martedì 13 dicembre 2011

NASCE IL CONSIGLIO DI COOPERAZIONE DEL GOLFO (25/05/1981)

Di Giampaolo Carboni.

Dopo una lunga serie d’incontri fra i Ministri degli Affari Esteri si arrivò ad un accordo di massima nel marzo 1981, il 25 maggio dello stesso anno i sei paesi arabi del Golfo sottoscrissero la Carta fondamentale del Consiglio di Cooperazione del Golfo. La sua creazione doveva essere una risposta agli elementi che a cominciare dal 1979 misero in crisi la stabilità dell'intera regione scossa da una serie di rapidi eventi in successione come la rivoluzione in Iran,l'invasione da parte dell'Urss delle terre dell'Afghanistan e la guerra tra Iraq ed Iran. L’obiettivo di questa organizzazione internazionale è di promuovere la cooperazione, collaborazione ed integrazione economica, sociale e culturale dei paesi membri. L’incipiente guerra fra Iraq ed Iran,già citata,ha contribuito a convincere i paesi arabi del Golfo (grandi come l'Arabia Saudita ma anche piccoli come nel caso invece di Bahrein,Qatar,Kuwait,Oman ed Emirati Arabi Uniti) della necessità di coordinare le loro politiche estere ed anche le loro forze militari, per far fronte all’emergere dell’Iraq come potenza regionale.
Il Consiglio di Cooperazione del Golfo è composto dal Consiglio Supremo, Consiglio dei Ministri, Commissione Consultativa e dal Segretariato Generale. Delle commissioni ad hoc sono formate per dirimere le dispute interne agli Stati membri.
Il Consiglio Supremo è la massima autorità in seno al Golf Cooperation Council. È composto dai Capi di Stato di tutti i paesi membri, si riunisce in maniera ordinaria una volta all’anno e può essere convocata in via straordinaria su richiesta di almeno due Stati membri. La Presidenza è detenuta a turno da diversi Stati, in ordine alfabetico. Il Consiglio Supremo definisce la politica generale dell’istituzione e discute le raccomandazioni e le proposte di legge fatte dal Consiglio dei Ministri e dal Segretariato Generale. Infine, nomina delle commissioni speciali a termine per risolvere le dispute interne al Golf Cooperation Council.Il Consiglio dei Ministri è composto dai Ministri degli Affari Esteri di tutti gli Stati membri. Si riunisce ogni tre mesi, ma può essere convocato straordinariamente su richiesta di due o più membri. Il Consiglio dei Ministri prepara gli incontri del Consiglio Supremo, definisce le raccomandazioni, proposte di legge ed elabora studi e progetti per promuovere la collaborazione fra gli Stati membri. Il Consiglio dei Ministri nomina dei Comitati Ministeriali per ogni settore della cooperazione, con il compito di elaborare progetti dettagliati di sviluppo.
La Commissione è composta da 30 membri (5 per ogni Stato) in carica per tre anni, con funzione esclusivamente consultiva. La Commissione esprime la sua opinione su argomenti ben precisi, sottoposti alla sua attenzione dal Consiglio Supremo.Il Segretariato assiste gli Stati membri nell’implementazione delle raccomandazioni del Consiglio Supremo e Ministeriale, inoltre prepara rapporti, studi e bilanci. Il Segretario Generale è nominato dal Consiglio Supremo e resta in carica per tre anni, rinnovabile una sola volta. Questa posizione è ricoperta a turno per garantire un’equa rappresentazione fra gli Stati membri. Il Consiglio Ministeriale nomina l’Assistente del Segretario Generale, su suggerimento del Segretario stesso. Tutti gli Stati membri partecipano in maniera uguale al bilancio del Segretariato.Il Segretariato è comprende diversi dipartimenti: affari politici, economici, militari, umani ed ambientali, ufficio del Segretariato Generale, finanza ed amministrazione, centro d’informazione, telecomunicazione (basato in Bahrain), unità di auditing interna ed unità d’amministrazione dello sviluppo.
Le cariche all’interno del Segretariato Generale sono così distribuite (aggiornato a settembre 2002):
Il Golf Cooperation Council cerca di promuovere e consolidare la cooperazione in tutti i settori degli Stati arabi del Golfo. I primi passi sono stati mossi nel campo economico e commerciale, negli anni ’80 e ’90 sono stati firmati diversi accordi che favoriscono la circolazione dei beni e delle persone. Già nel 1981 i ministri del GCC firmarono un “unified economic agreement” con il quale si proponevano d’incentivare la libertà di movimento dei beni e delle persone, l’abolizione delle tasse doganali, la collaborazione tecnica e l’armonizzazione dei regolamenti bancari e finanziari.
Nel 1987 i governatori delle banche centrali degli Stati membri raggiunsero un accordo di principio per coordinare i tassi di cambio delle valute, ratificato dal Consiglio Supremo a novembre dello stesso anno. Il Kuwait entrò fu ammesso al sistema monetario dei paesi del Golf Cooperation Council nel 1993, per proteggere le valute dalla crisi economica conseguente l’occupazione iraqena del Kuwait.
Con l’accordo del 2001, il Consiglio Supremo propose l’adozione di una moneta unica, legato al dollaro americano, entro il 2010.La sicurezza regionale è una priorità del Golf Cooperation Council, soprattutto in seguito alla guerra Iraq – Iran, l’occupazione iraqena del Kuwait ed all’aggravarsi delle dispute territoriali fra i paesi del Golfo. Attraverso una serie d’accordi fra i paesi del Golfo ed altri paesi arabi, come l’Egitto e la Siria, il GCC ha cercato di svolgere un ruolo di mediatore nelle dispute interne e cerca di sviluppare una strategia comune per la stabilità della regione.
Nel 1984 gli Stati membri s’accordarono sulla necessità d’avere un'unica forza armata che potesse intervenire rapidamente per difendere la regione da attacchi esterni. Nacque così la “Peninsula Shield Force”, formata da unità armate provenienti da tutti gli Stati membri, basata nella regione nord-orientale dell’Arabia Saudita. L’occupazione del Kuwait mostrò tutti i limiti della “Peninsula Shield Force”, che non partecipò attivamente al conflitto perché non era abbastanza sviluppata. Di conseguenza, il Golf Cooperation Council insieme all’Egitto e Siria firmarono la “Dichiarazione di Damasco”, nel marzo 1991, con la quale le otto nazioni s’impegnavano a stabilire una forza regionale di “peace-keeping”. In giugno, Egitto e Siria, le cui truppe dovevano costituire il contingente maggiore, si ritirarono a causa del disaccordo sulla composizione di tale forza armata e sulla remunerazione. Le otto nazioni mantengono tuttora un accordo di mutuo soccorso.
La “Peninsula Shield Force”, sebbene non abbia le capacità per compiere azioni militari rilevanti, cerca di coordinare le forze armate nazionali e di monitorare le situazioni di crisi che possono degenerare in conflitti armati.

© Riproduzione riservata.

Nessun commento:

Posta un commento

Qualsiasi commento anonimo o riportante link NON sarà pubblicato

Any anonymous or linked comments will NOT be published