lunedì 27 maggio 2024

FRAGOROSA ESPLOSIONE A MEANA SARDO:QUATTRO MORTI E DUE FERITI (11/03/1959)

Di Redazione.


Quattro persone sono morte ed altre due hanno subito gravi ferite in seguito ad un violento e misterioso scoppio avvenuto stamane al centro di Meana Sardo, in provincia di Nuoro. L'esplosione ha completamente distrutto tre case, ne ha danneggiate altre dieci, e mandato in frantumi i vetri di mezzo paese. Alle due e quindici del mattino un impressionante boato paragonabile allo scoppio di una bomba acrea, ha destato tutti gli abitanti del paese. Sono seguiti attimi di panico. Il timore che altre esplosioni si succedessero a breve distanza e l'improvvisa interruzione delta corrente elettrica, hanno paralizzato per qualche minuto uomini e donne. L'esplosione è avvenuta in Via Generale Incani una stradina stretta al centro del paese. Tra i primi a giungere sul luogo della sciagura sono stati i carabinieri ed il sindaco Ulisse Vacca. Con torce elettriche e con candele hanno illuminato una scena agghiacciante: una larga costruzione con pianterreno e piano elevato, era ridotta a un cumulo di macerie. Scomparso completamente il tetto, spariti i muri perimetrali; ampi squarci si aprivano nelle due case a fianco. Di sotto le macerie lamenti ed invocazioni di aiuto; intorno una folla pazza di terrore. Su tutto un'aria pesante di polvere ed un acre odore simile a quello della polvere da sparo. In questa atmosfera il brigadiere dei carabinieri ed i suoi uomini, il sindaco e alcuni volenterosi hanno iniziato l'opera di soccorso. Frugando in mezzo alle rovine, con le mani e le pale, hanno liberato i corpi di Antonio Francesco Urru, della moglie Francesca Casula e dei figli Salvatore, Mario e Teresa. I due genitori erano già morti; Teresa, una ragazza di vent'anni, quando l'hanno liberata da un grosso masso che le schiacciava il petto ha tentato di dire qualcosa, ha agitato le mani come per aggrapparsi ai soccorritori; l'hanno udita mormorare il nome di un santo ed invocare la mamma, poi è spirata. Salvatore, il fratello maggiore, di trentaquattro anni, ferito al capo e gravemente ustionato, respirava ancora, ma cessava di vivere nonostante le pronte cure del medico condotto dottor Jorio Meloni. Soltanto il giovane Mario, di ventiquattro anni, è sopravvissuto, ma ha riportato ferito gravi ed è ora ricoverato con prognosi riservata all'ospedale di Cagliari. Mentre le quattro salme venivano pietosamente composte nella vicina falegnameria, dalla casa a sinistra hanno fatto capolino, liberandosi dall'intrico di fili, calcinacci e travi, un uomo, Giovanni Zedda, sua moglie ed i loro sette figli. Dalla casa a destra è invece giunta una debole invocazione di soccorso. I carabinieri hanno scavato sulle macerie seguendo le indicazioni di quella voce che si andava facendo sempre più debole: dopo qualche minuto hanno liberato Antonio Puddu di vent'anni. Ieri sera Caterina Mereu, moglie di Giovanni Zedda, aveva deciso di spostare i letti dalla stanza attigua all'abitazione degli Urru in una più distante; i bimbi erano raffreddati e la camera prima occupata era troppo umida. Pure la salvezza di Antonio Puddu è quasi miracolosa. Il suo letto era sistemato proprio accanto al muro che separa la sua dall'abitazione degli Urru. L'esplosione lo ha scaraventato giù dal letto: egli si è trovato sotto il materasso, che lo ha cosi protetto dai calcinacci e dai massi che piovevano fitti. Coinvolto nell'esplosione è rimasto anche Salvatore Demuru, un contadino che abita in Via Piave, ad una cinquantina di metri dall'abitazione degli Urru. L'esplosione lo ha sollevato dal letto, proiettandolo contro il soffitto; picchiando contro una trave ha riportato una lesione alla spino dorsale. Le cause della sciagura? Si era pensato, in un primo momento, all'esplosione di una bombola di gas liquido. Ma la bombola degli Urru, stando alle testimonianze dell'unico superstite e dei fornitori, i quali avevano rifiutato il cambio della bombola non volendo più fare credito, era vuota da una settimana. Si è fatta l'ipotesi che gli Urru conservassero in casa una forte carica di tritolo. Rimane un mistero come l'esplosivo abbia potuto infiammarsi ed esplodere.


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