venerdì 21 settembre 2012

LE OLIMPIADI ESTIVE DI SEUL (17-18-19-20-21-22-23-24-25-26-27-28-29-30/09 01-02/10/1988)

Di Giampaolo Carboni.

ATLETICA LEGGERA

02/10/1988

MARATONA MASCHILE

1)Gelindo Bordin (Ita) (Numero 579) 2.10.31.6

CALCIO

Il torneo di calcio della XXIV Olimpiade fu il ventesimo torneo olimpico. Si svolse dal 17 settembre al 1º ottobre 1988 in cinque città (Seul, Taegu, Pusan, Kwangiu e Daejeon) e vide la vittoria per la seconda volta dell'Urss. Per la seconda ed ultima volta, le nazionali europee e sudamericane avrebbero potuto schierare solo quei giocatori che non avevano mai giocato in una fase finale di un Campionato mondiale di calcio.

GRUPPO A

17/09/1988

CINA-GERMANIA OVEST 0-3 (BUSAN)

Cina:

Germania Ovest:

Arbitro:

Reti:

SVEZIA-TUNISIA 2-2 (TAEGU)

Svezia:

Tunisia:

Arbitro:

Reti:

19/09/1988

SVEZIA-CINA 2-0 (TAEGU)

Svezia:

Cina:

Arbitro:

Reti:

TUNISIA-GERMANIA OVEST 1-4 (BUSAN)

Tunisia:

Germania Ovest:

Arbitro:

Reti:

21/09/1988

SVEZIA-GERMANIA OVEST 2-1 (TAEGU)

Svezia:

Germania Ovest:

Arbitro:

Reti:

TUNISIA-CINA 0-0 (BUSAN)

Tunisia:

Cina:

Arbitro:


CLASSIFICA FINALE:Svezia (QUALIFICATA AI QUARTI DI FINALE) 5 Germania Ovest (QUALIFICATA AI QUARTI DI FINALE) 4 Tunisia 2 Cina 1.

GRUPPO B

17/09/1988

ITALIA-GUATEMALA 5-2 (KWANGIU.VEDI QUI LA SINTESI DELLA GARA)

Italia:Tacconi,Tassotti,De Agostini,Colombo,C.Ferrara,Cravero,Mauro,Iachini (60'Galia), Carnevale,Evani (70'Desideri),Virdis.Allenatore:Rocca.

Guatemala:Cerez,Davila,Welmann,Mazariegos  (79'Ortiz),Monzon,Batres,Castaneda, Funes,Paniagua,Perez,Rodan.Allenatore:Roldan.

Arbitro:Takada (Giappone).

Reti:3'Carnevale 7'Castaneda 13'[Autorete] Davila 35'Virdis 38'C.Ferrara 76'Desideri 80'Paniagua.

Ammoniti:Ortiz (85'),De Agostini (90').

Note:10000 spettatori.Angoli:Italia 3 Guatemala 1.

ZAMBIA-IRAQ 2-2 (DAEJEON)

Zambia:

Iraq:

Arbitro:

Reti:

19/09/1988

IRAQ-GUATEMALA 3-0 (DAEJEON)

Iraq:

Guatemala:

Arbitro:

Reti:

ZAMBIA-ITALIA 4-0 (KWANGIU.VEDI QUI LA SINTESI DELLA GARA)

Zambia:Chabala,Chabinga,Mumba,Chomba,Melu,Makinka,J.Bwalya,Musonda,Nyirenda (71'Chikabala),Chansa,K.Bwalya.Allenatore:Ndhlovu.

Italia:Tacconi,Tassotti,De Agostini,Iachini,C.Ferrara,Cravero (61'L.Pellegrini),Mauro, Colombo (61'Crippa),Carnevale,Galia,Virdis.Allenatore:Rocca.

Arbitro:Hackett (Inghilterra).

Reti:41'K.Bwalya 56'K.Bwalya 64'[Autorete] L.Pellegrini 90'K.Bwalya.

Ammoniti:C.Ferrara,Mauro,Tacconi,Colombo,Makinka.

Note:9200 spettatori giornata calda.Angoli:Italia 5 Zambia 8.

