Di Marco Galdi.
Per Francia e Germania «non c'è equilibrio» tra i principi di responsabilità e solidarietà nel piano per l'immigrazione presentato dalla Commissione europea. Italia e Grecia devono fare di più per l'identificazione dei migranti e per rimpatriare o allontanare i clandestini. Mentre Bruxelles deve mettere un freno alla valanga di richieste abusive di asilo che viene dai Balcani Occidentali dopo la liberalizzazione dei visti. I ministri dell'Interno di Parigi e Berlino lo scrivono in una lettera in cui riconoscono che «l'eccezionale situazione di crisi» nel Mediterraneo e «le conseguenze sui paesi in prima linea» richiedono «una risposta europea, globale, equilibrata e adatta alle circostanze». Ma mettono nero su bianco che dare più solidarietà «è possibile solo se gli Stati membri di primo ingresso prendono tutte le misure giuridiche e finanziarie necessarie per rinforzare la sorveglianza delle frontiere esterne». Bernard Cazeneuve e Thomas de Maiziere inoltre affermano di volere una revisione della chiave di ripartizione dei profughi, in modo che pesino di più «gli sforzi già fatti» nel concedere la protezione internazionale e «altre forme di assistenza, come l'ammissione umanitaria». Poi sottolineano che il meccanismo previsto dalla Commissione «deve restare temporaneo e eccezionale». E che «le regole di Dublino», che lasciano ai Paesi di primo ingresso il peso della registrazione e della valutazione delle domande d'asilo, «devono prevalere» perché «componente essenziale dell'equilibrio dello spazio Schengen». Parigi e Berlino piantano così importanti paletti anche in vista della discussione nel Consiglio dei ministri dell'Interno che il 15 e 16 giugno a Lussemburgo dovrà valutare, e votare a maggioranza qualificata, la proposta della Commissione. Respinta da paesi come Ungheria, Finlandia, Lettonia, Lituania, Estonia, Slovacchia e Repubblica Ceca, oltre che da Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca che godono di regimi speciali. Il sottosegretario all'Asilo del governo di Bruxelles, Theo Franken, chiede apertamente a Italia e Grecia di «prendere le impronte digitali ai migranti». La portavoce del Commissario all'Immigrazione sottolinea che Bruxelles «non è sorpresa che gli Stati membri vogliano discutere i criteri di distribuzione». La Commissione è «aperta a discuterne». Ma ricorda che il via libera spetta solo al Consiglio. Senza un sì dai ministri dell'Interno a Lussemburgo, l'avvio del meccanismo slitterà.
(Da "L'Unione Sarda")
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