E' arrivato il giorno dell'estremo saluto di Milano a Giacinto Facchetti. Alle quattordici e quarantacinque si sono celebrati, nella Basilica di Sant'Ambrogio, i funerali dell'ex capitano dell'Inter e della Nazionale italiana. In mattinata è stata aperta la camera ardente allestita di fianco alla Basilica. Centinaia di persone, in fila ordinata e silenziosa, hanno reso omaggio al "terzino gentiluomo". Tanti i tifosi ma soprattutto gente comune: sfilano persone di tutte le età, molti anziani, testimoni in prima persona delle imprese sportive di Facchetti. Attorno al feretro vi sono i familiari di Facchetti e due sue foto. Sulla bara sono appoggiate una maglia dell'Inter e una della Nazionale italiana, a ricordare le sue due uniche squadre. Molti tifosi hanno poi deposto sciarpe e scritto frasi di commiato all'ingresso della cappella. Tra i primi a dare l'ultimo addio al campione, l'ex ct della Nazionale italiana Cesare Maldini e il senatore del Pdci, Armando Cossuta, che lo ha ricordato così: «Da molti anni mi telefonava sempre il giorno del mio compleanno per farmi gli auguri. È triste ma è morto quest'anno è morto proprio mentre li compivo. Di lui mi mancherà la gentilezza e l'onestà, cose sempre più rare». Davanti alla basilica di Sant'Ambrogio è stato anche issato uno striscione con la scritta «Grazie Facchetti per aver onorato l'Inter e tutti noi»: sono le parole scritte dal patron nerazzurro Massimo Moratti nella lettera d'addio al capitano-Presidente.
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