Ci mancava giusto Kalusha Bwalya (che fa rima con Italia) alla galleria dei Giustizieri Sconosciuti. Kwangju come Middlesbrough, anzi peggio. Bwalya come Pak Doo Ik, anzi meglio. La Corea, nord e sud, è il filo che unisce le pagine del libro nero, l' odontotecnico e l' ex minatore, le terrificanti magre dell' Italia di Fabbri e dell' Italia di Rocca. Ma il rapporto consegnato a Fabbri 22 anni fa parlava della Corea come di una squadra di Ridolini, mentre quello pervenuto a Rocca più correttamente non parlava di squadra di Bingo Bongo ma di sovrapposizioni, inserimenti, pressing, insomma una cosina fatta bene. La notte di Kwangju, mentre scrivo, è solcata dai clacson, ma la partita non c' entra, qui è sempre così. Ma chissà a Lusaka, chissà a Mufulira, città natale di Bwalya. Chissà se i giornali di Lusaka prepareranno pezzi intitolati dov' è l' Italia, cos' è l' Italia. Quelli italiani, alcuni almeno, sullo Zambia di sicuro. Cos' è, dov' è. Io penso a spiegare perchè. Perchè lo Zambia fa quattro gol all' Italia (e potevano essere di più). Primo: perchè lo Zambia gioca novanta minuti e l' Italia venti: il primo quarto d' ora dei primi minuti del secondo tempo. Secondo: perchè lo Zambia gioca bene. Una zona elementare ma piuttosto efficace, con due terzini attenti, due buoni centrali, Melu e Chomba, un centrocampo non solo quantitativo, come direbbe Rocca, ma anche qualitativo. Terzo: perchè l' Italia gioca male, anzi non riesce a giocare, non riesce a fare tre passaggi di fila. Si aspettava uno Zambia forte atleticamente e se lo ritrova (anche per demeriti suoi) forte anche tecnicamente, e buonanotte. Parte sparata l' Italia, come col Guatemala. Fa meno caldo, ma lo Zambia non è il Guatemala. 3' : Mauro-Carnevale-Colombo-Tassotti, cross, testa di Carnevale fuori. 6' : lancio lungo di Cravero per Colombo, cross, testa di Carnevale fuori. Lo Zambia, allegra divisa tutta arancio vivo e calzettoni turchini, fa la sua partita. 7' : botta di K.Bwalya, respinge Tacconi alla cieca, salva Cravero in angolo su Chansa. 10' : gran tiro di Musonda, Tacconi devia in angolo. 16: da Virdis a De Agostini, tiro respinto sulla linea, testa di Mauro fuori. E qui l' Italia si spegne. 24' : punizione fuori di Melu. 27' : ancora seriamente impegnato Tacconi da J.Bwalya. 31' : testa di Chansa appena fuori. 41' : Colombo perde palla al centrocampo, rapido allungo di Musonda per K.Bwalya che evita Cravero e stanga, Tacconi tocca ma non trattiene. E' gol. Al 42' c' era stato un gol dell' odontotecnico, e sempre nei minuti finali del primo tempo quello dell' haitiano Sanon a Monaco. Ci si guarda in faccia e si dice: è già andata bene. Con l' aria che tira, un pari sarebbe una pacchia. Qualcuno agita i fantasmi del Camerun, ma questi giocano meglio di quelli. Girano battutaccie vetero colonialiste. L' Italia si riaccende. 47' : bella azione di Virdis che libera Colombo, tiro alto. 51' : si sgomitano in area Mauro e Mumba, quasi sul fondo, e Mauro va giù. Hackett fischia non il rigore (che ci poteva stare) ma il fallo contro l' Italia. Sono i minuti della svolta, la partita non si raddrizza, arriva la frittata al 56' : su punizione che Tacconi credeva di seconda (e anche i suoi compagni) furbamente ingenuo il solito K.Bwalia tira da strana posizione angolata direttamente in porta. E' gol, e Tacconi sbaglia (unico errore di una partita gagliarda) a far passare un pallone che poteva parare. Ci sarebbe il tempo per rimediare se in campo ci fosse una squadra decente, con la maglia azzurra. Ma non c' è. Guardo Rocca: col Guatemala si sgolava anche sul 4-1 per richiamare Carnevale al pressing, adesso è immobile, come rannicchiato in panchina, rassegnato al peggio che ha visto e a quello che verrà. E nemmeno azzecca le sostituzioni. Quando si scalda Pellegrini, immagino che andrà a fare il libero, con Cravero al centrocampo e Desideri, che almeno ha il tiro, al posto di Galia o Iachini, scomparsi senza lasciare indirizzo, mentre Colombo, a ruffa a ruffa, continua a cercare di far qualcosa. Invece escono Cravero e Colombo (entra Crippa, non precisamente noto come uomo d' ordine). Giornata nera: Pellegrini devia un tiro di J.Bwalya, uno scorfanotto sbilenco ed efficace, ed è 0-3. Poi si stira ed esce definitivamente al 77' . E in contropiede, dopo due finte su Tacconi, K.Bwalya all' ultimo minuto segna il suo terzo gol. Ora, questo 4-0 è un risultato troppo grosso per non essere considerato più comico che drammatico. Ma è giusto così, fosse anche stato 3-1 non cambiava nulla. Kwangju è peggio di Middlesbrough come figuraccia, può essere meno peggio in definitiva (nel senso che si può ancora rimediare) ma è già abbastanza triste ridursi all' ennesima ultima spiaggia con l' Iraq, squadra che mena e che ha pareggiato con lo Zambia con un po' di fortuna. O vincono o tornano a casa, gli azzurri. I coreani avevano spedito a casa gli azzurri di Fabbri, i zambiani quasi hanno spedito a casa questi. Si decide domani a Seul. Questa non è la vittoria della zona (anche il Guatemala giocava a zona) ma l' ennesima dimostrazione che contro una squadra a zona bisogna saper ragionare con lucidità e tenere il campo, perché correre non basta. Un centrocampo che prevede l' impiego contemporaneo di Iachini, Galia e Colombo (o Crippa) costruisce meno di un muratore monco. Rimpianta assai l' assenza dell' acciaccato Evani, che ha piedi migliori di quanto si pensi. Mauro, in posizione centrale, secondo i desideri di Rocca, è troppo generoso. Va dappertutto: così non è un punto di riferimento per gli avversari ma nemmeno per i compagni. E poi: a che serve un reparto di mastini, di incontristi, di tamponatori, se poi il migliore di una squadra fatta a fettine è il portiere? Il 19enne Musonda, che all' Anderlecht fa più panchina che campo, nel nostro famoso centrocampo quantitativo avrebbe fatto un figurone, che peraltro ha fatto ugualmente nel suo. Ed il micidiale Kalusha Bwalya, giocasse sempre così sarebbe da squadrone: velocità, dribbling, tiro secco, Tassotti non l' ha visto mai, e mai io ho visto Tassotti giocare così male, nemmeno nella Lazio. La famosa zona mista dell' Italia si è rivelata una zona mesta ed appiccicaticcia. Ormai dovrebbe essere chiaro: o avanza il libero o arretrano le punte, che non lo fanno volentieri, o al centrocampo si balla. Rocca ha sicuramente fatto di testa sua, cambiando alcune pedine di una squadra imbattuta con Zoff e dovendone cambiare altre per infortunio. Ma il tempo per assorbire le sue idee non c' era ed una maggiore elasticità, non dico arrendevolezza, sarebbe stata più indicata. Oggi ci sono crepe, tra lui e la squadra, che possono diventare crepacci se va male con l' Iraq. Ed in fondo ci finisce lui, perché i giocatori giocano, si sa, poi parte il campionato e chi se ne infischia dello Zambia. Morale della favola: non c' è. Non è una favola, è una storia vera che potrebbe anche essere utile. La racconteremo sotto Natale, dal paese dove si gioca il calcio più bello del mondo. L' Italia, voi dite? La Repubblica dello Zambia è un paese agricolo, di sei milioni di abitanti, indipendente dal 1964; da allora fa parte del Commonwealth. La capitale è Lusaka, la lingua ufficiale l' inglese. In base alla Costituzione, il presidente (attualmente Kenneth D. Kaunda, rieletto nel 1983) elegge e revoca il primo ministro; il parlamento è di 135 membri, dei quali dieci nominati dal presidente e gli altri eletti nelle liste del Partito unico nazionale che, dal 1972, è l' unico legale. Il prodotto lordo annuo pro capite è di quattrocentosettanta dollari, la maggiore risorsa economica, dopo l' agricoltura, è l' estrazione del rame. Il paese fa parte dell' Organizzazione per l' Unità Africana (Oua) ed è associato alla Cee con la convenzione di Lomè. La nazione ha ancora gravi problemi di analfabetismo; la popolazione è a prevalente religione animista, con una forte presenza di cattolici. Qualcuno, magari per fare una battuta maligna, pensa: chissà Edmondo Fabbri, magari è là a casa che vorrebbe dire, Aspettavo da ventidue anni questo momento.... Zambia come Corea. Ma il sor Mondo rifiuta il parallelo. Il suo telefono di Castelbolognese squilla ininterrottamente tutto il giorno. Perché mi cerchi tutta Italia bisogna proprio che venga fuori un risultato così. Però è una popolarità alla quale rinuncerei molto volentieri. E' un destino, sono legato a quella sconfitta. Ci mancherebbe che avessi piacere per un fatto del genere. E' una parte la mia che non augurerei nemmeno al peggior nemico. Ma che analogia c' è fra quella Corea e questa? Nessuna analogia. Sono due situazioni troppo differenti. Primo perché in Inghilterra era la nazionale maggiore a giocare e qui invece si tratta di una seconda nazionale. Secondo perchè ai Mondiali quella partita ci mandò a casa, era decisiva e non c' era tempo per rimediare. Qui invece c' è ancora una chancée per i nostri. Terzo perché questi dello Zambia hanno dimostrato di essere più forti di noi in tutto e per tutto, tecnicamente, fisicamente, atleticamente e anche tatticamente. Il pronostico però diceva goleada per l' Italia... E' stata una lezione sulla quale bisognerebbe riflettere. Abbiamo molto probabilmente affrontato questa partita con la nostra tipica prosopopea. Tanto sono come il Guatemala, pensavamo. E invece c' era una bella differenza. Quelli del Guatemala erano dei pellegrini, questi invece dei giocatori di calcio. C' è comunque un' occasione per rimediare... Sono convinto che questa sconfitta clamorosa non pregiudichi la nostra avventura. Comunque ho l' impressione che il viaggio a Seul sia stato affrontato con una certa sufficienza, senza un' adeguata preparazione. Chi si poteva aspettare un 4 a 0 dallo Zambia? Proprio questa è la lezione. Abbiamo troppi pregiudizi sul terzo mondo. Questa esperienza deve far riflettere anche le nostre società, che spendono miliardi in Europa e Sudamerica. Nessuna Corea allora... No, la Corea esiste solo per Fabbri che se la porterà dietro fin che campa. Ma è un fatto irripetibile. 
