mercoledì 19 settembre 2012

LA FELICITA' DI PINIGOL,FINALMENTE IN CAMPO PER TUTTA LA PARTITA (16/09/2012)

Di Mario Frongia.

Pinigol è soddisfatto. Intanto, per aver giocato i due tempi. Poi, fa il sornione sull'accoglienza dei suoi ex tifosi. Mauricio Pinilla ha parole dolci per la squadra che ha lasciato a gennaio: «A Palermo ho tanti amici. I fischi? Forse volevano provare a distrarmi» dice con un mezzo sorriso. Poi, spiega: «Mi aspettavo di peggio ma sono e rimango tranquillo. In questa città devo tanto. Mi hanno aiutato a crescere sia come uomo e come famiglia, sia come calciatore. Ai palermitani voglio bene». Il bomber cileno è sereno. Anche perché sono definitivamente in archivio le scorie della contrattura che gli ha impedito di giocare l'ultima in casa con l'Atalanta. Cento minuti, inclusi i 10 giocati con la nazionale del Cile contro la Colombia (Pinilla è entrato al posto di Sanchez del Barcellona, ndr) che lasciano ben sperare per la prossima con la Roma di Zeman. «Sì, sono molto contento, non avevo giocato l'ultima con l'Atalanta, qui a Palermo ho giocato l'intera partita. È andata bene. Abbiamo portato via un punto molto importante da un campo che rimane sempre difficilissimo». Sulla sua ex squadra, Pinigol è fiducioso: «Il Palermo ci ha messo in difficoltà con quel gol alla fine del primo tempo. Lo svantaggio ci ha un po' complicato la partita. Ma se devo essere sincero, mi aspettavo molto di più. I giocatori ci sono come squadra deve ancora migliorare». Pinigol è tornato. E se Mazzoleni fosse stato più attento - e magari ben supportato da Russo, arbitro di porta - avrebbe goduto anche di un rigore: al 17' del primo tempo il fallo di Mantovani, che lo trattiene in area sul corner battuto da Cossu, è netto: «Inutile lamentarsi - dice il cileno sfoderando fair play - è andata così. Ora, pensiamo alla Roma». A fine gara, volti soddisfatti in casa Cagliari. Due le smorfie, ma di segno diverso. Mentre Cossu deve capire quale sia la portata del problema all'adduttore che l'ha costretto ad uscire dopo 35'.

(Da "La nuova Sardegna")

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