mercoledì 8 maggio 2019

UDIENZA D'APPELLO SUGLI ASSALTI AI PORTAVALORI IN SARDEGNA (08/05/2019)

Di Redazione.

La conferma della sentenza di primo grado emessa in abbreviato il 21 novembre del 2017 è stata chiesta dal sostituto procuratore generale Gian Carlo Moi ai giudici della Corte d’Appello per i cinque imputati di una serie di rapine a portavalori organizzate per l’accusa dalla banda che faceva capo all’ex vicesindaco di Villagrande Strisaili Giovanni Olianas tra il 2013 e il 2015. Chiusa la requisitoria, il magistrato ha chiesto la condanna a diciassette anni per Salvatore "Toreddu" Sanna (quarantuno anni) di Orune, sette anni per Vittorio Fogu (quarantasette anni) di Orune e Pietro Mereu (quarantotto anni) di Nuoro, cinque anni e quattro mesi per Giovanni Francesco Bussu (sessantaquattro anni) di Thiesi e quattro anni e quattro mesi a Francesco Fabrizio Crisponi (trentanove anni) di Nuoro. Per Crisponi e Bussu però i difensori Angelo Merlini, Mauro Bonu e Carlo Castronovo hanno chiesto il cosiddetto patteggiamento in appello, che prevede uno sconto sulla pena senza passare per la discussione in udienza: se la Corte accoglierà le istanze Crisponi dovrebbe cavarsela con quattro anni di reclusione e Bussu con quattro anni e otto mesi. Se andrà così si saprà alla lettura del dispositivo. Dopo l’accusa hanno parlato i difensori: l’avvocata Margherita Baragliu ha proposto alla Corte presieduta da Claudio Gatti in favore di Fogu alcuni dati informatici che non sono stati utilizzati nel giudizio di primo grado. Fra l’altro il legale ha sostenuto che per il tentativo di rapina del 23 febbraio 2015 Fogu non ha partecipato ad alcun atto preparatorio e non può aver svolto il ruolo di vedetta visto che le intercettazioni ambientali lo collocano all'interno di un ovile di Florinas per tutto il pomeriggio. L’avvocata Beatrice Goddi ha contestato la sentenza di primo grado soprattutto sotto il profilo del riconoscimento della partecipazione di Mereu all’associazione a delinquere, considerato che - ha detto - la presenza nell’indagine è circoscritta in un arco temporale limitato e che Mereu non ha mai partecipato ai summit della banda. Inoltre per il difensore Mereu non aveva rapporti e contatti con gli altri presunti partecipanti all’associazione. Salvatore Sanna, difeso da Rinaldo Lai e Pietro Mereu hanno reso dichiarazioni difensive spontanee. 

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