Quando ho sentito il risultato alla radio ho stentato a crederci: Franco Causio non ha visto la partita alla tv, come invece ha fatto Gaetano Scirea: Una partita nata male ha commentato il libero, sdrammatizzando. La sconfitta è secca, ma nessuno ha voglia di fare processi, specialmente i giocatori che sono passati, prima o poi, per una loro Zambia. Così la partita ha scatenato in ognuno ricordi diversi: a Gentile è parso di rivedere Italia-Camerun dei mondiali di Spagna, per Gianni Rivera, è stata quasi una liberazione. Dopo questo 4-0 credo che nessuno parlerà più della nostra Corea, quella del ' 66. Alla vigilia i calciatori africani avevano dichiarato di conoscere una sola squadra italiana, il Milan. Arrigo Sacchi ammette di aver seguito la partita solo in modo frammentario. Non darei molto peso a questa sconfitta, sono cose che nel calcio possono capitare. Direi che i nostri hanno mancato qualcosa di testa ma non vorrei entrare in un' analisi su fatti che non conosco. La realtà è che abbiamo fatto apparire lo Zambia più forte di quello che è. A questi livelli le distanze si assottigliano e le squadre si assomigliano. Ma non possono essere diventati improvvisamente dei fenomeni: hanno sì dei buoni giocatori in giro per l' Europa ma è anche vero che nelle loro squadre non giocano. Ho sentito per telefono Virdis e Tassotti, erano molto abbattuti: un buon segnale, vuol dire che la loro reazione sarà positiva. Gli azzurri - ha commentato Dino Zoff, fino a pochi mesi fa sulla panchina dell' Olimpica, prima di passare alla guida della Juventus - non hanno sottovalutato gli avversari, ma hanno commesso l' errore di considerarli inesperti. In campo internazionale, invece, bisogna sempre stare attenti, evitare la minima distrazione, soprattutto contro certe squadre africane che devono essere aggredite sin dai primi minuti. I giocatori africani non erano dunque degli sconosciuti. Eppure Brighenti aveva visto Kalusha Bwalya in allenamento e quando ha dichiarato di esserne rimasto impressionato mi sono detto: l' hanno scoperto. E invece, come al solito, non ci ha creduto nessuno. Jean Francois Pardo, un operatore di mercato con un occhio attento al calcio africano, tifa per le realtà emergenti. Il risultato non mi ha stupito, mi aspettavo da un momento all' altro l' esplosione di questa nazionale: lo Zambia è di rincalzo ad altre squadre, come la Nigeria e il Camerun, ma ha qualche elemento di rilievo, e una grande voglia, come nazione, di farsi pubblicità attraverso il calcio. E' uno stato molto povero e gli mancano, come in tanti altri paesi africani, strutture e tecnici: ma gli allenatori che vanno laggiù, in genere belgi e francesi, tornano su sempre con qualche talento, come nel caso di Musonda e di K. Bwalya. Sono bravi e forti ma in Italia riderebbero di loro: il nostro mercato li accetta solo se passano prima attraverso i campionati di altre nazioni.
I Bantù non vengono tutti dallo Zambia, di cui vestono i colori. Lo Zambia ha una superficie che è superiore del doppio a quella dell' Italia e una popolazione che è inferiore a un decimo della nostra. Povero come tutte le ex colonie cinicamente sfruttate per secoli, esso è perfino costretto a esportare pedatori. Dal canto suo, ricca come nessuno avrebbe mai pensato che potesse diventare un giorno, la spensierata e disinvolta Italia è indotta a importare gente che finalmente la diverta dopo aver sofferto i mercenari impostile dai Signori che ne usurpavano i governi. Nonostante i continui ricorsi all' estero, la presunzione è andata egualmente crescendo qui da noi fra i cultori di uno sport esercitato soprattutto sedendo super gluteos. Qualche buona impresa propiziata in passato dalla ambizione e dalla fortuna induce ancor oggi gli italiani a ritenersi da molto più che in realtà non siano. E' però fiero il cronista di aver precisato, nella sua prima nota tele-olimpica, che i pedatori italiani erano come sempre i favoriti di sé medesimi. In verità era sembrato un miracolo che Zoff non avesse mai perduto affrontando piccole e non molto convinte aspiranti al viaggio verso Seul. La fortuna di Zoff non era bastata a convincere tutti sul valore dei suoi grognards. Nello zaino aveva un bastone di maresciallo e per sé lo ha tenuto, passando ad altro esercito. La sua greca ufficiale è stata però conferita al giovane e impetuoso Checco Rocca, soprannominato Kawasaki. Costui ha sacrificato qualche apparente relitto e qualche altro ne ha confermato. Il solo fatto di vestire la maglia azzurra ha piacevolmente convinto i nesci (e non solo quelli) che la squadra ambiguamente varata da Kawasaki dovesse considerarsi fortissima. Da qui, il rilievo scherzoso del cronista nel chiudere la sua prima nota tele-olimpica. Le reni del Guatemala, naturalmente sderenato per nascita, sono state spezzate in senso unicamente figurativo. Tuttavia, i guatemaltechi hanno mortificato due volte la possa truculenta di Tacconi, a suo tempo giustiziere parolibero di Zenga. Poi, sono arrivati i Bantù. Dannato io sia se un giornale che è uno in tutta Italia ha ritenuto di dover andare oltre l' ovvia considerazione che bisognava battere lo Zambia per qualificarsi! Nessuno ha tenuto conto delle differenti posizioni etiche e morali di due Paesi e dei loro popoli di fronte allo sport. Oggi basterebbe rilevare che i Bantù, poveri in canna, esportano pedatori scelti in Europa e che gli italiani, peraltro illuminati di immenso, importano per miliardi pedatori da tutto il mondo, e di tifare per loro si beano ed esaltano secondo senso della misura. Chi ha seguito la partita fra italioti e Bantù si è dapprima fregato gli occhi, convinto di stravedere, ma ben presto si è dovuto rassegnare ad ammettere le leggi imprescindibili del campo. I nevrili longilinei dello Zambia correvano decisi; gli italianuzzi esitavano, trovandosi costantemente in ritardo di mosse. Chi ha creduto di vedere un certo distacco nei nostri prodi si è banalmente sbagliato: era smaccato ritardo fisico, non distacco morale! I Bantù dello Zambia hanno segnato allo scadere del primo tempo su assolo di Kalusha Bwalya e sinistro diagonale basso sul quale Tacconi ha steccato in misura inversa alla violenza del tiro. Poi, Tacconi ha clamorosamente rinnovato le dicerie degli antichi romani, secondo i quali tardi erant umbri: non ha neppure capito se una punizione dal limite fosse diretta o su due calci. Si è mal piazzato alle spalle di due sparuti compagni in barriera e il solito Kalusha lo ha uccellato bellissimamente sul primo palo. Non basta! L' ineffabile Tacconi, soffocando fra i pali, forse troppo vicini, si è avventurato in avanti e un Bantù che non era Kalusha ha scelto il tempo esatto per sorvolarlo, perpetrando l' inaudito 3-0. Nei recuperi, il magnificente Kalusha si è vendicato di un pestone facendo elegante tripletta personale. L' arbitro inglese Hackett ha avuto modo di convincersi che i pedatori italiani sono maleducati, riottosi e, in fin dei conti, ingenui oltre misura. Sicuramente irritato, non gli ha mai perdonato nulla. In Italia, i giornali hanno espresso scandalizzato stupore: non già sopra sé medesimi, bensì per il bieco tradimento dei loro favoriti (?). E hanno concluso con salomonica grullaggine che per qualificarsi bisognerà battere l' Iraq. Il pianto dei dirigenti e dei critici italiani sull' andamento dei Giochi rasenta l' intensità di quello espresso dai greci nelle loro tragedie. Pochissimi si degnano di ammettere che le medaglie di Mosca erano state molte e addirittura troppe le medaglie di Los Angeles per il semplice fatto che nello stadio Lenin e al Coliseum mancava mezzo mondo. A Seul, i Paesi scesi in campo sono ben 160 ed è bastato il fiero ma piccolo popolo Bantù per mettere sotto i nostri calciatori. Le mie notti avventurate hanno trovato utile sollievo nel volto simpatico e sgherro di un possibile congiunto del più grande romanziere e politico italiano, quel Tommaso Campanella che, pur languendo 28 anni in prigione, trovò modo di scrivere la Civitas Solis. In quel famoso romanzo politico, il frate calabrese deplorava che gli uomini, pur tanto solleciti nel migliorare le razze dei loro animali, non pensassero affatto di correggere le proprie sbolinate linee di sangue. La Civita Solis era così geniale ed ottimista da rasentare il candore. Frate Campanella era anche indovino ma forse non ha appreso dagli astri che un suo omonimo diciottenne avrebbe finalmente potuto nutrirsi da agiato europeo e imparar il pugilato come neanche Pindaro a pagamento si sarebbe potuto sognare. Il ragazzino Campanella crotonese come Milone! consola il cronista di ogni sconsiderata nequizia commessa in pedata e lo esime per una volta dal parafrasare ser Francesco Guicciardini. Al quale ha fatto dire ormai da molti anni: Che se tu fiderai nelli italiani, sempre aurai delusione. Ora aspettiamo che i componenti la Lega Calcio mandino a Lusaka, capitale dello Zambia, i loro osservatori particolari. Di certo negli oratori cattolici e protestanti di Lusaka pedatano ragazzi che con due cocomeri ed un peperone si possono tranquillamente assicurare alla pedata italica. Ho già avuto occasione di scrivere, nella mia lunga vita, che la massima invenzione degli italiani deve considerarsi la loro acuta intelligenza. In attesa di una conferma così importante, celebriamo come si merita la ventiquattresima Olimpiade, istituzione quanto altra mai sacra nella storia dell' uomo antico e moderno. Per chi crede alle coincidenze, il signor Samuel Ndhlovu negli anni Sessanta giocava da centrocampista a Durham, dov' erano