Trent'anni ancora da compiere ed una vita che si interrompe bruscamente,di corsa (come il suo mestiere obbliga d'altronde).E in questo Tour de Corse che stava dominando l'errore che lo ha portato ad uscire di strada sulla discesa del Col d'Ominanda, lungo una curva a sinistra apparentemente facile, ma che comunque confina con un burrone molto ripido, non protetto da muretti o guard rail, e pieno di alberi. L'auto, cappottando, ha certamente urtato con il fondo un fusto di un albero, ed il serbatoio della benzina, che trovandosi sotto i sedili, si è compresso fino alla rottura; la benzina, venendo a contatto con le parti incandescenti del turbocompressore e dei collettori di scarico, ha preso immediatamente fuoco, e con essa l'intera auto, che aveva appena finito di cappottare fermandosi sul tetto. Non c'è stato scampo per Henri ma anche per il suo navigatore Sergio Cresto. Bruno Saby e Miki Biasion, arrivati sul luogo dell'incidente in un paio di minuti, non poterono fare niente per salvare Henri e Sergio, in quanto il calore emanato dall'incendio era insopportabile anche a diversi metri di distanza.
Erano le 14:58 e la Lancia non poté fare a meno di ritirare ogni sua vettura dalla competizione lasciando via libera a Bruno Saby, che non volle, come da tradizione, stappare lo champagne in piedi sul cofano della sua Peugeot 205 T16 E2 per la vittoria conseguita, in segno di rispetto per il pilota finlandese.
Nato a Jyväskylä il 25 agosto 1956,figlio di Suo Pauli famoso pilota di rally negli anni sessanta, come suo fratello minore Harri intraprese fin da subito la carriera di pilota.Aveva iniziato a correre nel 1975 nelle particolari gare sul ghiaccio con una Simca Rally, per poi passare due anni dopo alla Sunbeam Avenger. Nel 1978, alla guida di una Citroën CX, corre in Portogallo e all'Acropoli, ma non riuscì a finire entrambe le gare; lo stesso anno con una Talbot Gruppo 2 corre al RAC arrivando 9º. Nel 1979 corre molto in Inghilterra con una Ford Escort Gruppo 4 alternando con altre macchine, tra cui una Fiat 131 Abarth Rally ufficiale, avuta grazie a suo padre, molto amico di Cesare Fiorio.Nel 1980 diventa pilota ufficiale Talbot, correndo insieme a Guy Fréquelin. Vince l'Artic e il RAC, aggiudicandosi a 24 anni, 3 mesi e 24 giorni il primato di pilota più giovane a vincere un rally iridato. Successivamente arriva 5º al Sanremo 1980 e al Monte Carlo 1981, trovandosi accanto come navigatore Fred Gallagher, uno che non parla la sua lingua ma che conosce solo l'inglese: per capirsi nomineranno le curve cattive, veloci e medie. Nel 1981 arriva 2º in Portogallo e in Italia. Nel 1982 e 1983 fa parte del Team Rothmans, in squadra con Walter Röhrl, con una Opel Ascona 400 e Manta 400, ottenendo molti ritiri, rimonte storiche, ma poche soddisfazioni. Nell'attesa di correre il Campionato Europeo Rally con la nuova Porsche 911 a trazione integrale, corre il San Marino con una Ferrari 308, ma è costretto a ritirarsi per la rottura della scatola dello sterzo. Nel 1984 arrivò 2º all'Europeo con la Porsche 911 del Team Rothmans (malgrado l'auto non fosse mai stata omologata e piena di problemi) aggiudicandosi cinque gare, compreso il Costa Smeralda, nonostante corresse con le "stampelle" per problemi fisici, a causa dell'incidente in una gara karting.Nel frattempo debutta con la Lancia Rally 037 in qualche gara del mondiale, conquistandosi la fiducia di Cesare Fiorio che lo vuole nel Team Lancia Martini Racing, passando definitivamente nel 1985 a far parte della casa torinese, e vivendo la fase finale della 037, ormai sorpassata dalle vetture a trazione integrale; in Costa Smeralda però esce di strada infortunandosi nuovamente alle vertebre, rimanendo infermo per dei mesi. Lancia, per stare al passo con la nuova tecnologia delle quattro ruote motrici (più competitive sullo sterrato), ha già pronta la nuova "arma", la Lancia Delta S4.Lancia Delta S4L'inizio della stagione 1986 lo vede tra i favoriti per la vittoria finale del Mondiale, ottenendo subito una vittoria a Monte Carlo. In Svezia, quando era già in testa dopo poche speciali, una rottura di una valvola lo costrinse al ritiro. In Portogallo, dopo la prima speciale (con le tre Lancia di Alén, Toivonen e Biasion già in testa) ci fu uno sciopero bianco dei piloti, i quali, in seguito all'incidente di Santos con la Ford RS200, in cui rimasero uccisi tre spettatori, decisero di non partire per le speciali successive per le scarse misure di sicurezza dei tifosi lungo i tracciati; Toivonen fu portavoce della protesta di tutti i piloti ufficiali che partecipavano al Rally. Al Costa Smeralda ottenne la vittoria in maniera schiacciante, anche considerando che per alcune speciali ebbe un guasto al compressore volumetrico della Delta S4.
La morte di Toivonen e Cresto (avvenuta ad un anno esatto di distanza dall'incidente mortale del loro compagno di squadra Attilio Bettega, tragedia che aveva sollevato i primi dubbi sulla sicurezza della categoria) fu l'episodio che portò alla definitiva soppressione del Gruppo B da parte della Fia. Dopo la sua scomparsa, Henri rimase nei cuori di tutti gli appassionati di rally, e per questo in suo onore gli viene dedicata la Race of Champions, una gara annuale su circuito dove i piloti storici di tutte le epoche si affrontano usando diversi tipi di auto. Ancora oggi, sul luogo dell'incidente, dov'è posta una lapide commemorativa, non mancano mai messaggi e ricordi dei suoi fan.
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