Di Michele Ruffi.
In ritardo i contributi regionali: «Tante società chiuderanno» Qualcuna non si iscriverà al prossimo campionato, qualche altra potrebbe alzare definitivamente bandiera bianca soffocata dai debiti. Calcio, basket, pallavolo, hockey, atletica, ciclismo: i conti delle società sportive sarde sono in rosso, affossati dagli alti costi per le trasferte e dai contributi regionali, sempre meno e sempre in ritardo.
PAGAMENTI SOSPESI «Fino a qualche settimana fa, tante squadre stavano aspettando ancora i contributi per il 2013. Ultimamente c'è stata un'accelerata e la Regione ha cominciato a pagare il 2014», racconta Andrea Del Pin, presidente della lega nazionale dilettanti della Figc, federazione italiana gioco calcio. Per tante società ricevere un assegno di 30 o 40 mila euro con un ritardo di mesi può significare la chiusura definitiva delle attività. LA DELIBERA La giunta regionale ha varato martedì il «Programma annuale 2015 degli interventi per lo sviluppo dello sport in Sardegna». Sul piatto ci sono 6,1 milioni di euro. Circa centomila euro in più rispetto allo scorso anno. E 2,3 milioni in meno del 2011. Ma negli ultimi quattro anni i costi delle trasferte per le squadre dilettantistiche non sono diminuiti. Anzi. La fetta più consistente dei finanziamenti regionali (4,3 milioni di euro) andrà proprio a garantire la partecipazione ai campionati nazionali federali.
SARDEGNA PROMOZIONE «Prima la Regione finanziava anche i corsi di aggiornamento per gli allenatori e l'acquisto dell'attrezzatura sportiva», dice Del Pin. Ora non più. «Senza contare l'aiuto di Sardegna Promozione, che poteva essere criticabile o no, forse andava regolamentata meglio, ma sicuramente dava respiro a tante società». Poi c'è il problema del rimborso forfetario per le trasferte in continente degli atleti: la competenza dal 2006 è stata trasferita alle Province. Che non navigano in buone acque e ora hanno difficoltà a pagare le squadre con regolarità di un tempo. Ecco perché Sergio Lai, numero uno dell'atletica leggera in Sardegna, ha inviato pochi giorni fa una lettera al governatore Francesco Pigliaru.
LA LETTERA Il presidente della Fidal chiede «il trasferimento di tutte le competenze in materia sportiva all'assessorato allo Sport della Regione, al fine di ridare fiducia a tutto il movimento sportivo regionale e per permettere il confronto tecnico agli atleti con altre realtà continentali». Nel panorama sardo non c'è sport che faccia eccezione. Anche il ciclismo è sull'orlo della bancarotta: «Le società si trovano in forte disagio, molte non possono affrontare le trasferte», spiega Salvatore Meloni, presidente regionale di Federciclismo. «Purtroppo non è una novità. E i metodi della Regione non ci aiutano: quando si tratta di fissare i termini per la presentazione delle richieste di contributi pretende grande rigore. Ho visto domande annullate per un ritardo di qualche ora. Quando c'è da pagare però non rispetta i tempi. In queste condizioni è impossibile una programmazione». Per le società di ciclisti dilettanti, composte da 5 o 6 atleti, un anno sportivo può costare «15-20 mila euro, solo per le trasferte».
PALLACANESTRO Nel basket si cerca ancora una soluzione per il Cus Cagliari, dopo l'annuncio-choc del presidente Stefano Arrica: l'anno prossimo niente A1 femminile, nonostante la scorsa stagione la squadra sia stata protagonista di una storica qualificazione ai playoff. «Il problema è semplice: in questi anni si è tagliato troppo e le uniche penalizzate sono le società sportive», riassume Bruno Perra, presidente della Fip Sardegna. «Per sostenere il movimento dilettantistico regionale servirebbero almeno dieci milioni all'anno. Invece ogni volta facciamo i conti con una riduzione dei finanziamenti. Eppure lo sport ha una valenza ancora più importante ora, in tempi di crisi».
(Da "L'Unione Sarda")
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