mercoledì 24 gennaio 2024

LA PRIMA UDIENZA PER EVASIONE FISCALE ED AUTORICICLAGGIO ATTRAVERSO IL SISTEMA DELLE COOP DEI MIGRANTI AI DANNI DI MARIE THERESE MUKAMITSINDO MICHEL RUKUNDO LILIANE MUREKATETE E GHISLAINE ADA NDONGO (24/01/2024)

Di Redazione.


Caso Karibu-Aid: è iniziato il processo per elusione fiscale a carico di suocera e moglie del deputato ex Alleanza Verdi-Sinistra Aboubakar Soumahoro Non potevano mancare le telecamere e i cronisti, fuori dal Tribunale di Latina, per la prima udienza che si è svolta stamani, davanti al giudice monocratico Simona Sergio. Il processo è quello che, contestando l’elusione/evasione fiscale, vede sul banco degli imputati la fondatrice della cooperativa Karibu, Marie Therese Mukamitsindo, i figli, Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, e Michel Rukundo, più la ex collaboratrice della coop, Ghislaine Ada Ndongo. Tranne Murekatete, erano tutti e tre presenti in aula, alla presenza degli avvocati difensori Lorenzo Borrè e Francesca Roccato, del Pubblico Ministero, Andrea D’Angeli, e degli avvocati di parte civile Giulio Mastrobattista, Atina Agresti e Michele Calleri. Presente in aula anche il segretario di Uiltucs Latina, Gianfranco Cartisano. Come noto, il destino giudiziario per altri due imputati del processo, Richard Mutangana e Christine Ndyanabo Koburangyira, sarà stabilito in primavera. Per entrambi il giudice per l’udienza preliminare Pierpaolo Bortone, lo scorso dicembre, dopo aver rinviato tutti a giudizio, ha disposto una udienza stralcio, sempre davanti al giudice Simona Sergio. I due imputati, infatti, sono al momento irreperibili e l’udienza servirà a verificare se nel frattempo siano stato raggiungi dalle notifiche. Ad essere contestati, come detto, l’evasione fiscale e i reati tributari in merito alla gestione della cooperativa e dei suoi satelliti, su tutti il Consorzio Aid e Jumbo Africa, considerata dalla magistratura un vero e proprio veicolo per far arrivare i soldi in Ruanda e altri paesi esteri. Tutti devono rispondere dei reati fiscali: dall’evasione alle fatture false.

L’udienza odierna ha visto darsi battaglia gli avvocati difensori e quelli delle parti civili sulla costituzione di quest’ultime nel processo. Il Giudice per l’udienza preliminare Bortone, con un’ordinanza di dieci pagine, aveva già accolto la costituzione di parte civile da parte dei lavoratori della cooperativa Karibu e del consorzio Aid (trenta persone in tutto) e anche quella del sindacato che difende i loro interessi, quelli di operatori non pagati o addirittura mai pagati: la Uiltucs Latina del segretario Gianfranco Cartisano. Parti civili anche i commissari liquidatori di coop Karibu, Francesco Cappello, e consorzio Aid, Jacopo Marzetti, nominati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy negli scorsi mesi. Dopo i sequestri derivanti dalla prima inchiesta, gli ispettori del ministero di Adolfo Urso hanno proposto l’adozione del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa in quanto hanno ravvisato l’ipotesi di insolvenza delle società avendo maturato debiti in particolare verso l’erario: oltre 3 milioni di euro con l’Agenzia delle Entrate. I lavoratori, invece, chiedono come parti civili 30 mila euro a testa, mentre il sindacato Uiltucs Latina ha fatto richiesta per 100mila euro. Gli avvocati difensori Borrè e Roccato hanno di nuovo eccepito, così come in udienza preliminare, sull’ammissibilità delle parti civili. La tesi è che i danni risarcibili sono sono quelli derivanti da condotta diretta, mentre, in questo caso, il reato dell’elusione fiscale derivante da fatture false non sarebbe andato a discapito dei lavoratori, bensì ed esclusivamente dell’Agenzia delle Entrate la quale, però, non si è costituita parte civile. Per la difesa la costituzione di parte civile, hanno motivato gli avvocati difensori, citando la sentenza di Cassazione numero 18481 del 2023 e la legge Cartavia, deve avere correlazione tra capo di imputazione e eventuale danno, oltreché alla contestualizzazione temporale dei fatti. In sostanza, secondo al difesa degli imputati, non c’è nesso diretto tra il fatto che le cooperative non pagavano le tasse e l’erario, e la circostanza per cui non venivano corrisposti gli stipendi ai lavoratori. Il danno morale e patrimoniale, inoltre, sarebbe solo futuribile anche per la stessa coop Karibu, ormai in liquidazione. Nessun legame, quindi, tra gli stipendi che non hanno percepito i lavoratori e le condotte contestate agli imputati che eludevano le tasse (Irap e Ires). Alla stessa maniera, per la difesa, non è legittimato neanche il sindacato che per la difesa non ha subito alcun danno. Tutto il collegio difensivo, quindi, ha chiesto al giudice Sergio di escludere dal processo le parti civili. Il Pm D’Angeli si è rimesso al giudizio del Tribunale, mentre l’avvocato di parte civile, Giulio Mastrobattista, ha considerato le eccezioni della difesa assolutamente pletoriche, poiché già dibattute in udienza preliminare: “Sentire dire che non vi è stato danno morale – ha spiegato il legale – crea l’orticaria, ma basta richiamare l’articolo 36 della Costituzione (nda: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge)”. Inoltre, secondo il legale, a cui si sono associati gli altri avvocati di parte civile, l’evasione fiscale inficiava evidentemente sul pagamento degli stipendi dei lavoratori, oltreché al fatto che il sindacato è sì legittimato perché ha assistito i lavoratori sia per questo procedimento che per l’altro che contesta truffa e frode fiscale, la cui inchiesta è stata chiusa sempre a dicembre scorso. “È grazie al sindacato Uiltucs – ha detto l’avvocato Mastrobattista – che sono nate le due inchieste”

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