Di Andrea Artizzu.
Hanno lavorato intensamente, con il cuore in mano e il pensiero rivolto a quei 880 poveracci vivi per miracolo. Tredici ore di ansia per poliziotti, carabinieri, finanzieri e medici del 118 che hanno provveduto a identificare e assistere i migranti sbarcati sabato pomeriggio alle 14,30 al Porto canale dalla nave militare tedesca che li aveva soccorsi a largo delle coste libiche. Ieri mattina gli stranieri sono stati trasferiti in varie strutture delle province.
STORIE DI DISPERAZIONE Tutto è filato liscio ieri mattina al Porto canale. E non poteva essere diversamente. I migranti (tra loro gambiani, nigeriani, siriani, eritrei) erano stremati dal lungo viaggio e spaventati dalle incognite di un futuro tutto da scrivere. Come quello di Roseline, in attesa di un bimbo. Sbarcata dalla nave tedesca ha avuto un malore. Una poliziotta si è avvicinata per soccorrerla e ha sentito una storia che le ha tolto il respiro: il marito era morto durante il viaggio della speranza. E lei l'aveva visto morire, senza poter far nulla per salvarlo. Le facce distrutte e gli occhi sbarrati dal terrore raccontano la disperazione di chi ha perso tutto: anche le scarpe.
LO SBARCO Nelle operazioni di sbarco sono stai coinvolti oltre cento rappresentanti delle forze dell'ordine. Da una parte poliziotti, carabinieri e finanzieri regolavano il deflusso dall'imbarcazione tedesca, dall'altra gli agenti della Scientifica, della Mobile e della Digos procedevano all'identificazione per poi essere sottoposti a un primo screening medico. Un bimbo è stato ricoverato in ospedale per denutrizione assieme alla madre e al fratellino, altre tre donne incinte sono state ricoverate per accertamenti. All'ospedale Santissima Trinità nel reparto Infettivi è finito un uomo affetto da tubercolosi: per avere riscontri più precisi - fanno sapere i medici - occorrerà attendere i risultati di laboratorio attesi tra due giorni. Ricoverati altri cinque uomini per problemi gastrici, polmonite e malattie alle vie respiratorie. «Il dispositivo di sicurezza e accoglienza ha funzionato benissimo», ha detto il Questore di Cagliari, Filippo Dispenza. «Tutte le procedure sanitarie, di identificazione e sistemazione nelle varie strutture si sono svolte tranquillamente e senza intoppi. Adesso la Squadra mobile sta lavorando per identificare gli scafisti». Sulla stessa linea il prefetto Alessio Giuffrida che ringrazia i Comuni «per la disponibilità offerta nell'ambito delle procedure di accoglienza dei migranti». Lo sbarco dei migranti ha contribuito a creare un clima di distensione tra i vertici della Questura e i sindacati. «La macchina predisposta dalla prefettura e dalla questura per accogliere al meglio i cittadini provenienti dall'Africa ha funzionato», scrive in una nota Salvatore Deidda del Siulp. «Un grazie va a tutti i poliziotti che senza risparmio si sono sacrificati e si stanno sacrificando per le attività di assistenza e di identificazione dei migranti, anche perché l'evento è avvenuto in concomitanza con altri fatti come le elezioni comunali e la partita di calcio del Cagliari».
I CONTROLLI MEDICI Il lavoro svolto ieri con i migranti «è stata una prova di grande solidarietà e professionalità che restituisce un'immagine di efficienza del sistema Sardegna». L'assessore regionale della Sanità Luigi Arru commenta la gestione delle operazioni di sbarco degli 880 migranti al Porto canale. L'esponente della Giunta Pigliaru ringrazia tutti e annuncia: «Faremo tesoro di questa esperienza. Insieme alla Asl 8 stiamo ragionando per tradurre la procedura in un nucleo organizzativo stabile e integrato pronto a intervenire in analoghe situazioni di emergenza».
L'OPPORTUNITÀ «L'immigrazione è un'opportunità non un problema». Così il coordinatore regionale di Sel, Luca Pizzuto, dopo il maxi sbarco di migranti. «Pensiamo che la Sardegna debba diventare capitale dei popoli del Mediterraneo e in questo sosteniamo le posizioni del presidente Pigliaru. Chi sostiene altro è fuori dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dai valori e di principi della Costituzione della Repubblica».
(Da "L'Unione Sarda")
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