Di Redazione.
Pechino ha condannato quest'oggi l’imposizione di test Covid da parte di una dozzina di Paesi (tra cui l’Italia dei fifoni e di chi fa ancora parlare nei media Burioni) ai viaggiatori provenienti dalla Cina, avvertendo che potrebbe prendere contromisure come ritorsione. "Alcuni Paesi hanno messo in atto restrizioni all’ingresso rivolte esclusivamente ai viaggiatori cinesi. Questo provvedimento non ha basi scientifiche e alcune pratiche sono inaccettabili", ha dichiarato la portavoce del Ministero degli Esteri Mao Ning, aggiungendo che la Cina potrebbe "prendere contromisure, sulla base del principio di reciprocità". La Cina si dice disposta a rafforzare la comunicazione con la comunità internazionale e a collaborare per superare la pandemia di Covid, ma definisce inaccettabile il ricorso a pratiche eccessive messe in atto. Il riferimento è alle restrizioni decise da alcuni Paesi (dal Giappone agli Stati Uniti), come il tampone obbligatorio all’arrivo, dopo l’esplosione di contagi nel Paese asiatico e il via libera ai viaggi all’estero deciso dalle autorità di Pechino. "Ci opponiamo fermamente alla pratica di manipolare le misure di prevenzione e controllo della pandemia per raggiungere obiettivi politici" ha avvertito il portavoce del ministero degli Esteri. Difficile capire esattamente cosa stia avvenendo in Cina. Nel comunicato di questa mattina dell’Ecdc (Centro europeo di controllo e prevenzione) si rileva che dopo il picco di CONTINUA A LEGGERE QUI
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