Tragico epilogo per una festa di nozze a Bitti, nel Nuorese. Uno degli invitati è morto e un altro è stato ferito gravemente in seguito a un agguato avvenuto presso il parcheggio dell'Hotel Su Littu, dove si stava svolgendo il banchetto nuziale, nella notte di domenica. Vittime dell'assalto due giovani di Orune, Pasquale Monni, ventotto anni, e Francesco Pala, coetaneo, lontani parenti della coppia di sposi. Mentre i due stavano lasciando all'interno di una Bmw il luogo dei festeggiamenti, sono stati oggetto di colpi di fucile. Pasquale Monni è stato freddato, mentre Francesco Pala, seppur raggiunto da almeno tre colpi, è sopravvissuto ed è stato trasportato da un'ambulanza del 118 all'ospedale di Nuoro, dove è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. Le fucilate, probabilmente sparate da una sola persona, sono state sentite anche dagli invitati alla festa di matrimonio. Monni partecipava allo stesso in quanto la sorella era moglie di un fratello dello sposo. Le indagini furono condotte dai carabinieri della compagnia di Bitti e del reparto operativo del comando provinciale di Nuoro. Monni aveva tentato di sfuggire alle spietate logiche della faida lasciando Orune ed i suoi pascoli. Ma poi aveva preferito tornare nel paese d'origine, assieme ai fratelli con i quali aveva condiviso l'esperienza da emigrato nelle terre della Penisola facendo i conti con l'incontenibile odio che alimenta una storica catena di sangue.
Il 6 aprile del 2016 emersero in un aula di tribunale novità su questo omicidio:
Non solo le indagini sull’omicidio di Cisco Chessa: l’udienza, in corte d’assise, fa emergere particolari finora sconosciuti, quantomeno ai non addetti ai lavori, di altri delitti che negli ultimi anni hanno insanguinato Orune e che finora non hanno ancora trovato un colpevole. Nel corso della deposizione del luogotenente Piero Fancellu, infatti, il teste fa anche riferimento all'omicidio di un altro giovane di Orune, Pasquale Monni. E lo fa quando racconta dei delitti legati alla faida ed in particolare delle mosse di Giovanni Deiana, noto Banniolu. "Era stato ucciso anche Pasquale Monni, nel 2005. Nella tasca della sua giacca gli avevamo trovato annotata la targa di una macchina. Abbiamo controllato, ovviamente, a cosa corrispondeva quella targa: corrispondeva alla targa della Bmw di Ivo Carta. Cosa voleva dire questo? I due si conoscevano, ma questa annotazione lascia capire che evidentemente Pasquale forse si sentiva seguito, o comunque teneva in considerazione quell'auto con quella targa». Ivo Carta, che in quel periodo gestiva un bar a San Teodoro, era stato ucciso l’anno dopo Pasquale Monni, nel luglio del 2006, mentre era all'interno di un bar del corso di Orune. "Lo consideravamo uno dei nuovi sicari della faida, era sfuggente e guardingo" dice di lui in aula, il luogotenente Fancellu.
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