Di Redazione.
Ci sono voluti cinque scatti a tutta di Pogacar: cinquantasei, quaranta, trentasei, ventinove e diciotto chilometri dal traguardo per andare via e vincere il Giro delle Fiandre. Tadej Pogacar (NELLA FOTO IN ALTO) sembrava avere la sindrome del Poggio, quella dei tanti scatti che svuotano le gambe e poi butti via la corsa – se così si può dire. Sull’Oude Kwaremont Pogacar ha lasciato tutti quanti, compreso quello che sembrava il predestinato, van der Poel che era partito per conquistare il record assoluto delle quattro vittorie alla Ronde. Niente da fare, almeno per quest’anno. Un vantaggio in aumento e con poche speranze, poi il colpo di grazia del Paterberg. E giochi finiti. Pogacar ha demolito van der Poel a furia di scatti e di fatica, quella che era mancata alla Milano Sanremo. È risorto anche Van Aert, consistente come sperava. A sufficienza per recuperare la figura rimediata qualche giorno fa.
ORDINE D'ARRIVO
1)Pogacar
2)Pedersen 1.01
3)Van der Poel 1.01
4)Van Aert 1.01
5)Stuyven 1.04
6)Benoot 1.04
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