in ritiro gli azzurri prima della fatal Corea (del nord). Il signor Ndhlovu, allenatore dello Zambia, è un tipo massiccio, il bianco degli occhi che vira al rosato, la voce lenta e pacata. Tranquillissimo, manco venisse dall' aver battuto il Burkina Faso. Noi abbiamo giocato bene, rispettando le consegne tattiche. Forse l' Italia non ci conosceva bene o forse ci ha sottovalutato. Ha giocato bene al primo tempo, poi è saltata. Noi il contrario, abbiamo sofferto un pochino all' inizio, poi siamo venuti fuori. No, non pensavo di vincere. Pensavo di fare il possibile per vincere, questo sì. Ma è tutta colpa dell' Italia o è tutto merito dello Zambia? Ndhlovu non vuole infierire, almeno fuori campo: Io credo che l' Italia si qualificherà. Oggi forse, se posso dirlo, mi è parsa piuttosto prevedibile quando aveva la palla. Noi abbiamo attuato la nostra solita zona col 4-4-2, badando a stare calmi. In Zambia si gioca sul modello inglese, in maniera molto atletica, ma adesso c' è qualche ragazzo che promette bene sul piano tecnico. Più che una promessa è da considerare Kalusha Bwalya, 25 anni, 1.80 e 75 chili, da due anni gioca nel Cercle Bruges, nessuna parentela con l' altro Bwalya, Johnson, il cui tiro deviato da Pellegrini ha dato il 3-0 allo Zambia. Bwalya è un cognome molto diffuso, nella rosa della squadra ci sono anche tre Mwanza, senza legami di parentela. Ha la faccia sveglia, l' affossatore, ed un accenno di baffi. Sono andato in Belgio nell' 86, prima giocavo nei Wanderers di Mufulira, la mia città. A Bruges mi hanno pagato 25.000 dollari, sono sotto contratto fino all' anno prossimo. Quanto guadagno? Quanto basta per bere e mangiare bene (un milione al mese: ndr.). Nello scorso campionato ho segnato 14 reti, ed una l' ho segnata nelle prime quattro partite di quest' anno. A Mufulira ho cinque fratelli e tre sorelle, prima di fare il calciatore professionista lavoravo in una miniera di rame. Il mio modello è Gullit, poi Maradona. Durante i 45 giorni di ritiro preolimpico ho sempre pensato che l' Italia ci avrebbe strabattuti, poi guardando la partita contro il Guatemala ho capito che potevamo avere qualche speranza, in difesa non era insuperabile. Abbiamo avuto fortuna, ma meritavamo di vincere, anche se quattro gol di scarto sono troppi. Domanda inevitabile: verrebbe a giocare in Italia? Risposta: In Italia vengono i grandi giocatori, mi sa che io dovrò accontentarmi del Belgio, che è sempre meglio di una miniera di rame. Non scherza, anzi spinge al massimo fair play: Spero che ci ritroveremo per la finalissima. Ed a me viene in mente quello che ribatteva Nereo Rocco quando sentiva la frase vinca il migliore. Speremo de no diceva.
La Zambia Football Association è stata fondata nel 1929, quando il paese faceva ancora parte della federazione Rhodesia-Nyasaland, e si è affiliata alla Confederazione Africana di Football nel 1964. Gli stadi più grandi sono l' Independance di Lusaka, che può ospitare 30mila spettatori, e il Dag Hammarskjold di Kitwe. I maggiori successi sono il secondo posto nella Coppa Africa per Nazioni del 1974 (sconfitta in finale dallo Zaire per 2-0) e il terzo posto nell' edizione del 1982 in Libia. Nella sua precedente presenza olimpica, a Mosca, aveva concluso a zero punti, con tre sconfitte da Urss, Cuba e Venezuela. L' esito disastroso della Coppa Nazioni del 1986 (nell' edizione del 1988 non ha addirittura partecipato) ha avviato all' interno della Federazione un vasto rinnovamento che ha portato ai risultati odierni. C' è qualcosa di bello e sofferto nel gesto di Rocca, che spedisce a salutare, a centrocampo, una truppa a testa bassa. E' qualcosa di non sufficientemente chiaro nelle sue dichiarazioni, dopo. Non ho nessun rimprovero da fare ai giocatori. Dopo aver preso quattro gol dallo Zambia, penso che ci dovrà essere un colpevole, e il primo nome che mi viene in mente è quello di Rocca. Per il mondo, dico. E Rocca che ne dice? Le responsabilità si vedranno al termine del viaggio, parlando con chi di dovere, con Matarrese. Adesso dobbiamo solo pensare a tirarci fuori da una brutta situazione, è un bene che ci sia solo un giorno a disposizione prima di giocare contro l' Iraq. Parlo come viene, scusate, è la prima volta che mi trovo in una situazione che non auguro a nessuno. Non abbiamo attenuanti sul piano tecnico, tattico, fisico. E' successo che la squadra non ha recepito la loro tattica, poi c' è stato il crollo fisico. Lo Zambia ci è stato superiore in tutto, suona male a dirlo ma è così. L' Italia era al meglio della condizione fisica, per quello che può essere di questi tempi. Sicuramente ho anch' io le mie colpe. Pietosa ciambella di salvataggio: forse non eravate stati informati bene, forse c' è stato un eccesso di sicurezza: No, sapevamo che lo Zambia era una squadra ad alto rischio e Brighenti aveva steso un rapporto molto preciso. Giocavano con una sola punta, e il numero 12 in appoggio. E così è stato. E ho fatto giocare la formazione migliore del momento, lasciando a riposo Evani che aveva male a un piede. Nell' intervallo pensavamo ancora di raddrizzare la partita, abbiamo convenuto tra noi che la squadra era troppo lunga, che non c' era fluidità di gioco. Mi sono reso conto quasi subito che non c' eravamo. Quello che dicevo dalla panchina, i giocatori non lo capivano. Attaccare, pressare, coprire: niente. Pescante è andato via sul 4-0, senza dire una parola. Vicini se la cava con poche frasi: Tutti bene e tutto bene loro, disgraziatissima giornata per noi. Inesperienza no, è tutta gente adulta e vaccinata. Non so cosa possa essere successo. E andiamo fuori, al pullman dove gli azzurri salgono alla svelta, cercando di dire il meno possibile, come se il silenzio potesse attenuare la sconfitta. Questa sconfitta resterà nella storia ha detto Rocca. E loro cosa dicono? Mauro: Abbiamo perso una battaglia, non la guerra. E' vero che abbiamo perso male. Loro correvano tutti molto più di noi. E Tacconi a un cronista: E' vero che avete a disposizione delle macchinette elettroniche dove ci stanno dentro tutti i record? Sì? E allora potete metterci anche il mio: in due anni di partite ufficiali con l' olimpica ho preso un gol solo, e qui ne ho presi sei in due partite. C' è poco da dire, i neri ci hanno fatto neri, il risultato è giusto, hanno vinto loro perché erano più forti. Io ho protestato sul secondo gol perché l' arbitro aveva alzato il braccio in un modo che sta a indicare la punizione a due, non diretta. E Colombo: Loro a centrocampo erano sempre in cinque, noi sempre con uno in meno. Non siamo mai riusciti a controllare la partita. Il risultato è giusto. Poteva andare diversamente se all' inizio non sbagliavamo due gol. Qui si parla tanto di pressare, di correre, ma bisogna farlo tutti, non qualcuno sì e qualcuno no. Sono accenni polemici travestiti da giustificazione, non è ancora finito il viaggio ma sicuramente all' Hotel Park, sulla collina il rituale della partita analizzata avrà momenti bruschi. A parte la tattica (Colombo ha ragione sul pressing, ma lui e quelli del Milan sono più abituati di altri a masticare questo pane), sotto voce (per ora) si rimprovera a Rocca di aver calcato troppo la mano nella durezza degli allenamenti. Non so se è vero. E' vero che alla distanza, in queste due partite, l' Italia è scoppiata e gli altri, a tratti perfino il Guatemala, sembravano frecce. Cravero non ha sicuramente gradito la sostituzione con Pellegrini (che si è stirato al bicipite destro). Non lo dice, ma lette in controluce le sue parole sono piuttosto chiare: Se l' allenatore ha deciso che per questo gruppo di giocatori il gioco giusto è questo, niente da dire. E niente è pregiudicato. Non è la prima volta che si perde, ma stavolta brucia. Loro ci hanno dominato, ci hanno messo sotto in tutto. Non c' è nessuno dei difetti emersi oggi che non si fosse già visto con il Guatemala. Possiamo consolarci pensando che è difficile riuscire un' altra volta a giocare così male. Ironico il commento di Virdis: Dopo quello che ci avete visto combinare in campo, non ci sarebbe bisogno di fare domande. D' accordo, ma allora che si viene a fare fino a Solo per dire io c' ero e rifare la storia del numero dodici Kalusha Bwalya che sembrava un incrocio fra Mazinga e Pelé?
Ha aspettato che gli azzurri uscissero dal campo. Aveva il numero degli spogliatoi: subito una telefonata con Rocca e Vicini. Matarrese ha ordinato poi alla segreteria della federcalcio di prenotargli il primo aereo per Seul. Il presidente della Figc è stato colpito molto negativamente dalla sconfitta degli azzurri. Al telefono Rocca gli ha illustrato la partita: ha parlato molto del caldo, dei giocatori rimasti senza fiato. Matarrese ha rilasciato una dichiarazione durissima. E' una vergognosa sconfitta - ha detto - della quale bisognerà rendere conto agli sportivi italiani. Consigliato da Vicini era stato lo stesso Matarrese a volere Rocca alla guida dell' Olimpica. Mai come adesso - ha detto Matarrese - è necessario tornare da Seul con una medaglia. In Italia erano circolate preoccupanti voci di un immediato accantonamento tecnico, per far posto a Vicini. Matarrese ha voluto troncarle di netto: Ho sempre avuto fiducia in Rocca e sono convinto di portare con me a Seul le speranze di tifosi italiani. Matarrese partirà questa mattina, ha anticipato il volo di un giorno. Accompagnato dal segretario generale Petrucci, sarà in tribuna per il match con l' Iraq. Ovviamente grande delusione anche al Coni. Il segretario Pescante ha abbandonato la tribuna prima della fine della partita senza voler dichiarare nulla. Il presidente Gattai invece era alle gare di pentathlon. Come partita più difficile ci aspettavamo quella con l' Irak. Adesso non vorrei che andasse anche peggio. Comunque mi aspetto un riscatto.

