giovedì 26 settembre 2024

MOURINHO E GLI ARBITRI NON C'E' FEELING (09/02/2009)

Di Redazione.

José Mourinho aveva iniziato la sua avventura italiana rilasciando di­chiarazioni di elogio e stima verso la clas­se arbitrale. Sembrava l’inizio di una lun­ga luna di miele che invece, dopo i primi sei mesi di coesistenza nello stesso campionato dello Special One e della “squa­dra” di Collina, è già finita.

Lo ha fatto capire il porto­ghese in persona, sabato sera al Via del Mare. «Da un mese stan­no accadendo episodi stra­ni. Tutto ciò è troppo e non posso più stare zitto altrimenti la mia squadra potrebbe pensare che ho paura, che non sono un vero leader» l’incipit. Poi, dimenticando gli errori pro Inter che ci sono stati, via con la lista dei torti. La squalifica per tre giornate di Adriano in Inter-Sampdoria dopo la prova tv, il ros­so a Muntari in Catania- Inter, il rigore non concesso in Inter-Torino, quello ne­gato sabato in Lecce- Inter con tanto di ammonizione a Ibrahimovic: un mini dos­sier che avrà rovinato la cena a Collina, chiamato in causa complice la direzione di Tagliavento di Terni che comunque ie­ri, imbarcatosi sullo stesso aereo diretto a Roma con alcuni giornalisti, continua­va ad essere convinto della correttezza di molte delle decisioni da lui prese. A In­ter Channel “Mou” ha raf­forzato il concetto: « E’ la storia di sempre. Quando succedono episodi a noi sfavorevoli nessuno dice niente e va tutto bene. Allo­ra parlo io... » . 

E pensare che negli scorsi mesi l’ex allenatore del Chelsea non ave­va perso l’occasione per lodare la dire­zione di De Marco nella finale di Super­coppa, quella di Farina in Torino-Inter o l’intera classe. «Credo che in Italia ci sia un livello professionale degli arbitri mol­to, molto alto, con un grande capo degli arbitri. Lavorano tanto per migliorare e siamo in buone mani » sottolineò il 3 no­vembre per poi aggiungere una ventina di giorni più tardi: « Gli arbitri italiani non sono inferiori a quelli inglesi ». Da al­lora sono passati appena 3 mesi e invece sembra trascorsa un’eternità. E se Mou­rinho ha ammesso di non sentire la pres­sione, dopo l’attacco di sa­bato vedremo come si com­porterà l’arbitro del derby (tra i papabili Rizzoli, Roc­chi e Rosetti). Ma forse non è un caso che Mou abbia parlato proprio a una setti­mana di distanza dal match con il Milan, come la Ju­ventus in passato accusato di essere stato aiutato dalle decisioni dei direttori di gara... 

Nella sua carriera il tecnico di Setubal non ha mai avuto paura ad at­taccare gli arbitri ( anzi, le parole « Hai paura? » le ha rivolte durante la gara con la Samp a Celi che lo ha espulso). Lo ave­va fatto capire in Portogallo e lo ha con­fermato in Inghilterra. Dura soprattutto la sua prima stagione oltre Manica (2004­05) con critiche feroci a Neale Barry per un colloquio con Ferguson nell’interval­lo di Chelsea-Manchester di Carling Cup e ad Anders Frisk dopo Barcellona-Chel­sea di Champions League (accusato di aver parlato con Rijkaard nel suo spoglia­toio; due turni di squalifica dall’Uefa). Più un’espulsio­ne per un gestaccio ai tifo­si del Liverpool nella fina­le di Carling Cup. Anche nelle annate successive, però, si è “beccato” con Graham Poll per l’arbitrag­gio in Tottenham- Chelsea 2-1 (2006-2007), con Markus Merk per la direzione nella semifinale d’andata di Champions contro il Liverpo­ol (2006-07) e con Mike Riley, apostrofa­to duramente in FA Cup contro il Totten­ham (2006-2007). In Italia finora i suoi ber­sagli sono stati Morganti, Celi, Rocchi, Bergonzi e Tagliavento. Chi sarà il prossimo? 

«In Italia c’è un livello molto alto», aveva detto appena tre mesi fa. Poi lo “scontro” con Celi e le polemiche di Lecce Quando era al Chelsea ha rivolto critiche molto feroci ai direttori di gara e l’Uefa lo squalificò per le accuse a Frisk.

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