Di Redazione.
José Mourinho aveva iniziato la sua avventura italiana rilasciando dichiarazioni di elogio e stima verso la classe arbitrale. Sembrava l’inizio di una lunga luna di miele che invece, dopo i primi sei mesi di coesistenza nello stesso campionato dello Special One e della “squadra” di Collina, è già finita.
Lo ha fatto capire il portoghese in persona, sabato sera al Via del Mare. «Da un mese stanno accadendo episodi strani. Tutto ciò è troppo e non posso più stare zitto altrimenti la mia squadra potrebbe pensare che ho paura, che non sono un vero leader» l’incipit. Poi, dimenticando gli errori pro Inter che ci sono stati, via con la lista dei torti. La squalifica per tre giornate di Adriano in Inter-Sampdoria dopo la prova tv, il rosso a Muntari in Catania- Inter, il rigore non concesso in Inter-Torino, quello negato sabato in Lecce- Inter con tanto di ammonizione a Ibrahimovic: un mini dossier che avrà rovinato la cena a Collina, chiamato in causa complice la direzione di Tagliavento di Terni che comunque ieri, imbarcatosi sullo stesso aereo diretto a Roma con alcuni giornalisti, continuava ad essere convinto della correttezza di molte delle decisioni da lui prese. A Inter Channel “Mou” ha rafforzato il concetto: « E’ la storia di sempre. Quando succedono episodi a noi sfavorevoli nessuno dice niente e va tutto bene. Allora parlo io... » .
E pensare che negli scorsi mesi l’ex allenatore del Chelsea non aveva perso l’occasione per lodare la direzione di De Marco nella finale di Supercoppa, quella di Farina in Torino-Inter o l’intera classe. «Credo che in Italia ci sia un livello professionale degli arbitri molto, molto alto, con un grande capo degli arbitri. Lavorano tanto per migliorare e siamo in buone mani » sottolineò il 3 novembre per poi aggiungere una ventina di giorni più tardi: « Gli arbitri italiani non sono inferiori a quelli inglesi ». Da allora sono passati appena 3 mesi e invece sembra trascorsa un’eternità. E se Mourinho ha ammesso di non sentire la pressione, dopo l’attacco di sabato vedremo come si comporterà l’arbitro del derby (tra i papabili Rizzoli, Rocchi e Rosetti). Ma forse non è un caso che Mou abbia parlato proprio a una settimana di distanza dal match con il Milan, come la Juventus in passato accusato di essere stato aiutato dalle decisioni dei direttori di gara...
Nella sua carriera il tecnico di Setubal non ha mai avuto paura ad attaccare gli arbitri ( anzi, le parole « Hai paura? » le ha rivolte durante la gara con la Samp a Celi che lo ha espulso). Lo aveva fatto capire in Portogallo e lo ha confermato in Inghilterra. Dura soprattutto la sua prima stagione oltre Manica (200405) con critiche feroci a Neale Barry per un colloquio con Ferguson nell’intervallo di Chelsea-Manchester di Carling Cup e ad Anders Frisk dopo Barcellona-Chelsea di Champions League (accusato di aver parlato con Rijkaard nel suo spogliatoio; due turni di squalifica dall’Uefa). Più un’espulsione per un gestaccio ai tifosi del Liverpool nella finale di Carling Cup. Anche nelle annate successive, però, si è “beccato” con Graham Poll per l’arbitraggio in Tottenham- Chelsea 2-1 (2006-2007), con Markus Merk per la direzione nella semifinale d’andata di Champions contro il Liverpool (2006-07) e con Mike Riley, apostrofato duramente in FA Cup contro il Tottenham (2006-2007). In Italia finora i suoi bersagli sono stati Morganti, Celi, Rocchi, Bergonzi e Tagliavento. Chi sarà il prossimo?
«In Italia c’è un livello molto alto», aveva detto appena tre mesi fa. Poi lo “scontro” con Celi e le polemiche di Lecce Quando era al Chelsea ha rivolto critiche molto feroci ai direttori di gara e l’Uefa lo squalificò per le accuse a Frisk.
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