21/09/1988

IRAQ-ITALIA 0-2 (SEUL.VEDI QUI LA SINTESI DELLA GARA)

Iraq:A.Mohammed,Motar,Ahmed,Jasim,Taufek,Okal,Sharef,H.Mohammed (71'Alahi),Amish, Noaman (46'Mahmood),Shabib.Allenatore:Baba.

Italia:Tacconi,Brambati,De Agostini,Iachini,C.Ferrara,Tassotti,Mauro (82'Colombo),Crippa, Rizzitelli (80'Carnevale),Evani,Virdis.Allenatore:Rocca.

Arbitro:Silva Arce (Cile).

Reti:59'Rizzitelli 64'Mauro.

Ammoniti:Sharef (38'),Rizzitelli (41'),Taufek (41'),Iachini (58'),Jasim (64').

Note:12500 spettatori.

Tutto è bene quel che continua bene. In tempi normali, una vittoria per 2-0 sull' Iraq, dopo un' ora di notevole paura, sarebbe etichettata come una vittoriuzza, una cosa di ordinaria amministrazione, sempre meglio di una sconfittona però. Così invece, sull' orlo dell' abisso, sotto lo spietato tiro dei giornali cattivi, questa vittoria è stata salutata sul campo come una finale di un mondiale. In tribuna c' erano Gattai e Pescante, Matarrese e Ricchieri, Petrucci e Cestani, perfino Havelange nella parte di Joao Havelange. Anche l' arbitro non mi è parso insensibile alla gravità della situazione. Non lo posso definire casalingo perchè si giocava in Corea, insomma era tutto il contrario di Hackett, agli iracheni fischiava anche i sospiri. La partita. Primo tempo bruttino, nervoso e confuso, ripresa più accettabile. Clima fresco: giocare alle sette di sera ha la sua importanza. Peste, maledizioni e cancheri a chi ha osato pensare a un intervento di Vicini sulla formazione. E quando mai? La formazione è firmata da Rocca. La novità è che sta fuori Cravero, che a terzino destro c' è Brambati, che il libero è Tassotti. Nemmeno lui si ricorda l' ultima volta che ha giocato da libero (in una squadra schierata all' italiana, non da centrale nella zona). A centrocampo ritorna Evani, Crippa è in campo dall' inizio, Galia non è nemmeno in panchina, come Desideri. Al posto di Carnevale c' è Rizzitelli. Che al 3' si presenta con un buon numero stilistico, pallo netto a scavalcare lo stopper e raso terra che Mohammed respinge di piede. Al 7 è Tacconi ad assorbire in presa un tiro di Shabib e al 30' ancora Tacconi devia una terrificante punizione di Motar. Per tutto il primo tempo succede poco, l' Iraq si difende con ordine, l' Italia attacca con meno ordine. Tassotti non è un libero esemplare, ma di necessità si può far virtù, Ferrara e Brambati sono incollati ad Amish (niente male, è una punta-torre, all' inglese) e ad H. Mohammed. Un esterno rete di Rizzitelli in apertura di ripresa (52) e poi due occasioni per l' Iraq, che fa la sua onesta partita, senza ostruzionismo e senza nemmeno picchiare troppo. Al 54' un malinteso tra Tassotti e Brambati dà via libera a H. Mohammed che serve Shabib, gran tiro e grande parata di Tacconi. Che subito dopo arriva a deviare con le unghie contro la traversa e poi in angolo un colpo di testa di Amish. La partita si decide su un colpo al volo di Mauro dal limite, al 59' : sul diagonale Rizzitelli devia in porta da due passi. E Mauro, l' uomo nuovo (come posizione in campo) di Rocca, sistema la faccenda al 64' su azione personale, concludendo, di esterno destro. Qui l' Iraq si sgonfia e l' Italia potrebbe segnare ancora con Crippa al 75' , Rizzitelli al 79' ed Evani (palo) al 91.' Basta così, e avanza. A Taegu l' Italia domenica incontrerà la Svezia. Memore della sindrome di Vigo, mi limito a dire che ho visto più buona volontà e temperamento (anche troppo: siamo al settimo ammonito in tre partite) che buon gioco. Bene Mauro e Brambati, piuttosto tonico e disinvolto. Ma il più bravo rimane sempre Tacconi, e potrei cominciare a pensare che non si tratti di un caso.

ZAMBIA-GUATEMALA 4-0 (KWANGIU)

Zambia:

Guatemala:

Arbitro:

Reti:

CLASSIFICA FINALE:Zambia (QUALIFICATO AI QUARTI DI FINALE) 5 Italia (QUALIFICATA AI QUARTI DI FINALE) 4 Iraq 3 Guatemala 0.

GRUPPO C

18/09/1988

COREA DEL SUD-URSS 0-0 (BUSAN)

Corea Del Sud:

Urss:

Arbitro:

USA-ARGENTINA 1-1 (TAEGU)

Usa:

Argentina:

Arbitro:

Reti:

20/09/1988

COREA DEL SUD-USA 0-0 (BUSAN)

Corea Del Sud:

Usa:

Arbitro:

URSS-ARGENTINA 2-1 (TAEGU)

Urss:

Argentina:

Arbitro:

Reti:

22/09/1988

COREA DEL SUD-ARGENTINA 1-2 (BUSAN)

Corea Del Sud:

Argentina:

Arbitro:

Reti:

URSS-USA 4-2 (TAEGU)

Urss:

Usa:

Arbitro:

Reti:

CLASSIFICA FINALE:Urss (QUALIFICATO AI QUARTI DI FINALE) 5 Argentina (QUALIFICATA AI QUARTI DI FINALE) 3 Corea Del Sud 2 Usa 2.

