Di Redazione.
Un cancro ai polmoni ha portato via in giornata Augusto Daolio (NELLA FOTO IN ALTO). Viene difficile dedicare dei pensieri ad una persona come Augusto, lui personificava il pensiero stesso. Il pensiero è l'unica libertà che l'uomo nel suo cuore e nella sua mente possiede è alla portata di tutti: ricchi, poveri, bimbi, giovani, vecchi, belli o brutti che siano, il pensiero è un' emozione che tutti possono avere. Più si è sensibili e più si vive questa emozione.
Di lui mi colpiva la sua voce, unica e armonica, ma ciò che mi affascinava di più era il suo modo di essere se stesso. Ho la convinzione che lui abbia vissuto la sua breve vita nella maniera più intensa proprio perché l'ha vissuta non cercando di realizzarla per divenire qualcuno ma per essere sé stesso, ed essendo sé stesso è riuscito anche a far conoscere le sue doti artistiche. Amava il prossimo e chi ama il prossimo ha la carità dentro e chi possiede questa virtù possiede tutto. Ora spero che Augusto abbia la gioia di cantare accanto agli angeli le sue canzoni ed in modo particolare " Io Vagabondo".
C'è un sacco di gente per strada senza chiedere nulla, vuole essere li per piangere per ascoltare nel walkman l'ultimo inno alla vita scritto da Augusto Daolio e Beppe Carletti, un inno che fotografa in tre minuti la vita felice di Augusto, la voce dei nomadi. C'è Beppe Carletti. il fratello, l'amico, ed è disperato. C'è Rosanna Fantuzzi l'eterna fidanzata di Augusto. E' lei che ha ascoltato l'ultimo respiro stamattina alle sei e trenta. Il nomade se n'è andato stroncato da un male cattivo e doloroso e tutti adesso siamo davvero un po più soli. La sua musica, le parole, la voglia di suonare, di incontrare la gente, di parlare ai ragazzi sono stati la colonna sonora di almeno trent'anni e dio tante generazioni. I sedicenni di oggi e i loro padri insieme sono la fotografia esatta di una lunga storia, forse la più lunga che la musica italiana d'autore ricordi. "Sempre nomadi" era il grido di battaglia per le migliaia di amici sparsi in tutta Italia. E lui Augusto, che saltava sul palco, che leggeva i bigliettini di migliaia di fan che si facevano centinaia di chilometri per assaporare le vecchie e le nuovi canzoni. Un amico di noi tutti se n'è andato lasciando nell'ultimo disco "gente come noi" una canzone come "ma che film la vita" che lo racconta come meglio non si potrebbe. Lo dice anche Beppe Carletti "ascolta quella canzone, è il riassunto della sua vita, della sua voglia di vivere. Ascoltala" Augusto canta "grazie a mia madre per avermi messo al mondo, a mio padre semplice e profondo, grazie agli amici per la loro comprensione, ai giorni felici della mia generazione grazie alle ragazze, a tutte le ragazze. Grazie alla neve bianca ed abbondante e a quella nebbia densa e avvolgente, grazie al tuono pioggia e temporale al sole caldo che guarisce tutti i mali grazie alle stagioni, a tutte le stagioni. Ma che film la vita tutta una tirata storia infinita a ritmo serrato da stare senza fiato. Ma che film la vita tutta una sorpresa attore spettatore , tra gioia e dolori tra il buio ed il calore. Grazie alle maini che mi hanno aiutato, a queste gambe che mi hanno portato, grazie alla voce che canta i miei pensieri, al cuore capace di nuovi desideri, grazie alle emozioni a tutte le emozioni. " E' incredibile - dice Carletti - è davvero incredibile che anche Augusto non ci sia più. Una cosa tremenda. Ero stato qui ieri sera e poi stamattina alle sei e trenta ci hanno telefonato. Non so proprio cosa dirti, non ci riesco. Augusto per me era più di un fratello perché il fratello ce l'hai e non ci puoi fare niente. Lui era l'amico, l'amico che ho scelto trent'anni fa. Io dentro lo sapevo che Augusto se ne stava andando, Lui era i nomadi Rosanna è distrutta, tutti sapevamo ma tutti speravamo. L'8 d'agosto abbiamo dovuto cancellare tutti i concerti, abbiamo smesso perché Augusto si era ammalato seriamente. Lui avrebbe voluto fare le altre due tappe del Cantagiro ma io gli ho detto "Augusto ti devi riposare". Si anche con la malattia il suo entusiasmo non era scomparso, e adesso siamo anche senza Augusto, dopo Dante Pegreffi, un ragazzino che ho portato io fra i Nomadi (è morto in un incidente il maggio scorso ndr). I funerali si svolgeranno oggi alle sedici a Novellara. la segreteria del Pds ha inviato un messaggio di cordoglio in cui si ricordano le canzoni dei Nomadi che "hanno segnato un'epoca di grandi speranze". Cordoglio anche da parte dell'Arci. Nel teatro del comune sarà allestita la camera ardente "Vogliamo che Augusto possa stare per