mercoledì 21 maggio 2014

LUCIO DALLA "COM'E' PROFONDO IL MARE" (/12/1977)

Di Giampaolo Carboni.
Come è profondo il mare

Siamo noi,siamo in tanti,
Ci nascondiamo di notte 
Per paura degli automobilisti 
Degli inotipisti 
Siamo i gatti neri 
Siamo i pessimisti 
Siamo i cattivi pensieri 
E non abbiamo da mangiare 
Com'è profondo il mare 
Com'è profondo il mare 
Babbo, che eri un gran cacciatore 
Di quaglie e di faggiani 
Caccia via queste mosche 
Che non mi fanno dormire 
Che mi fanno arrabbiare 
Com'è profondo il mare 
Com'è profondo il mare 
E' inutile 
Non c'è più lavoro 
Non c'è più decoro 
Dio o chi per lui 
Sta cercando di dividerci 
Di farci del male 
Di farci annegare 
Com'è profondo il mare 
Com'è profondo il mare 
Con la forza di un ricatto 
L'uomo diventò qualcuno 
Resuscitò anche i morti 
Spalancò prigioni 
Bloccò sei treni 
Con relativi vagoni 
Innalzò per un attimo il povero 
Ad un ruolo difficile da mantenere 
Poi lo lasciò cadere 
A piangere e a urlare 
Solo in mezzo al mare 
Com'è profondo il mare 
Poi da solo l'urlo 
Diventò un tamburo 
E il povero come un lampo 
Nel cielo sicuro 
Cominciò una guerra 
Per conquistare 
Quello scherzo di terra 
Che il suo grande cuore 
Doveva coltivare 
Com'è profondo il mare 
Com'è profondo il mare 
Ma la terra 
Gli fu portata via 
Compresa quella rimasta addosso 
Fu scaraventato 
In un palazzo,in un fosso 
Non ricordo bene 
Poi una storia di catene 
Bastonate 
E chirurgia sperimentale 
Com'è profondo il mare 
Com'è profondo il mare 
Intanto un mistico 
Forse un'aviatore 
Inventò la commozione 
E rimise d'accordo tutti 
I belli con i brutti 
Con qualche danno per i brutti 
Che si videro consegnare 
Un pezzo di specchio 
Così da potersi guardare 
Com'è profondo il mare 
Com'è profondo il mare 
Frattanto i pesci 
Dai quali discendiamo tutti 
Assistettero curiosi 
Al dramma collettivo 
Di questo mondo 
Che a loro indubbiamente 
Doveva sembrar cattivo 
E cominciarono a pensare 
Nel loro grande mare 
Com'è profondo il mare 
Nel loro grande mare 
Com'è profondo il mare 
E' chiaro 
Che il pensiero dà fastidio 
Anche se chi pensa 
E' muto come un pesce 
Anzi un pesce 
E come pesce è difficile da bloccare 
Perchè lo protegge il mare 
Com'è profondo il mare 
Certo 
Chi comanda 
Non è disposto a fare distinzioni poetiche 
Il pensiero come l'oceano 
Non lo puoi bloccare 
Non lo puoi recintare 
Così stanno bruciando il mare 
Così stanno uccidendo il mare 
Così stanno umiliando il mare 

Così stanno piegando il mare

Treno a vela


Il cucciolo Alfredo


Corso Buenos Aires


Disperato erotico stomp




Ti hanno vista bere a una fontana che non ero io 
ti hanno vista spogliata la mattina, birichina biricò. 
Mentre con me non ti spogliavi neanche la notte, 
ed eran botte, Dio, che botte 
ti hanno visto alzare la sottana, la sottana fino al pelo. Che nero! 
Poi mi hai detto "poveretto, il tuo sesso dallo al gabinetto" 
te ne sei andata via con la tua amica, quella alta, grande fica. 
Tutte e due a far qualcosa di importante, di unico e di grande 
io sto sempre a casa, esco poco, penso solo e sto in mutande. 
Penso a delusioni a grandi imprese a una Tailandese 
ma l'impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale. 
Quindi, normalmente, sono uscito dopo una settimana 
non era tanto freddo, e normalmente ho incontrato una puttana. 
A parte il vestito, i capelli, la pelliccia e lo stivale 
aveva dei problemi anche seri, e non ragionava male. 
Non so se hai presente una puttana ottimista e di sinistra, 
non abbiamo fatto niente, ma son rimasto solo, solo come un deficiente. 
Girando ancora un poco ho incontrato uno che si era perduto 
gli ho detto che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino 
mi guarda con la faccia un pò stravolta e mi dice "sono di Berlino". 
Berlino, ci son stato con Bonetti, era un pò triste e molto grande 
però mi sono rotto, torno a casa e mi rimetterò in mutande. 
Prima di salir le scale mi son fermato a guardare una stella 
sono molto preoccupato, il silenzio m'ingrossava la cappella. 
Ho fatto le mie scale tre alla volta, mi son steso sul divano, 

ho chiuso un poco gli occhi, e con dolcezza è partita la mia mano.

Quale allegria


Quale allegria 
se ti ho cercato per una vita senza trovarti 
senza nemmeno avere la soddisfazione di averti 
per vederti andare via 
quale allegria 
quale allegria, 
se non riesco neanche più a immaginarti 
senza sapere se volare, se strisciare 
insomma, non so più dove cercarti 
quale allegria 
quale allegria, 
senza far finta di dormire 
con la tua guancia sulla mia 
saper invece che domani "ciao, come stai" 
una pacca sulla spalla e via... 
quale allegria, 
quale allegria, 
cambiar faccia cento volte per far finta di essere un bambino 
di essere un bambino 
con un sorriso ospitale ridere cantare far casino 
insomma far finta che sia sempre un carnevale... 
Sempre un carnevale. 
Senza allegria 
uscire presto la mattina 
la testa piena di pensieri 
scansare macchine, giornali 
tornare in fretta a casa 
tanto oggi è come ieri 
senza allegria 
anche sui treni e gli aeroplani 
o sopra un palco illuminato 
fare un inchino a quelli che ti son davanti 
e son in tanti e ti battono le mani. 
Senza allegria 
a letto insieme senza pace 
senza più niente da inventare. 
Esser costretti a farsi anche del male 
per potersi con dolcezza perdonare 
e continuare. 
Con allegria 
far finta che in fondo in tutto il mondo 
c'è gente con gli stessi tuoi problemi 
e poi fondare un circolo serale 
per pazzi sprassolati e un poco scemi 
facendo finta che la gara sia 
arrivare in salute al gran finale. 
Mentre è già pronto Andrea 
con un bastone e cento denti 
che ti chiede di pagare 
per i suoi pasti mal mangiati 
i sonni derubati i furti obbligati 
per essere stato ucciso 
quindici volte in fondo a un viale 

per quindici anni la sera di Natale...

...E non andar più via


Barcarola


© Riproduzione riservata.

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