GIRONE D

18/09/1988

AUSTRALIA-JUGOSLAVIA 1-0 (KWANGIU)

Australia:

Jugoslavia:

Arbitro:

Rete:

BRASILE-NIGERIA 4-0 (DAEJEON)

Brasile:

Nigeria:

Arbitro:

Reti:

20/09/1988

AUSTRALIA-BRASILE 0-3 (SEUL)

Australia:

Brasile:

Arbitro:

Reti:

JUGOSLAVIA-NIGERIA 3-1 (DAEJEON)

Jugoslavia:

Nigeria:

Arbitro:

Reti:

22/09/1988

AUSTRALIA-NIGERIA 1-0 (SEUL)

Australia:

Nigeria:

Arbitro:

Rete:

JUGOSLAVIA-BRASILE 1-2 (DAEJEON)

Jugoslavia:

Brasile:

Arbitro:

Reti:


CLASSIFICA FINALE:Brasile (QUALIFICATO AI QUARTI DI FINALE) 6 Australia (QUALIFICATA AI QUARTI DI FINALE) 4 Jugoslavia 2 Nigeria 0.

QUARTI DI FINALE (25/09/1988)

BRASILE-ARGENTINA 1-0 (SEUL)

Brasile:

Argentina:

Arbitro:

Rete:

SVEZIA-ITALIA 1-2 DOPO TEMPI SUPPLEMENTARI (DAEJEON.1-1 AL 90')

Svezia:S.Andersson,Ljung,R.Nilsson,Loenn,Arnberg,Thern,Engqvist,M.Andersson,J.Nilsson (73'Dahlin),Limpar (23'Esklisson),Hellstroem.Allenatore:Lennartsson.

Italia:Tacconi,Brambati,De Agostini,Tassotti,C.Ferrara,Iachini,Mauro,Crippa,Rizzitelli (81' Carnevale),Evani (73'Colombo),Virdis.Allenatore:Rocca.

Arbitro:Biguet (Francia).

Reti:50'Virdis 84'Hellstrom 98'Crippa.

Ammoniti:Limpar (4'),Brambati (37'),De Agostini (45'),Crippa (59'),Colombo (108').

Note:Al 72'M.Andersson ha tirato a lato un calcio di rigore.10000 spettatori circa.


Sentivo lo Zambia come un cane il terremoto, e poi la sofferta vittoria con l' Iraq e quella, meritatissima, con la Svezia. Più sto in Corea (cioè, fuori Seul) e più mi affino. In presenza di testimoni ho detto prima di andare allo stadio di Taegu: segnano Arnberg, Virdis e Crippa. Ho sbagliato lo svedese, che però ha fatto autogol su tiro di Crippa. Pur restando escluso dai premi-partita, mi voglio spremere anche stavolta. L' Urss è più forte, Mikhailichenko un drago, De Agostini è squalificato, come Colombo, ma più di tutto sul pronostico pesa la mezz' ora in più dei supplementari con la Svezia. I nostri hanno finito con la lingua di fuori, ma all' attacco, ultima occasione per Colombo al 117' . Meritavano di chiudere al 90' , considerando la traversa di Mauro (4' ) il gol di Virdis (50' ) che da solo valeva il viaggio a Taegu: un felpato interno destro basso, dopo una serie di finte e controfinte che hanno mandato in oca i centrali di Svezia. Consideriamo anche il rigore sbagliato da M. Andersson al 70' , concesso con una certa larghezza da Biguet per un contrasto fra Mauro ed Arnberg. Fuori il rigore, sembrava fatta, ma un rimpallo su corner ha dato a Hellstrom (85' ) l' unica palla-gol: gol. Contro una squadra molto atletica, gasata dalla rimonta, alla fine l' Italietta dei gregari si è esaltata. Tassotti dopo un avvio da brividi ha spazzato tutto e, nell' unica uscita oltre metà campo, ha propiziato il tiro vincente di Crippa. Che, con Iachini, Colombo, lo stesso Mauro, ha macinato chilometri. Una partita di grande temperamento, sotto la pioggia, davanti a non più di quattromila persone. Una partita di gambe e di cuore, all' antica. E' il caso, adesso, di lasciar cadere i sassi dalle mani e di usarli per incoraggiarli, i brutti anatroccoli che non hanno rinunciato a diventare cigni. L' Urss ha un grande portiere di venti anni, ma la coppia centrale difensiva, vista peraltro solo in tv, non mi sembra esemplare nelle chiusure. E' qui che s' attacca la speranza, al doppio chiodo dei signori Ketashvili e Gorlukovich. Perché più avanti è grama, tutti pressano come disperati al centrocampo, dove la luce continua è Mikhailichenko e quella intermittente Dobrovolski, lo Zavarov di domani. Palla al piede o scintilla, a seconda di come si alza al mattino. Delle punte, il tarchiato Narbekovas fin qui è stato più utile del famoso Savicev. Loro son questi. E, come si usa dire, noi? Confesso un certo imbarazzo ad usare il noi, dopo lo Zambia s' è visto una volta di più che ognuno ha la sua barca. Loro, gli azzurri dico, spero che arrivino ai rigori. Se qui esistessero i bookmakers, li darebbero battuti, ed io li giocherei vincenti. Non proprio alla cieca. Hanno saputo perdersi e ritrovarsi, quando c' erano tutti gli ingredienti per lo sfascio storico. Ed allora, in questo ruolo di critici ambulanti, che qualcuno forse interpreta sentendosi molto imparentato a Dio, bisogna indicare le colpe, quando ci sono, e pure i meriti. Rocca ha raddrizzato la rotta a due passi dagli scogli: eccedo in metafore marinare per colpa del Mar del Giappone, difficile da ignorare. Rocca ha inventato Tassotti libero non tanto per far fuori Cravero quanto per inserire Brambati, uno che in marcatura sta più appiccicato di Tassotti. La Svezia ha cominciato con una sola punta ed ha finito con tre, ma l' Italia non ha ballato. De Agostini si è messo su Dahlin a fare il marcatore e l' ha fatto bene. Peccato che oggi manchi. Gli azzurri si fanno ammonire nei modi più banali (falli di mano, distanze non rispettate, proteste, perdite di tempo) e questo è un po' il replay di Los Angeles. Nel confronto, devo dire che questi qui, includendo lo Zambia, hanno giocato meglio di quelli là, che pure avevano perso col Costarica ma a qualificazione ottenuta. Sono più squadra, per quello che possono, per come sono messi atleticamente. Nel calcio, è vero che ci possono essere sorprese tremende (e stupende, per gli altri) ma certe cose non si improvvisano: se qualcuno corre di più, l' affare si complica. Ed a metà settembre le abbiamo viste tutti, le squadre italiane in Coppa. Atleticamente, gli azzurri stanno crescendo e psicologicamente quella con l' Urss è la prima partita che possono giocare a cuor leggero. Prima la necessità di partire bene, poi il ko con gli africani, le spine con l' Iraq, l' aut-aut con la Svezia. Se perdono coi sovietici hanno fatto quello che potevano, se vincono fanno molto di più. Il paragone non è con Stoccarda, viene facile farlo ma lo rifiuto. Qui c' è un' altra Urss ed un' altra Italia. Che, lo sottolineo di passaggio, credo rappresenti un record: solo due titolari sono nati a nord della Toscana . Non so cosa questo significhi, ma è un fatto. Dentro alla squadra è migliorato anche il clima. Si rivede qualche sorriso. Magri quelli di Rocca, che mi fa venire in mente certi macerati santi della scuola ferrarese. Appena accennati quelli di Riva che preferisce elogiare le aragoste sarde (le migliori del mondo, Corea compresa) che parlare del suo lavoro delicato, non sempre di consolatore, dentro al gruppo. Ma ride come un bambino Mauro, perché è riuscito ad usare la tv di Stato per fini privati (ho detto ciao mamma, come i ciclisti una volta) e sorride largo sulla larga faccia da cowboy Brambati: ha telefonato alla sua ragazza ad Empoli, le ha detto che tornerà con la medaglia d' oro. Sorride meno Evani, che dal giorno del Guatemala ha male ad un tallone ma gioca lo stesso, dopo iniezioni di novocaina. Sorride indecifrabile, come un azteco, il gatto Virdis, la felicità della felinità, l' aria di chi ha vissuto altre vite e sa che c' è sempre tempo. Tre semifinaliste su quattro sono le stesse degli Europei di giugno, al posto dell' Olanda c' è il Brasile. Le sorprese sono durate poco, le gerarchie sono queste, questa la realtà. Arrancando come una bestia ferita, e lo era, l' Italietta è riuscita ad entrare nel giro buono. Nella sua testa collettiva doveva identificare il nemico e l' ha trovato: noi, i media, l' opinione pubblica, tutti. Si è chiusa a pugno, poi ha cominciato ad aprirsi. Quanto alla forza, il discorso tira dentro l' Urss. Qui c' è una luce che spinge a credere alle favole, anche gli stracci di speranza possono diventare aquiloni. Uomo-partita: Mauro.

