Di Redazione.
L' Inter ha perso la pazienza. E ha scritto due lettere: la prima indirizzata al commissario straordinario della Figc, Pancalli; la seconda al responsabile dell' Ufficio Indagini, Borrelli. Lo scopo è quello di segnalare l' insistenza con la quale, soprattutto negli ultimi tempi, non pochi tesserati, anche di altissimo livello, hanno sottolineato l' illegittimità dello scudetto assegnato a tavolino il 26 luglio. L' Inter non ha fatto riferimenti specifici, ma la presa di posizione che ha irritato la società nerazzurra ha coinciso con le parole pronunciate a sorpresa lunedì scorso da Piero Sandulli, il professore che ha presieduto la Corte federale durante il processo d' appello di Calciopoli. A Telelombardia, aveva detto: «Credo che la decisione migliore fosse quella di non assegnare lo scudetto. E lo dico a titolo personale». Una presa di posizione ad arbitrati in corso non è il massimo della correttezza da parte di uno dei più alti esponenti della magistratura sportiva. Ed è difficile pensare che chi ha presieduto la Corte federale abbia potuto parlare soltanto a titolo personale. Così come appare quantomeno anomala la scelta di un tesserato della Figc che critica altri tesserati. Un precedente non incoraggiante. La società nerazzurra ha trovato inopportuni i modi, il mezzo e i tempi di questo (e di altri) giudizio e ha deciso di segnalarlo. Della questione Pancalli ha già parlato con il presidente della Corte Federale, Pasquale De Lise. Scontato che il commissario della Figc non abbia trovato eleganti le parole di Sandulli. Ieri Borrelli ha interrogato Christian Vieri, sulla questione del pedinamento operato dall' Inter nel 2000. Un' audizione rapidissima; si va verso l' archiviazione, ma l' avvocato dell' attaccante, Danilo Buongiorno, ha chiarito che si batterà per andare avanti, presentando una memoria nella quale chiede un approfondimento delle indagini.
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