Di Redazione.
Uno sguardo sbagliato, da punire con due coltellate. La nottata di balli frenetici e divertimento al The Cube, discoteca di via Venturi a Cagliari, è finita con un giovane a terra in un lago di sangue, il suo aggressore sparito nel nulla, i lampeggianti di ambulanze e auto dei carabinieri a illuminare la zona quando l'orologio segna le quattro e trenta del mattino. La vittima, Matteo Ghiani, trentenne di Sestu, barman in alcuni locali cagliaritani, non è in pericolo di vita: i fendenti lo hanno colpito alla coscia sinistra e al basso ventre. È ricoverato, in prognosi riservata, nel reparto di Chirurgia d'urgenza dell'ospedale Brotzu. L'accoltellatore è ancora senza nome, ma sarebbe un barbaricino.
Sono settimane frenetiche per discoteche e locali notturni. Le inaugurazioni invernali si susseguono a ritmo spasmodico e gli organizzatori fanno a gara per attirare la folla di giovani. Al The Cube c'è l'esordio dell'associazione BarbagiaRock. Nostalgici dell'anno passato? , recita un messaggio pubblicitario su uno dei più importanti siti Internet dedicato alla vita notturna, Un po' tristi perché è finita l'estate? BarbagiaRock si ripresenta nella Cagliari by night riscoprendo un The Cube tirato a lucido e quell'atmosfera tutta Barbagiarockiana. Mancare sarebbe un delitto! Parola che ha rischiato di diventare tragica realtà per uno dei giovani che ha deciso di non mancare a questa prima .
Matteo Ghiani arriva al The Cube verso le tre. Prima era impegnato in uno dei locali di Cagliari dove lavora come barman. Dopo aver distribuito drink sale su un'auto insieme ad alcuni amici. Direzione Via Venturi, angolo con Viale Marconi. Dentro l'ambiente è caldo. Centinaia di giovani che ballano e bevono. Tra chiacchiere, sudore e alcol a litri la serata, iniziata alle ventitré e trenta, va verso la conclusione.
Matteo Ghiani e gli amici decidono di andare via. Poi succede qualcosa. Prima di uscire nel cortile esterno il giovane di Sestu incrocia lo sguardo di un tizio. È la scintilla di un attimo di follia. I due si scambiano qualche parola, i toni di alzano e parte qualche insulto. Ghiani pensa che sia finito tutto lì. Esce dalla discoteca. Forse non si accorge neanche che alle sue spalle sta arrivando il rivale. Nasce una scazzottata breve. Qualche pugno, un paio di calci. Poi il barman si accascia con un dolore lancinante a una gamba e a un fianco. Sanguina. Capisce di essere stato colpito da due coltellate. Dell'aggressore nessuna traccia: il buio e la calca coprono una fuga facilissima.
Gli amici di Ghiani, che lo precedono, non notano nulla. Quando vedono il giovane a terra con due brutte ferite chiamano carabinieri e 118. I primi ad arrivare sono i militari della stazione di Pirri. La vittima riesce a raccontare quanto accaduto. Pochi gli elementi utili alle indagini dei carabinieri che lo lasciano alle cure dei medici. Adagiato sull'ambulanza viene portato al Brotzu e ricoverato in Chirurgia d'urgenza. Preoccupa il fendente che lo ha colpito al basso ventre. Per questo alle 13 la prognosi era ancora riservata. Fuori dalla stanza dove è ricoverato, all'orario delle visite, i parenti preoccupati. «Non è gravissimo», racconta uno dei familiari, «ma i medici ci hanno detto di pazientare. Servono altri accertamenti. Ora per favore vorremmo essere lasciati tranquilli». In quel momento Matteo Ghiani, sdraiato sul lettino, viene portato in un altro reparto per nuovi esami. È cosciente, ma ancora sotto choc e dolorante.
I carabinieri di Pirri e quelli del Nucleo radiomobile, coordinati dal capitano Paolo Floris e dal tenente Giuseppe Pischedda, sono a caccia dell'accoltellatore. Compito non facile. La vittima non ricorda bene il volto. Unico dettaglio: l'accento tipico barbaricino.
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