URSS-AUSTRALIA 3-0 (BUSAN)

Urss:

Australia:

Arbitro:

Reti:

ZAMBIA-GERMANIA OVEST 0-4 (KWANGIU)

Zambia:

Germania Ovest:

Arbitro:

Reti:

SEMIFINALI (27/09/1988)

BRASILE-GERMANIA OVEST 4-3 DOPO I CALCI DI RIGORE (SEUL.1-1 AL 90' ED AL 120')

Brasile:

Germania Ovest:

Arbitro:

Reti:

Sequenza rigori:

URSS-ITALIA 3-2 DOPO TEMPI SUPPLEMENTARI (BUSAN.1-1 AL 90'.VEDI QUI LA SINTESI DELLA GARA VEDI QUI UNA CONCLUSIONE DI MICHAILICHENKO)

Urss:Kharin,Lossev,Cherednik (46'Iarovenko),Ketashvili,Gorlukovich,Kuznetsov, Narbekovas,Michailichenko,Tatarciuk (70'Savicev),Dobrovolsky,Lyuti.Allenatore:Byshovets.

Italia:Tacconi,Brambati,Carobbi,Iachini,Tassotti,C.Ferrara,Mauro,Crippa,Rizzitelli (88' Carnevale),Evani (70'Desideri),Virdis.Allenatore:Rocca.

Arbitro:Al Sharif (Siria).

Reti:50'Virdis 78'Dobrovolsky 93'Narbekovas 107'Michailichenko 119'Carnevale.

Ammoniti:Cherednik (35'),Iachini (43'),Gorlukovich (53'),Ketashvili (86'),C.Ferrara (94'),Savitchev (103'),Carnevale (118'). 

Espulso:C.Ferrara (97') per doppia ammonizione.

Note:Angoli:Urss 9 Italia 3.


Troppo vento, per gli stracci di speranza e per gli aquiloni. A questo punto, la soluzione più logica e amara e ingiusta è che agli azzurri non resti nulla in mano, al massimo un bronzo. E ci si ritrova a commentare un 2-3 che poteva essere 2-0 o anche 1-4, il calcio è fatto di episodi e di tutti gli episodi dell' Olimpiade non ce n' è stato uno a favore di questa squadra scomoda e trafelata, commovente e devota. Forse tutti i gufamenti di due anni si sono consolidati in Corea, ma davvero per più di un' ora la banda dei bassotti ha fatto girare a vuoto l' Urss. Tra Stoccarda e Pusan, questa sconfitta è più dignitosa. A parte l' isterico finale (con le provocazioni di Lossev e le entratacce di Carnevale) l' Italia ha giocato bene. Le due semifinali olimpiche sono andate ai supplementari, segno di un equilibrio di valori. Il Brasile ha vinto ai rigori, l' Urss ha vinto prima, in virtù di una superiorità atletica accentuata dalla mezz' ora in più nelle gambe degli azzurri, con la Svezia a Taegu. Michailichenko e Dobrovolski, alla fine, erano razzi in mezzo alle biciclette. Ma la fine poteva essere un' altra, se solo Rizzitelli al 77' avesse messo dentro un cross di Crippa da destra. Puntuale come un treno coreano, ecco al 78' il gol di Dobrovolski, su mischia in area, palla sbucciata di testa da Tassotti e respinta corta da Brambati. Tiro violentissimo in mezza giravolta, quasi come quello di Hellstrom. Mancavano dodici minuti al lieto fine, alla favola dei brutti anatroccoli. E si è capito che ormai era andata, che con quel gol l' Urss non aveva pareggiato ma vinto. Dipendeva solo dalle parate di un grande Tacconi, che ci metteva una pezza su Michailichenko all' ultimo minuto ma non poteva nulla nei supplementari contro un rasoterra di Narbekovas e un assolo di Michailichenko, tutti e due serviti da Dobrovolski. Ridotti in dieci dopo l' espulsione di Ferrara, gli azzurri trovavano un gol inutile, pressavano contro avversari più forti che li facevano correre a vuoto. C' è stata partita. Non da cineteca del calcio. Sarebbe stata migliore se non l' avesse guardata l' arbitro. In genere, sono propenso a difendere gli arbitri, ma questo Al Sharif è indifendibile. Non perché è siriano, ma perché è un arrogante incapace. Non ha intenzionalmente favorito l' Urss, ma lascia questa netta impressione in quegli italiani che hanno giocato la partita e in molti di quelli che l' hanno vista. Qualche esempio: ridicola l' ammonizione a Cherednik (colpo involontario in faccia a Mauro, sarà squalificato). Mentre Lyuti, un cammellone carognone, provocatore nato, al 22' ha tirato apposta un calcio allo stomaco di Crippa e non è stato manco ammonito, e nemmeno dopo, per tutta la partita, fino al capolavoro del 94' , quando ha disturbato Ferrara su una rimessa in gioco, Ferrara lo ha allontanato con una spinta ed è stato ammonito ed espulso dopo altri cinque minuti per un normale fallo di gioco. Solo un' ammonizione per Ketashvili, che ha fatto uscire in barella Rizzitelli, niente per Carnevale che ha cercato di tagliare in due Narbekovas (113' ). Questo è Al Sharif. Quest' Urss dal centrocampo in su ha dei veri talenti. Per un' ora senza colori, senza sbocchi, senza iniziative, Dobrovolski e Michailichenko, con l' assistenza del sempre diligente Cuznetsov sono cresciuti parecchio. Sul biondone c' era Iachini, 18 centimetri e 12 chili in meno. Un grande Iachini, che meriterebbe un voto più alto se non fosse andato a cercarsi l' ammonizione insultando un avversario dopo che l' arbitro aveva già fischiato il fallo a favore dell' Italia e non avesse commesso un brutto fallo sul portiere nel finale. Su Lyuti, Ferrara, 16 centimetri e 18 chili di meno. E Crippa su Dobrovolski, Brambati su Tatarciuk, Carobbi su Narbekovas, tutte marcature giuste, anche perché questo passa il convento. Primo tempo molto tattico, con l' Italia che tiene in scacco l' Urss e passa all' inizio del secondo tempo: al 50' , sempre con Virdis, che al 50' aveva segnato anche alla Svezia. Stavolta, fa centro di testa, su cross di Evani, con un tocco di altissima classe. Dopo, è la ripetizione di Fort Alamo con Tassotti nella parte di Davy Crockett. Potrebbe segnare Desideri all' 82' , ma tira fiacco e Ketashvili respinge dalla linea. Supplementari, traversa di Michailichenko al 92' , gol al 93' , ammonito ed espulso Ferrara. Ormai fa un freddo cane si può anche andare a casa. Ma se c' è un modo di uscire a testa alta pur avendola bassa, così esce dal campo l' Italia di Rocca.
In attesa che si calmino un po' le acque (Ferrara rientrando ha spaccato un vetro dello spogliatoio, Carobbi e Brambati hanno avuto crisi di pianto) è pacato il commento di Matarrese: Abbiamo perso una partita che potevamo vincere. Ho detto ai ragazzi che sono orgoglioso di questa squadra di lottatori. Certo che con Franchi, butta lì uno, un arbitro così non ce lo avrebbero mandato. Non ci sto, smettiamola di fare discorsi mortificanti. E' stato un arbitraggio forse fin troppo fiscale, ma noi accettiamo il risultato e speriamo ancora in una medaglia. E Vicini: Buona partita, la squadra ha dato tutto e non ha nulla da rimproverarsi. Più amaro Gigi Riva: Peccato, non eravamo inferiori ai russi. Dell' arbitraggio è meglio non parlare. Chi è entrato su Rizzitelli per rompere, solo ammonito, e Ferrara espulso per un normale fallo di gioco. Sull' arbitro, si raccolgono dichiarazioni meno diplomatiche. Non da parte comunque di Francesco Rocca. Ci ha stroncati passare dal possibile 2-0 all' 1-1 in meno di un minuto. Merito del portiere, non colpa di Rizzitelli. L' arbitro fa parte del gioco, non lo critico, dico solo che per una semifinale olimpica forse ci voleva un elemento con più esperienza. Adesso, tra infortunati e squalificati, siamo a pezzi. Vediamo di rimetterli insieme per conquistare il bronzo, ma è difficile. L' espulsione di Ferrara non l' ho proprio capita. Più che i sovietici, mi hanno sorpreso i nostri, Iachini per almeno un' ora ha distrutto Michailichenko. E adesso i meno diplomatici. Crippa: Non è Urss batte Italia, ma arbitro batte Italia. Loro hanno giocato in dodici, quel signore ci ha preso per i fondelli dall' inizio alla fine. Mauro: L' arbitro continuava a mostrarci il dito medio teso, all' inglese. Non è una scusa, ma di fronte a valutazioni così assurde, come l' ammonizione per il fallo su Rizzitelli e l' espulsione di Ferrara, si può solo pensare alla malafede. Adesso siamo veramente a pezzi, con la prospettiva di ritrovarci a mani vuote, ma io dico che anche essere quarti all' Olimpiade è un bel risultato. Forse anche noi abbiamo qualche colpa: dopo il gol di Virdis ci siamo messi troppo dietro. Tacconi: Non si può mandare un venditore di tappeti a rovinare una semifinale olimpica. Dopo l' espulsione di Ferrara non c' è stata più partita. Virdis: Arbitraggio non ideale, mi pare del resto che la Siria sia un paese filosovietico. Non parlerei di malafede, ma di scarsa conoscenza del calcio europeo. Ferrara: E' la prima espulsione della mia carriera, non credo di averla meritata, in campo ci sono stati falli molto peggiori. Siamo convinti che ci abbiano rubato qualcosa. Situazione disciplinare e sanitaria: squalificati Ferrara e Iachini, dolorantiTacconi, Virdis e Rizzitelli. Al momento, la formazione che incontrerà la Germania per il terzo posto sarebbe questa: Giuliani, Carobbi, De Agostini, Colombo, Brambati, Tassotti; Mauro, Crippa, Carnevale, Galia, Evani. La situazione può migliorare, ma non di tanto.

