Il direttore generale dell'Atalanta, Pierpaolo Marino, è intervenuto durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo responsabile dell'area tecnica Giovanni Sartori a Zingonia. "Sono soddisfatto e felice di accogliere nella nostra famiglia un grande professionista qual è Sartori. La famiglia Percassi si sta dimostrando una proprietà solida che sta permettendo all'Atalanta di poter portare avanti i propri obiettivi manageriali. Sartori per me è un amico, - riporta tuttoatalanta.com - basti valutare e vedere le diverse operazioni che avevamo già fatto lo scorso anno con il Chievo Verona. Sono felice di poter lavorare con lui, il suo arrivo ci potenzia perché il nostro bene supremo è l'Atalanta e dobbiamo fare di tutto per dare lustro a questo marchio. Sartori arriva in un momento in cui abbiamo già definito e perfezionato alcune mosse di mercato. Colgo anche l'occasione per ringraziare Zamagna con il quale ho condiviso tutte le scelte di mercato fin qui". Il presidente della Dea Antonio Percassi ha parlato anche della possibile cessione di Giacomo Bonaventura, ambito tra le altre dalla Fiorentina: "Purtroppo siamo poveretti (sorride ndr), per far quadrare i conti dobbiamo per forza vendere uno dei nostri migliori gioielli. Pensiamo a salvarci e non voglio sentir parlare di Europa League che quando se ne parla porta di un male, se riusciremo a collocare nel mercato in uscita uno di queste pedina potremo anche valutare qualche altro colpo di mercato per perfezionare la rosa ed il bilancio".
A margine della conferenza stampa di presentazione, il nuovo responsabile dell'area tecnica ha spiegato il suo divorzio con il Chievo Verona. "Io e il presidente Campedelli ci siamo lasciati in piena sintonia. Lo sapeva benissimo, sin dal giorno dopo la salvezza, che io avrei lasciato. Abbiamo deciso di continuare dopo le comproprietà, perché c'era qualcuno come Paloschi che era importante. Poi siamo arrivati alla vigilia del raduno, il sette di luglio, ed è uscita l'intervista con le dimissioni, nessuno doveva saperlo prima ed abbiamo mantenuto la parola data. Io devo tutto alla famiglia Campedelli, solo che non me la sentivo più. Dopo trent'anni qualche ripensamento era logico, forse ho sbagliato o forse no. Magari non sarà il mio bene, ho preso un periodo sabbatico, Percassi mi ha convinto".
A margine della conferenza stampa di presentazione, il nuovo responsabile dell'area tecnica ha spiegato il suo divorzio con il Chievo Verona. "Io e il presidente Campedelli ci siamo lasciati in piena sintonia. Lo sapeva benissimo, sin dal giorno dopo la salvezza, che io avrei lasciato. Abbiamo deciso di continuare dopo le comproprietà, perché c'era qualcuno come Paloschi che era importante. Poi siamo arrivati alla vigilia del raduno, il sette di luglio, ed è uscita l'intervista con le dimissioni, nessuno doveva saperlo prima ed abbiamo mantenuto la parola data. Io devo tutto alla famiglia Campedelli, solo che non me la sentivo più. Dopo trent'anni qualche ripensamento era logico, forse ho sbagliato o forse no. Magari non sarà il mio bene, ho preso un periodo sabbatico, Percassi mi ha convinto".
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