l'ultima volta con i suoi amici " dice Carletti. Gli amici ci saranno tutti da Francesco Guccini ad Umberto maggi, dai vari fans club sparsi in tutta Italia ai musicisti cha hanno condiviso con Augusto gli anni della gioventù. A febbraio avrebbe compiuto quarantacinque anni ed a sedici, ovvero nel mille novecento sessantatré aveva fondato con Beppe Carletti i nomadi. La discografia del gruppo è praticamente senza fine. Recentemente avevano reinciso le vecchie canzoni di Francesco Guccini e il loro "gente come noi" facendo molto lavoro agli studi di registrazione di un loro vecchio amico anzi un vecchio nomade che se ne andò nel 1984, Umberto Maggi. "venivano qui a registrare l'ultima volta ad aprile quando venne a trovarci anche Francesco Guccini poi ho visto Augusto al suo compleanno il 18 febbraio. Ogni tanto ci sentivamo per telefono. Ho saputo che Augusto si era sentito male durante il Cantagiro quest'estate e Beppe mi ha raccontato la verità tremenda. Se n'è andato un pezzo di storia della musica italiana. A me piace ricordare che quando eravamo in tournée dormivamo nella stessa stanza per un lungo periodo siamo andati anche in vacanza insieme. Poi ti posso dire che non esiste nessuno che si diverte a suonare come Augusto. Senti?? ho detto diverte, al presente, siamo stati fortunati e forse è per questo motivo che proviamo ancora piacere a suonare. Adesso io ho questo studio di registrazione ma qualche volta non posso non imbracciare il basso. L'ho fatto spesso con i nomadi e lo faccio qualche volta con un gruppo di amici Adelmo e i suoi Soparis. I nomadi senza la loro voce non saranno più i nomadi, Beppe non aveva più voglia di suonare quando è morto dante Pegreffi figuriamoci adesso. Si chiude una fetta di storia fatta anche di dischi dal vivo, di atmosfere speciali, di amicizia. Lo sai cosa mi diceva spesso Augusto diceva: quando moriremo si accorgeranno chi sono i nomadi" Ma se ne sono già accorti, bastava osservare ai loro concerti i ragazzini di sedici anni cantare con Augusto "Dio è morto", "asia" "il vecchio e il bambino" per capire che quel gruppo storico sapeva comunicare. e la sul palco c'erano sempre bottiglie e bigliettini affettuosi a testimoniarlo. "Se n'è andato un amico" come dice Pietro Casarin del Novellara Fans Club l'estroverso amante dell'avventura dell'acqua gelida d'estate e dell'odore del bosco in autunno. Trascinatore, divoratore di libri e di film, pittore e archeologo appassionato". Se n'è andato l'amico Nomade. Ciao Augusto.
Di lui mi colpiva la sua voce, unica e armonica, ma ciò che mi affascinava di più era il suo modo di essere se stesso. Ho la convinzione che lui abbia vissuto la sua breve vita nella maniera più intensa proprio perché l'ha vissuta non cercando di realizzarla per divenire qualcuno ma per essere sé stesso, ed essendo sé stesso è riuscito anche a far conoscere le sue doti artistiche. Amava il prossimo e chi ama il prossimo ha la carità dentro e chi possiede questa virtù possiede tutto. Ora spero che Augusto abbia la gioia di cantare accanto agli angeli le sue canzoni ed in modo particolare " Io Vagabondo".
C'è un sacco di gente per strada senza chiedere nulla, vuole essere li per piangere per ascoltare nel walkman l'ultimo inno alla vita scritto da Augusto Daolio e Beppe Carletti, un inno che fotografa in tre minuti la vita felice di Augusto, la voce dei nomadi. C'è Beppe Carletti. il fratello, l'amico, ed è disperato. C'è Rosanna Fantuzzi l'eterna fidanzata di Augusto. E' lei che ha ascoltato l'ultimo respiro stamattina alle sei e trenta. Il nomade se n'è andato stroncato da un male cattivo e doloroso e tutti adesso siamo davvero un po più soli. La sua musica, le parole, la voglia di suonare, di incontrare la gente, di parlare ai ragazzi sono stati la colonna sonora di almeno trent'anni e dio tante generazioni. I sedicenni di oggi e i loro padri insieme sono la fotografia esatta di una lunga storia, forse la più lunga che la musica italiana d'autore ricordi. "Sempre nomadi" era il grido di battaglia per le migliaia di amici sparsi in tutta Italia. E lui Augusto, che saltava sul palco, che leggeva i bigliettini di migliaia di fan che si facevano centinaia di chilometri per assaporare le vecchie e le nuovi canzoni. Un amico di noi tutti se n'è andato lasciando nell'ultimo disco "gente come noi" una canzone come "ma che film la vita" che lo racconta come meglio non si potrebbe. Lo dice anche Beppe Carletti "ascolta quella canzone, è il riassunto della sua vita, della sua voglia di vivere. Ascoltala" Augusto canta "grazie a mia madre per avermi messo