FINALI

3° 4° POSTO (30/09/1988)

ITALIA-GERMANIA OVEST 0-3 (SEUL.VEDI QUI LA SINTESI DELLA GARA)

Italia:Tacconi,Carobbi,De Agostini,Crippa,Tassotti,Brambati,Mauro,Colombo,Carnevale, Galia,Virdis (59'Rizzitelli).Allenatore:Rocca.

Germania Ovest:Kamps,Schulz,Grahammer,Funkel,Hoerster,Sievers (86'Bommer), Kleppinger,Hassler,Klinsmann,Wuttke (63'Schreier),Mill.

Arbitro:Loustau (Argentina).

Reti:5'Klinsmann 17'Kleppinger 69'Schreirer.

Ammoniti:Wuttke (21'),Schultz (33'),Galia (63'),Crippa (84').

Note:61000 spettatori.Angoli:Italia 12 Germania Ovest 3.


Giusto il tempo di dire che la mossa pareva azzardata e la Germania ha fatto gol. Azzardata pareva la mossa di mettere Carobbi su Klinsmann. Non che l' Italia abbia perso il bronzo per questo particolare, ma si è subito trovata a disagio. Uno scambio fra Brambati e Mauro interrotto a centrocampo da Wuttke, passaggio a Mill che scappa fino a fondocampo, Brambati che non riesce a metterlo giù, pur provandoci. Dal fondo, tocco preciso per Klinsmann e rete da pochi passi, mentre Carobbi e Galia si scontrano e Tassotti assiste. Poi potrebbe segnare ancora la Germania (Mill a 9' ) o pareggiare l' Italia (Galia all' 11' ) invece al 17' segna ancora la Germania, su calcio d' angolo: testa di Schultz sul primo palo, Tacconi si inarca e respinge col palmo della mano, Kleppinger ribatte di testa, come un tap-in nel basket. Ecco, ho raccontato l' inizio perché poi la partita si è seduta, anche se i giocatori continuavano a correre e i coreani facevano un gran tifo per i più deboli. Anche gente non molto esperta di calcio come i coreani ha capito presto chi era il più debole. Dopo il secondo gol Rocca ha saggiamente deciso di invertire le marcature su Klinsmann e Mill e le cose si sono un poco aggiustate. Ma quando gli altri hanno già fatto due gol e tu zero, c' è poco da aggiustare. Mill portava a spasso Brambati da sinistra a destra, cosa che Brambati non gradisce, e meno ancora mostrava di gradire Carobbi, mai stato stopper, la marcatura di una punta vera e molto forte come Klinsmann (lo dicono Riva e Beckenbauer, se non credete a me). Ormai è inutile stabilire se il peggiore in campo sia stato Galia, Carobbi o Colombo. E nemmeno si può dire con sicurezza che gli azzurri fossero demotivati. Certo, due botte in un quarto d' ora non sono il modo migliore per tirarsi su il morale. La Germania era più aggressiva, tonica, precisa, orchestrata da un Wuttke che sembra un Pecci, coi baffi. Senso della posizione, piccolo trotto, qualche affondo, lanci perfetti. E forse gli rimordeva pure la coscienza per aver buttato via, su rigore, l' ingresso in finale. Messo di fronte a un centrocampo insieme qualitativo e quantitativo, il centrocampo quantitativo così caro a Rocca non ha fatto una gran figura. Mauro ha cercato di dribblare tutti, meno i guardalinee, come gli succede quando è di luna storta. I cursori correvano spesso a vuoto. Pochi i pericoli per Kamps: Virdis dormiva al 44' , al 66' Crippa da trenta metri colpiva la traversa, Colombo tirava alto al 68' altro contropiede dei tedeschi al 69' e gol di Schreier, fotocopia di quello di Klinsmann, altro gol mangiato da Rizzitelli all' 82' e la fine, attesa con ansia da molti, me compreso. L' Italia era stanca, è vero che ha giocato sei partite in tredici giorni ma anche la Germania, il Brasile e l' Urss si trovavano nelle stesse condizioni. E poi tutti hanno avuto, per infortunio o per decisione di Rocca, momenti di respiro. A giocare di più sono stati i più anziani e, direi i più affidabili (Tacconi, Tassotti, Mauro e Virdis). Anche con la Germania s' è visto l' impegno, sì, ma confuso e cieco. Il pressing sarà anche una bella cosa, ma non è tutto nel calcio. Se diamo un' occhiata ai numeri, la sparagnina olimpica di Bearzot quattro anni fa aveva segnato sei gol e sei ne aveva subiti in sei partite: questa, dieci fatti, e tredici subiti, un po' troppi. E siccome non è colpa di Tacconi, tranne che su una rete dello Zambia, direi che il controsenso della squadra di Rocca è di presentarsi ricca di aggressori che non impediscono agli altri di aggredire e di segnare. Voto finale onnicomprensivo all' Olimpica: 6. E' stato bello finché è durato: il sogno e il gioco. La Nazionale olimpica cessa di esistere ufficialmente oggi, in verità si è spenta martedì a Pusan, a otto minuti dal paradiso,

1° 2° POSTO (01/10/1988)

URSS-BRASILE 2-1 (SEUL)

Urss:

Brasile:

Arbitro:

Reti:

ORO:Urss ARGENTO:Brasile BRONZO:Germania Ovest.

CANOTTAGGIO

25/09/1988

2 CON FINALE

1)Giuseppe Abbagnale-Carmine Abbagnale (Italia)

PUGILATO

02/10/1988

PESI PIUMA FINALE

Giovanni Parisi (Italia) batte Daniel Dumitrescu (Romania)

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