venerdì 27 settembre 2024

IL GIUDIZIO DI PARIFICA DEL BILANCIO REGIONALE SARDO DELLE SEZIONI RIUNITE DELLA CORTE DEI CONTI (27/09/2024)

Di Redazione.


Rendiconto 2023 conforme e regolare. Questo il giudizio dei giudici delle Sezioni riunite della Corte dei Conti in udienza pubblica questa mattina per analizzare il Bilancio della Regione Sardegna. In Aula erano presenti l'assessore del Bilancio, Giuseppe Meloni e il presidente della commissione Bilancio del Consiglio regionale, Alessandro Solinas. Da parte delle magistrate relatrici Cristina Ragucci e Lucia Marra, insieme alla procuratrice regionale Maria Elisabetta Locci, è però arrivata una forte critica sulla capacità di spendita. Certificata la chiusura dell'esercizio 2023 con un avanzo di amministrazione pari a circa tre. Ottocento milioni di euro che, al netto delle quote accantonate, vincolate e destinate, rimane di segno positivo e si attesta in circa cinquecento trenta milioni di euro. Il fondo di cassa è risultato pari a circa tremila quattrocento trenta milioni di euro e la gestione di competenza presenta un avanzo pari a circa mille settecento settanta milioni di euro. Il Fondo pluriennale vincolato è di mille duecento milioni di euro circa in entrata, ed in mille ottanta milioni di euro di spesa. Questi risultati sono in netta crescita rispetto al 2022, ma per la Corte dei Conti devono essere considerati insieme al "peggioramento percentuale di riscossioni e pagamenti". Infatti, le troppe risorse in cassa evidenziano scarsa capacità di spesa e di programmazione: "La Regione non ha opportunamente investito le risorse a disposizione e non ha assicurato i correlati servizi" ha detto la procuratrice Locci. La Giunta Solinas nel 2023 non ha nemmeno completato il processo di riorganizzazione, con la semplificazione di norme e procedure. A mancare è stata "una visione di governo integrata, che parta dalla lettura delle dinamiche del territorio nella loro complessità e individui percorsi di sviluppo che tengano conto delle interrelazioni ambientali, sociali, economiche e istituzionali". Infine, male il frequente ricorso all'esercizio provvisorio, "ipotesi prevista dall'ordinamento in casi eccezionali che per l'amministrazione regionale sta diventando la regola".

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