domenica 16 giugno 2024

L'ONDA POSITIVA (MA NON PER TUTTI) DEL TURISMO (16/06/2024)

Di Redazione.


‘‘Il 2023 è stato un’onda positiva. Abbiamo avuto tante richieste soprattutto in merito alla disponibilità di ospitare eventi, tornando a volumi che si avvicinano al periodo pre-Covid, tanto da registrare ottimi risultati, in termini di fatturato, da più reparti della nostra struttura, tra camere, ristorazione e altri servizi extra. Il 2024, invece, sempre in merito agli eventi, se da un lato è partito un po’ a rilento con quelli programmati nel corso dell’anno, dall’altro, conta già grandi numeri di prenotazioni per il biennio 2025-2026. Una cosa insolita, questa, dovuta probabilmente alla programmazione delle future Olimpiadi invernali di Milano Cortina, che in maniera indiretta stanno già influenzando i flussi turistici e generando appeal attorno all’area del Varesotto”. Queste le parole di Fabio Ruggeri, Direttore del Double Tree By Hilton Milan Malpensa di Solbiate Olona, parte del Gruppo GDF Hotel, in merito all’andamento del settore turistico in provincia. Quello del Direttore Ruggeri è il punto di vista di una struttura che vive di grandi e piccoli eventi, ma anche di un mercato corporate, fatto di aziende legate all’aeroporto, come compagnie aeree, cargo e corrieri, ora particolarmente positivo. Lo racconta così: “Stanno arrivando diverse richieste da parte di compagnie, soprattutto del mercato asiatico, che avevano fermato i propri voli con il Covid. Non solo. Stiamo registrando anche prenotazioni da parte di compagnie nate di recente e un incremento di richieste da parte di aziende del cargo, dovute al continuo aumento di voli merci su Malpensa. Sono queste le fonti principali del nostro business (75-80%) che solo in una restante piccola fetta (20-25%) è legato, invece, al mercato leisure, ovvero a quei clienti, prevalentemente americani, che passano dal Double Tree per un puro viaggio di piacere e a quello generato dai professionisti in trasferta”. È per questo che, come sottolinea Ruggeri, la strategia del Double Tree “è quella di puntare sul mindset, ovvero sulla mentalità che vogliamo ci contraddistingua. Vogliamo creare sempre più appeal sul territorio, offrendo un prodotto a portata di mano per aziende che, da noi, vogliono organizzare dei meeting e investire in programmi ancora più interattivi e tecnologici. Per farlo è necessario anche un’ottima formazione dei collaboratori. È anche per questo che da gennaio tutti gli alberghi del Gruppo GDF hanno a disposizione un reparto di recruitment e sviluppo delle risorse. L’obiettivo è quello di identificare i talenti su cui poter progettare un piano di crescita a tappe, che non è solo di posizione remunerativa e di job title, ma soprattutto di competenze che si costruiscono passo dopo passo sul campo”. D’accordo sull’importanza della formazione anche Simona Calabrese, General Manager del Tribe Milano Malpensa, il nuovo hotel, parte del Gruppo Accor, che ha aperto ai primi di febbraio a nemmeno un chilometro dal Terminal 1: “Il nostro team è fatto di giovani talenti ed è in loro che cerchiamo di creare passione. Il Gruppo Accor ha una sua Academy, ma poi la formazione vera e propria la facciamo sul campo. L’arte di accogliere gli ospiti e farli sentire a proprio agio non si studia”. Quella di cui parla Calabrese è un’accoglienza che al Tribe vuole partire sin dall’abbigliamento del proprio team, che si presenta in jeans, sneakers e felpa. “La scelta di una tenuta sportiva casual è studiata per rendere l’hotel ancora più ospitale, in linea con l’intelligenza emotiva che è richiesta ai nostri professionisti. Lo scopo è diventare un punto di riferimento sul territorio come social hub, per i viaggiatori, ma anche per chi si vuole fermare per una pausa pranzo tra la bellezza di libri, quadri e sculture. Sì, perché il Tribe è un insieme di colori, opere d’arte e oggetti iconici di artisti emergenti”, tiene a precisare Simona Calabrese. E se al Double Tree i clienti sono principalmente gli equipaggi delle compagnie aeree, al Tribe Milano Malpensa, a riempire l’agenda in questi primi mesi dall’apertura, “sono in gran parte le prenotazioni di viaggiatori o lavoratori in trasferta nelle aziende del territorio, che devono prendere un volo molto presto la mattina o tardi la sera – aggiunge la Gm Calabrese –. La nostra è una clientela, fatta per il 50% di italiani e per il restante 50% di Nord Europei, che non cerca il lusso ma apprezza il bello. Questo primo periodo è andato molto bene. In tempi veloci ci siamo fatti conoscere nonostante la difficoltà di posizionare sul mercato un hotel ex novo. A dare una spinta sono stati anche gli eventi sportivi sul territorio, come, ad esempio, le recenti gare di qualificazione della boxe per le Olimpiadi estive di Parigi (svolte al palasport E-Work Arena di Busto Arsizio tra il 3 e l’11 marzo, ndr)”. Ma se ai grandi hotel possono giovare degli importanti eventi in calendario per attrarre abbondanti flussi turistici, alle strutture ricettive più piccole, magari a conduzione familiare, in zone periferiche rispetto alle grandi città e distanti da punti strategici come uno scalo aeroportuale, serve qualcosa di più. A raccontarlo è Paolo Crosta, titolare dell’Hotel Locanda Mai Intees di Azzate: “Siamo lontani dai numeri del pre-Covid. Il 2023 non è andato male ma neanche bene. I nostri clienti, prevalentemente stranieri, tra svizzeri, tedeschi, olandesi, seguiti da inglesi e americani, alloggiano da noi soprattutto nei mesi da marzo a ottobre. Si dividono in turisti per un viaggio di piacere e in lavoratori in trasferta, ma entrambe le categorie non spendono più come prima. E le ragioni le conosciamo: prima il Covid, poi la guerra e infine la crisi energetica”. Ma non solo. A giocare a sfavore, “c’è anche la concorrenza dei Laghi Maggiore e di Como, da un lato, e la strategia al ribasso applicata dai grandi alberghi del territorio, dall’altro – tiene a precisare Crosta –. Con solo 12 camere, noi non possiamo abbassare i prezzi come fanno gli hotel con 100, 200 stanze. Anche per questo motivo il 2024 è iniziato malissimo. La gente non spende più come prima, tanto che si può dire essere sparita la fascia media dei consumatori”. E continua: “Ecco perché è necessario investire sui servizi del territorio. Le strutture ricettive possono innovarsi e puntare sulla formazione, ma poi servono iniziative di ampio respiro, che sappiano coinvolgere e creare indotto in tutto il territorio, dalle grandi città ai paesi più piccoli e che soprattutto siano capaci di andare al di là della sagra che si esaurisce in una singola serata. È necessario anche un dialogo sinergico tra gli operatori del settore. Si potrebbero mettere sul tavolo le idee, le problematiche e le necessità per avviare iniziative che possano incrementare l’indotto. Abbassare i prezzi non è la soluzione per attirare turisti nelle strutture perché, se da un alto si diventa competitivi nei confronti di strutture simili, dall’altro si vanno a penalizzare tutta una serie di piccole realtà che in questo modo rischiano di scomparire”.

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