Di Michele Ruffi.
Nelle vene di uno movimento sportivo ormai anemico arriva un'iniezione di 6 milioni e 130mila euro. «La quota più consistente», spiega l'assessore regionale allo Sport Claudia Firino, riguarda il sostegno alle squadre per la partecipazione ai campionati nazionali federali di maggior rilievo». Con questi soldi le società sarde dovranno pagare «i costi dell'insularità», cioè biglietti aerei e navali. Anche una notte in albergo, o nei bed and breakfast, è un lusso che nessuna squadra, di qualsiasi disciplina, si può permettere. «Comprendiamo le difficoltà delle società sportive ed è per questo perché abbiamo accelerato nella presentazione di questo piano. Abbiamo cercato di approvarlo prima dell'iscrizione ai campionati, proprio per dare un segnale e consentire la programmazione ai dirigenti delle squadre», dice l'assessore.
IL PIANO Il programma annuale degli «interventi per lo sviluppo dello sport in Sardegna» prevede varie voci. Il contributo per l'organizzazione di manifestazioni sportive nazionali e internazionali sarà di 482 mila euro. Per l'attività sportiva giovanile a carattere dilettantistico sono destinati 459mila euro (93 mila andranno a sostegno delle attività sportive non agonistiche a favore dei disabili intellettivi). Il programma prevede anche l'assegnazione di 368mila euro al Coni e 370mila euro per l'attività istituzionale degli enti di promozione e delle federazioni Sportive. Infine, 49 mila euro per l'organizzazione dei Giochi sportivi Studenteschi.
L'EREDITÀ I ritardi nei pagamenti dei contributi per l'assessore Firino esistono ma «abbiamo ereditato una situazione difficile. Ci siamo trovati a dover pagare i debiti degli anni precedenti. Non solo: prima c'era l'aiuto di Sardegna Promozione, giudicato illegittimo dalla Corte dei Conti. In questo contesto abbiamo aumentato i finanziamenti per lo sport giovanile e per le attività sportive dei disabili. Mi pare che sia un segnale di attenzione a settori importanti». Da dirigente di una squadra di pallacanestro (la Superga Cagliari) non può che essere preoccupata dall'allarme lanciato dal Cus Cagliari: la squadra di basket femminile non si iscriverà alla A1. «Io mi auguro che questo non succeda. Ma le difficoltà non sono solo del Cus. Ci sono sport che non hanno ribalta mediatica del basket. Penso ad esempio a realtà come l'hockey su prato maschile e femminile, che hanno vinto lo scudetto e non navigano certo nell'oro».
LE DIFFICOLTÀ Sulla richiesta di riportare sotto la competenza della Regione anche i finanziamenti che ora vengono erogati dalle Province, l'assessore spiega: «Purtroppo è normale che ci siano difficoltà, le Province fanno fatica a pagare i propri dipendenti. Negli ultimi anni c'è stata una riduzione del bilancio della Regione, ma per fortuna il calo delle risorse destinate allo sport è stato minimo».
(Da "L'Unione Sarda")
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