È ufficiale: sarà il presidente del Consiglio, Matteo Renzi (NELLA FOTO CON IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SARDEGNA FRANCESCO PIGLIARU), a annunciare la firma dell’accordo Regione-Qatar per l’ospedale San Raffaele di Olbia. Nel bel mezzo della campagna elettorale per l’europee, domani (ma potrebbe essere anche nella tarda serata di oggi) il premier confermerà quello che La Nuova ha anticipato domenica: la Qatar Foundation, insieme all’ospedale Banbin Gesù di Roma, investirà un miliardo per far ripartire lo «scatolone bianco», bloccato da quando si è dissolto nei debiti l’impero del prete-manager Don Verzè.
L’annuncio. Da gran comunicatore qual è, Renzi vuole cavalcare la rinascita del San Raffaele, per dimostrare che con lui l’Italia è ritornata autorevole, affidabile e appetibile sui mercati internazionali. Capace di battere anche la concorrenza della Deutsche Bank, ultimo contenitore degli investimenti del Qatar in Europa, e pare decisa a offrire all’emiro un ospedale tipo il San Raffaele ma a Francoforte. Chissà se Renzi aggiungerà che adaprire per primo la porta alla fondazione guidata da Tamin al Thani non è stato lui, ma chi c’era prima a Palazzo Chigi, Enrico Letta. Ringraziamenti a parte, Renzi la carta dell’accordo multinazionale e dell’investimento miliardario vuole giocarsela alla grande sulla ribalta nazionale, anche per tenere a bada una possibile rimonta di Grillo.
La Giunta. Del San Raffaele il presidente Francesco Pigliaru e i dodici assessori, soprattutto quello alla Sanità Luigi Arru, hanno parlato a lungo e nel dettaglio nelle prime tre ore della Giunta di ieri. L’argomento non era all’ordine del giorno, ma la mossa annunciata dall’amico Renzi, ha costretto Viale Trento a modificare la scaletta. Più che dei probabili fuochi d’artificio renziani, pare che intorno al tavolo sia siano soffermati soprattutto sugli effetti che potrà avere l’ospedale della Gallura (300 posti letto) sul sistema sanitario regionale.
Gli scenari. I contraccolpi potrebbero essere economici e anche nell’assistenza. Secondo i calcoli del ministero della Salute, ad esempio, la Sardegna dovrebbe tagliare già 200 posti letto ma quando sarà completato il San Raffaele (nel 2016?) la sforbiciata richiesta potrebbe essere più decisa fino a coinvolgere anche le grandi strutture sanitarie di Cagliari, Sassari e Nuoro. Il rischio può essere corso, l’investimento è importante, ma serviranno dei correttivi e delle maglie più larghe da parte del ministero. Stesso discorso vale sul peso economico del prossimo ospedale sul già precario bilancio regionale della sanità. Accreditare in convenzione altri 300 posti letto potrebbe costare alla Regione 60 milioni all’anno e se così fosse il banco pericolante salterebbe certo per aria. Il futuro del San Raffaele potrebbe essere fruttato allora per vedere soddisfatta a Roma la richiesta che un altro miliardo abbondante sia svincolato dal Patto di stabilità. La trattativa è in corso.
Le reazioni. Attilio Dedoni dei Riformatori e Valter Piscedda del Pd hanno incrociato le armi proprio sul San Raffaele. Il primo ha accusato al Giunta di «frenare l’investimento solo per piccoli interessi e perché vuole mettere le mani sulle Asl». Piscedda è stato netto nella replica: «La solita superficiali di chi ha indebitato la Sardegna fino a trasformarla in una regione canaglia nella sanità».
(Da "La Nuova Sardegna")
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