Di Redazione.
La sera di quel giorno il cinquantunenne giornalista Mino Pecorelli fu assassinato da un sicario che gli esplose quattro colpi di pistola (uno in faccia e tre alla schiena) in via Orazio a Roma, nelle vicinanze della redazione del periodico (NELLA FOTO IN ALTO IL CORPO DI PECORELLI ALL'INTERNO DELLA SUA CITROEN CX PALLAS VERDE). I proiettili, calibro sette e sessantacinque, trovati nel suo corpo sono molto particolari, della marca Gevelot, assai rari sul mercato (anche su quello clandestino), ma dello stesso tipo di quelli che sarebbero poi stati trovati nell'arsenale della Banda della Magliana, rinvenuto nei sotterranei del Ministero della Sanità nel 1981. L'indagine, aperta all'indomani del delitto, seguì diverse direzioni, coinvolgendo nomi come CONTINUA A LEGGERE QUI
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