mercoledì 20 luglio 2011

IL GANCIO DESTRO DI WENDI IN SOCCORSO DEL VECCHIO SQUALO (20/07/2011)

Di Redazione.

Le scena madre è della moglie in rosa, che vola a sinistra e tira un destro all'intruso. Il più presente sulla scena è il figlio con la cravatta turchese, giovane uomo di televisione consapevole d'essere in televisione. Ma il protagonista è lui, il patriarca: finisce con la camicia bianca, visto che ha perso la giacca, macchiata in combattimento. Un vecchio Humphrey Bogart dei media, capace di prendersi titoli di testa e titoli di coda. Non ha vinto, Rupert Murdoch: perché, dopo quello che hanno combinato i suoi giornali, non poteva vincere. In un'interminabile audizione, davanti a una commissione della Camera dei Comuni, ha ammesso che qualcuno dei suoi ha pagato la polizia, s'è infilato nelle segreterie telefoniche di povere vittime. Si è scusato e vergognato, saccheggiando il vocabolario in cerca di termini adeguati ( sorry , apologies , regret , frustration , shocked , appalled , ashamed , sickened , angry ). Si è piegato, e a una certa età non è facile. Si è rialzato, e non è semplice neppure quello.   C'era tensione teatrale nel pomeriggio d'estate, mentre il multimiliardario rischiava molto, se non tutto, davanti a una commissione parlamentare, nel paese dei grandi attori. «This is the most humble day of my life», questo è il giorno più umiliante della mia vita. Rupert Murdoch, interrompendo il figlio, ha indicato subito la trama dello spettacolo che stava per cominciare. Una tragedia umana, giornalistica e societaria: Shakespeare avrebbe potuto cavarci qualcosa. È difficile provare tenerezza per l'uomo che chiamano «lo squalo». Ma vederlo chiuso per ore nell'acquario ostile della Culture, media and sport select committee della House of Commons faceva impressione. Tanti contro uno. Perché il figlio James - più agile, più giovane, meglio informato - non appariva altrettanto drammatico. Aveva lo sguardo e il tono di chi sa di avere, comunque, una vita professionale davanti. Rupert no. Rupert recitava per la vita.  Lunghe pause prima di rispondere. Udito debole e mani macchiate battute sul tavolo. Un'evidente fatica nel rincorrere ricordi e dettagli: gli azionisti di News Corporation, mega azienda di famiglia, non saranno contenti. Impacciato, all'inizio: un australiano rude che s'adatta alle regole dell'impero elegante. Le domande dettagliate giravano intorno a una questione: come potevano non sapere, i grandi capi di News Corporation e News International, se dalle loro società uscivano grosse somme per pagamenti, transazioni, spese legali in soccorso di dipendenti responsabili di spionaggio giornalistico?   A un certo punto i due Murdoch si sono sentiti accusare di «willful blindness», la cecità volontaria per cui sono stati condannati i vertici di Enron, in America: i responsabili non vedono perché non vogliono vedere. Ma Rupert non ha mai mollato: mi dispiace, ma non sapevo. «News of the World rappresenta l'uno per cento del mio business», ha detto gettando altra terra sul domenicale già chiuso e sepolto. «Abbiamo rotto il patto di fiducia coi nostri lettori», ha tagliato corto, in attesa di tagliare - se ne avrà la forza - una lunga fila di teste. James è apparso articolato, rispettoso, controllato. Capelli corti, fisico robusto e occhialini: un marine intellettuale, pronto alla battaglia. Rupert Murdoch ha invece esordito con monosillabi e frasi singole. Emozione o tattica: impossibile dirlo. Poi ha preso il ritmo. Spostando lo sguardo sui suoi accusatori, uno dopo l'altro, l'anziano australiano non sembrava più uno squalo, ma una vecchia lucertola invecchiata dal sole, capace ancora di qualche guizzo. «Perché entrava dal retro di Downing Street per andare a trovare David Cameron?», gli hanno domandato. «Perché me lo chiedeva. Facevo lo stesso con Gordon Brown».     La linea difensiva è apparsa chiara: mi dispiace e mi vergogno, ma non sapevo. Nella stanchezza della voce, nella lentezza dei gesti, traspariva la determinazione di un uomo anziano che ha visto molto, e non tutto gli è piaciuto. «Responsabile del fiasco? No. Responsabili sono le persone di cui mi fidavo». «Questo Paese trae benefici da una stampa competitiva che rende una società trasparente, e questo talvolta può essere scomodo per qualcuno». «I nostri rivali hanno costruito su questa isteria». Infine gli hanno domandato: mai pensato alle dimissioni? «No». Perché no? «Le persone di cui mi fidavo mi hanno deluso e tradito, e devono pagare. Ma io sono la persona migliore per arrivare in fondo a questa storia». The best person. La persona migliore. Di certo, il capo più esposto e l'attore più bravo. Perfino Rebekah Brooks - capelli rossi esplosivi, un inglese sminuzzato e televisivo, un teatro troppo moderno - è sembrata una comparsa, poco dopo, mentre ripeteva che «usare detective privati era pratica comune nei giornali inglesi». A quarant'anni, un'attrice di ieri. A ottant'anni Rupert Murdoch, fragile e duro, è atteso per un altro spettacolo. Già domani: e non sarà facile.




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