Di Giampaolo Carboni.
«Sembra un terremoto». Gli occhi di Gianni Murineddu, sindaco di Benetutti da quasi 5 anni, sono fissi su quella casa. Il luogo di tante belle serate tra amici, ora non c’è più. Sbriciolata in mille pezzi, ridotta a un ammasso informe di detriti da una bombola del gas usata come ordigno rudimentale ma dalla efficacia devastante. Il casolare apparteneva a suo padre che, nelle campagne de “Su fossu ’e sas ranas”, vicino alla vecchia strada cantoniera, aveva un oliveto.
Quando le persone iniziano ad arrivare sul posto, l’odore del gas è praticamente scomparso, ma i suoi effetti lasciano poco spazio all’immaginazione: il cumulo di macerie si vede sin dalla stradina in terra battuta. La voce si sparge in paese in un attimo ed è un via vai di automobili con parenti, amici, amministratori comunali. Tutti a dare conforto e solidarietà. Poche parole, perché è difficile dire cosa si prova in questi momenti, strette di mano, pacche sulle spalle. Tra le macerie i carabinieri di Bono, di Benetutti e gli artificieri del comando provinciale di Sassari scattano fotografie e fanno i rilievi di rito. Difficile, “a caldo” avere risultati definitivi.
Probabilmente l’esplosione è dovuta a una bombola trovata all’esterno del casolare, che gli attentatori avrebbero collegato alla canna fumaria con un tubo. Da lì il gas è penetrato dentro l’abitazione, ha saturato l’aria e poi c’è stata la deflagrazione. Resta ancora, però, da capire come sia stata innescata la scintilla: se con una miccia rudimentale o altro. Un congegno “low cost” ma comunque ingegnoso, quasi come se fosse tempo di crisi anche per i bombaroli: il tritolo o la dinamite sono troppo costosi e rischiosi, così ci si arrangia come si può. Una bombola del gas è facile da trovare e ha effetti, se è possibile, più distruttivi di un ordigno vero e proprio. Unica cosa sicura è il giorno dell’attentato, che risalirebbe alla notte tra sabato e domenica. Molti in paese hanno raccontato di essere stati svegliati intorno alle 3 di notte da un rumore sordo, pensavano fosse un petardo natalizio più rumoroso degli altri. A dare l’allarme ci ha pensato un vicino che ieri mattina si trovava in campagna a dar da mangiare ai suoi animali e si è accorto di quanto era successo.
Su possibili cause o moventi nessuno si sbilancia. Gianni Murineddu, 36 anni, ingegnere, eletto con una lista civica di centrosinistra, non ha mai ricevuto sino ad ora minacce concrete, né tantomeno subìto atti intimidatori, ma è innegabile che il clima politico e sociale in paese, con le elezioni comunali alle porte, sia incandescente. Da mesi volantini anonimi, sparsi per le vie “fanno le pulci” all’amministrazione comunale. Nessuna minaccia comunque, ma allusioni politiche, accuse di «cattiva amministrazione» e offese pesanti. Sul fronte sociale, da agosto a oggi, si è assistito invece a una escalation di atti intimidatori con l’abbattimento di greggi, cavalli e ultimo in ordine di tempo, quattro giorni fa, la rapina in casa ai danni di una donna di 65 anni, legata e imbavagliata per appena 200 euro.
Attestati di solidarietà al sindaco di Benetutti sono arrivati dalla Regione Sardegna con le dichiarazioni di vicinanza e condanna dell’attentato da parte del consigliere Daniele Cocco e di tutto il consiglio regionale. Mentre stasera, alle 19, nel consiglio comunale straordinario aperto a tutta la popolazione di Benetutti, è prevista anche la presenza del vicepresidente della Provincia di Sassari, Roberto Desini.
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