Non c'è neanche bisogno di concentrarsi sulla testa del plotone per capire il vincitore dello sprint di Liegi. Basta scrutare le posizioni di rincalzo: mancano una cinquantina di metri al traguardo e Fabio Sabatini già esulta a braccia alzate. E' uomo di volata, gli basta niente a capire che quando il suo compagno di squadra Marcel Kittel è lanciato come un treno a centro strada, per gli altri è sentenza scritta. E infatti va proprio così... Demare, mascellone Greipel, l'immancabile Cavendish, nobili della velocità devono accontentarsi su un ruolo subalterno. E' l'epilogo di uno stress infinito. La pioggia è transnazionale, tortura i corridori dalla Germania al Belgio: una sporadica soluzione di continuità c'è solo quando CONTINUA A LEGGERE QUI
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