tecnico Delio Rossi, "pagato" dalla Salernitana con i milletrecento milioni versati agli abruzzesi per l'attaccante Renato Greco (ventotto anni). Alle ore diciotto e trenta la complessa operazione ha rischiato di infrangersi contro il cavillo creato da Centurioni, che telefonicamente chiedeva al Cagliari anche il pagamento dell'appartamento. Un altro ostacolo si poneva tra Ventura e la formazione sarda, ma il Lecce lo superava praticamente accollandosi la differenza che divideva il giocatore da Cellino. Cosi, l'amministratore delegato del Lecce Fenucci e il direttore sportivo del Cagliari Cannella (che già oggi chiuderà per il libero Zanoncelli e per il portiere Franzone) correvano nell'ufficio della Lega e depositavano gli ultimi due contratti della serata. Contestualmente Moroni firmava la rescissione dell'impegno con il tecnico ligure ed il contratto del nuovo tecnico Cesare Prandelli. Laconico il commento di Moroni: "Abbiamo trovato una soluzione gradita al Lecce. Ormai avevamo pronto il dossier da inoltrare al collegio arbitrale per richiedere la risoluzione del contratto con Ventura per sua inadempienza". Meno morbide, ovviamente, risultavano le dichiarazioni di Ventura, rintracciato telefonicamente a Genova. "E' stata una sorpresa, ormai non mi aspettavo che il Lecce risolvesse il mio contratto. Quanto ho sofferto in questo periodo, solo perché ho avuto il coraggio di far aprire gli occhi a chi, forse, non si rendeva conto del ritardo e delle divergenze sui programmi di rafforzamento dell'organico. Sappiano i tifosi che, già cinque mesi prima della conclusione del torneo, il Lecce aveva ormai perso diversi svincolati: e che, nonostante le mie suppliche, il presidente Moroni mi ha sempre invitato ad attendere giugno per poter operare accanto a Pavone. Mi sono trovato costretto a mettere per iscritto quelle dimissioni che altri avevano voluto annunciare con un comunicato. Perché io, sin a quel momento, mai avevo chiesto di dimettermi dall'incarico". Dopo le accuse ricevute nei giorni scorsi, il futuro allenatore del Cagliari è un vulcano in eruzione. "La società ha reagito, investendo miliardi sul mercato. Ora i tifosi hanno un Lecce più forte, per colpa mia! Sarò scarso sul campo, ma qualcuno deve sciacquarsi la bocca prima di esprimere giudizi sull'uomo Ventura. Solo il pomeriggio di sabato 21 giugno ho ricevuto la telefonata del direttore sportivo cagliaritano Cannella, che mi offriva la panchina del Cagliari in caso di mio disimpegno dal Lecce. E con lo stesso ingaggio, novecentocinquanta milioni per due anni, assicuratomi dal Lecce. Nella vita, prima o poi, ci si incontra e qualcuno dovrà guardarmi negli occhi. Ora basta, datemi due giorni per disintossicarmi: poi regalerò il mio entusiasmo al Cagliari ed ai suoi tifosi".
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