domenica 12 maggio 2013

CALCIO MITROPA CUP:FINALE (12/05/1982)

Di Giampaolo Carboni.

MILAN-VITKOVICE 3-0

Milan:Piotti,Icardi,A.Maldera,Venturi,Tassotti,F.Baresi,Cambiaghi (69'Romano),Novellino,Jordan,Moro (46'Battistini),Evani.Allenatore:Galbiati.

Vitkovice:Zapalta,Bales,Moravcik,Cevela (58'Kusmir),Lisanik,Sourek,Marchevsky,Svatonski (75'Mydlo), Smetana,Gajdusek,Albrecht.Allenatore:Dunaj.

Arbitro:Vlaijc.

Reti:12'F.Baresi [Rigore] 50'Cambiaghi 77'Jordan [Rigore].

L’allenatore Galbiati, che aveva sostituito Radice, esonerato quattro mesi prima, in vista della sfida-salvezza di Cesena, esclude dall’undici titolare Antonelli e Battistini mentre un infortunio bloccò Collovati. Il centravanti scozzese Jordan, da settimane accantonato in campionato, sfoderò quella sera la sua migliore prestazione stagionale, lottando come un leone in ogni pallone. La partita si mise subito bene per il Milan: dopo dodici minuti, per un fallo in area su Maldera, Baresi trasformò il rigore del vantaggio con un tiro forte e centrale che spiazzò il portiere Zapalta. Sull’altro versante, Piotti fu chiamato in causa solo in una circostanza, su conclusione dell’ex nazionale cecoslovacco Gajdusek, il miglior giocatore del Vitkovice. In avvio di ripresa, il raddoppio del giovanissimo Alberto Cambiaghi (bolide da fuori area), chiuse l’incontro. «Mister Galbiati - ha affermato di recente Cambiaghi, 45 anni - rievocando la conquista della Mitropa Cup - decise di farmi esordire a San Siro in prima squadra quella sera. Giocare in quello stadio e riuscire a fare gol, fu meraviglioso. In quel periodo, oltretutto, avevo subito diversi e gravi infortuni ad un ginocchio. Ringrazio ancora oggi Galbiati che mi ha cresciuto come calciatore, conducendomi sulla strada del professionismo».Al 77’ l’arbitro concesse un secondo penalty al Milan. Baresi si avviò lentamente verso l’area avversaria. Aveva già sistemato il pallone sul dischetto quando, dagli spalti, i tifosi invocarono il nome di Jordan. Squalo Joe, incoraggiato dallo stesso Baresi, non si tirò indietro, siglando il 3-0. Abituato sin da bambino ad una vita “non facile”, quella di un villaggio di minatori del Lanarkshire (Scozia) privo persino di un ospedale, Jordan ebbe grosse difficoltà di ambientamento a Milano, restando avulso dai metodi e dagli schemi di Radice. In campionato il suo score si era fermato all’unico gol realizzato a San Siro contro il Como fanalino di coda. Impensabile per un bomber che aveva segnato gol a grappoli con qualsiasi maglia, dal Leeds al Manchester United. La terza rete chiuse il match. Nel momento più drammatico della storia milanista, i rossoneri alzarono al cielo una coppa europea, nove anni dopo la Coppa delle Coppe conquistata a Salonicco, anche allora prima di un’altra disfatta storica: la sconfitta di Verona (maggio ’73) che impedì al Milan di fregiarsi della Stella. Il netto 3-0 rifilato al Vitkovice aggiunse un altro tassello, piccolo ma significativo, nel già ricco albo d’oro milanista. Nella festosa invasione di campo, sventolarono i drappi rossoneri mentre i tifosi gridarono “Resteremo in serie A”. Una scena quasi surreale. Per una sera, gli incubi del campionato, contrassegnato dalla devastante mediocrità della squadra rossonera, vennero accantonati. I cecoslovacchi, delusi per la sconfitta, fecero ritorno a casa in pullman: un’odissea, da Milano ad Ostrava, 28 ore complessive di viaggio, con colazione e pranzo a sacco. Quattro giorni dopo, i supporters milanisti trascorsero la loro domenica calcisticamente più triste, conclusasi con il Milan ricacciato nuovamente nel purgatorio della serie cadetta.

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