sabato 29 dicembre 2012

MONTI INCASSA L'APPOGGIO DEL VATICANO (27/12/2012)

Di Maria Berlinguer.

Mario Monti incassa l’appoggio dell’Osservatore Romano. Mentre il premier è sempre nel mirino di Silvio Berlusconi, il quotidiano della Santa Sede si schiera senza tentennamenti con il Professore. «L’espressione salire in politica» usata da Monti è un «appello a recuperare il senso più alto e nobile della politica che è pur sempre etimologicamente cura del bene comune» scrive l’Osservatore. «Annunciando il suo impegno in politica il senatore a vita intende aprire la seconda fase di un programma riformatore che è stato solo abbozzato nel corso dell’ultimo anno sulla spinta delle congiuntura finanziaria» aggiunge l’Osservatore, invitando le forze politiche che lo hanno sostenuto in Parlamento a interrogarsi su come sia possibile che l’uomo che ha imposto agli italiani «sacrifici pesanti» sia non di meno popolare. Dunque, ormai è ufficiale, il Vaticano è sempre più lontano da Silvio Berlusconi. Mentre Monti e la galassia centrista continuano a ragionare sulla proposta con la quale presentarsi agli italiani - lista unica? Monti candidato di coalizione su più liste premier? – l’editoriale dell’Osservatore conferma che l’agenda Monti va incontro alle aspettative dei cattolici, pronti a collaborare e perchè no a tornare protagonisti. L’Osservatore bacchetta Berlusconi senza citarlo per l’ironia e il disprezzo con il quale l’espressione «saliamo in politica» è stata liquidata, e sottolinea la sintonia del messaggio del senatore a vita con i ripetuti appelli di Giorgio Napolitano. Intanto sul fronte politico Monti continua a lavorare al progetto di una lista unica sia per il Senato che per la Camera. A palazzo Madama, dove lo sbarramento è più alto e su scala ragionale, per Monti sarà più facile convincere Pier Ferdinando Casini, Luca Cordero di Montezemolo e Gianfranco Fini della necessità di presentarsi con un unico simbolo. La lista potrebbe chiamarsi «Con Monti per l’Italia». Gli obiettivi del premier sono due. Primo, superare il Pdl, impedendo al Cavaliere di ripetere il quasi pareggio al Senato con Romano Prodi del 2006. Secondo obiettivo diventare la sponda di ogni possibile alleanza con Pier Luigi Bersani. E’ noto che il Professore è convinto che Nichi Vendola sia, come la Cgil, un ostacolo per la sua agenda riformista. Se i suoi voti saranno indispensabili, il segretario democratico potrebbe essere costretto ad accettare i temi dell’agenda Monti e persino un suo ritorno a palazzo Chigi. Ma dal Partito democratico arriva il monito del capogruppo a Montecitorio, Dario Franceschini: Monti non scriva il suo nome alla testa di una lista a noi concorrente. Per Franceschini se il premier «esce da ruolo super partes può diventare interlocutore, alleato, avversario». In tutti i casi, puntualizza l’esponente democratico, «non esiste Paese europeo in cui diventa capo del governo il leader del partito che arriva secondo o terzo». L’ultimo sondaggio Ipr Marketing dà la Lista unica Monti al 18% contro il 14 di singole liste a lui ispirate. Se però Monti sarà il candidato premier la lista potrebbe salire al 24%. A sorpresa sono gli elettori di centrosinistra i più attirati dal premier: 65% contro il 25% di provenienza Pdl. Da Facebook Casini avverte gli alleati: «Non dovrà esservi spazio per gli opportunisti dell’ultima ora».

(Da "La Nuova Sardegna")

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