giovedì 26 settembre 2024

IL GOL E' TUTTO (27/02/2017)

Di Redazione.


Per gli italiani, il Mondiale del ‘90 inizia ufficialmente il 9 giugno, al settantottesimo minuto di Italia-Austria. Salvatore Schillaci, ultimo convocato, scende in campo e in quattro minuti segna il gol della vittoria. Iniziano allora le notti magiche, i girotondi di clacson, lo sventolio di bandiere e l’inno a Totò gol, in una vertigine che sembra non finire mai. I suoi occhi spiritati fanno il giro del mondo, sono gli occhi di chi per essere lì ha preso a morsi il destino. Solo così un bambino nato al Cep poteva salvarsi. Il quartiere popolare di Palermo è un posto dove i ragazzini si scambiano droga come altrove le figurine e rischi la vita anche per una partita in cortile. Se non hai un sogno a proteggerti, soccombi. Quel sogno per Totò è il pallone. Sono le mille lire che zu Paluzzo gli paga per ogni rete segnata, perché il gol è tutto. Che il successo non fosse scontato lo dimostra la parabola di suo cugino Maurizio Schillaci, anche lui calciatore, secondo Zeman «un grande talento, un fenomeno». Era Maurizio in famiglia «il fuoriclasse». Prima che un infortunio e la droga lo facessero precipitare nell’abisso, e vivere come un senzatetto. C’è tutto questo negli occhi euforici e spalancati sul mondo di Totò, insieme alla rivincita sui pregiudizi che lui da siciliano ha subito a lungo. Persino il grande Trapattoni all’indomani della strage di Capaci l’aveva accolto con un tagliente: «Avete ucciso anche Falcone».  Racconta tutto adesso, Totò. Le sue origini, il suo carattere focoso, la passione per le donne e il sesso, che lo ha messo spesso nei guai, gli alti e bassi di una straordinaria carriera.

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