al mondo, a mio padre semplice e profondo, grazie agli amici per la loro comprensione, ai giorni felici della mia generazione grazie alle ragazze, a tutte le ragazze. Grazie alla neve bianca ed abbondante e a quella nebbia densa e avvolgente, grazie al tuono pioggia e temporale al sole caldo che guarisce tutti i mali grazie alle stagioni, a tutte le stagioni. Ma che film la vita tutta una tirata storia infinita a ritmo serrato da stare senza fiato. Ma che film la vita tutta una sorpresa attore spettatore , tra gioia e dolori tra il buio ed il calore. Grazie alle maini che mi hanno aiutato, a queste gambe che mi hanno portato, grazie alla voce che canta i miei pensieri, al cuore capace di nuovi desideri, grazie alle emozioni a tutte le emozioni. " E' incredibile - dice Carletti - è davvero incredibile che anche Augusto non ci sia più. Una cosa tremenda. Ero stato qui ieri sera e poi stamattina alle sei e trenta ci hanno telefonato. Non so proprio cosa dirti, non ci riesco. Augusto per me era più di un fratello perché il fratello ce l'hai e non ci puoi fare niente. Lui era l'amico, l'amico che ho scelto trent'anni fa. Io dentro lo sapevo che Augusto se ne stava andando, Lui era i nomadi Rosanna è distrutta, tutti sapevamo ma tutti speravamo. L'8 d'agosto abbiamo dovuto cancellare tutti i concerti, abbiamo smesso perché Augusto si era ammalato seriamente. Lui avrebbe voluto fare le altre due tappe del Cantagiro ma io gli ho detto "Augusto ti devi riposare". Si anche con la malattia il suo entusiasmo non era scomparso, e adesso siamo anche senza Augusto, dopo Dante Pegreffi, un ragazzino che ho portato io fra i Nomadi (è morto in un incidente il maggio scorso ndr). I funerali si svolgeranno oggi alle sedici a Novellara. la segreteria del Pds ha inviato un messaggio di cordoglio in cui si ricordano le canzoni dei Nomadi che "hanno segnato un'epoca di grandi speranze". Cordoglio anche da parte dell'Arci. Nel teatro del comune sarà allestita la camera ardente "Vogliamo che Augusto possa stare per l'ultima volta con i suoi amici " dice Carletti. Gli amici ci saranno tutti da Francesco Guccini ad Umberto maggi, dai vari fans club sparsi in tutta Italia ai musicisti cha hanno condiviso con Augusto gli anni della gioventù. A febbraio avrebbe compiuto quarantacinque anni ed a sedici, ovvero nel mille novecento sessantatré aveva fondato con Beppe Carletti i nomadi. La discografia del gruppo è praticamente senza fine. Recentemente avevano reinciso le vecchie canzoni di Francesco Guccini e il loro "gente come noi" facendo molto lavoro agli studi di registrazione di un loro vecchio amico anzi un vecchio nomade che se ne andò nel 1984, Umberto Maggi. "venivano qui a registrare l'ultima volta ad aprile quando venne a trovarci anche Francesco Guccini poi ho visto Augusto al suo compleanno il 18 febbraio. Ogni tanto ci sentivamo per telefono. Ho saputo che Augusto si era sentito male durante il Cantagiro quest'estate e Beppe mi ha raccontato la verità tremenda. Se n'è andato un pezzo di storia della musica italiana. A me piace ricordare che quando eravamo in tournée dormivamo nella stessa stanza per un lungo periodo siamo andati anche in vacanza insieme. Poi ti posso dire che non esiste nessuno che si diverte a suonare come Augusto. Senti?? ho detto diverte, al presente, siamo stati fortunati e forse è per questo motivo che proviamo ancora piacere a suonare. Adesso io ho questo studio di registrazione ma qualche volta non posso non imbracciare il basso. L'ho fatto spesso con i nomadi e lo faccio qualche volta con un gruppo di amici Adelmo e i suoi Soparis. I nomadi senza la loro voce non saranno più i nomadi, Beppe non aveva più voglia di suonare quando è morto dante Pegreffi figuriamoci adesso. Si chiude una fetta di storia fatta anche di dischi dal vivo, di atmosfere speciali, di amicizia. Lo sai cosa mi diceva spesso Augusto diceva: quando moriremo si accorgeranno chi sono i nomadi" Ma se ne sono già accorti, bastava osservare ai loro concerti i ragazzini di sedici anni cantare con Augusto "Dio è morto", "asia" "il vecchio e il bambino" per capire che quel gruppo storico sapeva comunicare. e la sul palco c'erano sempre bottiglie e bigliettini affettuosi a testimoniarlo. "Se n'è andato un amico" come dice Pietro Casarin del Novellara Fans Club l'estroverso amante dell'avventura dell'acqua gelida d'estate e dell'odore del bosco in autunno. Trascinatore, divoratore di libri e di film, pittore e archeologo appassionato". Se n'è andato l'amico Nomade. Ciao Augusto.
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