Di Redazione.
Il gip del tribunale di Bari, Giulia Romanazzi, ha scarcerato Filippo Pappalardi. Il padre di Ciccio e Tore, arrestato lo scorso 27 novembre, era ai domiciliari dal 12 marzo scorso e torna quindi adesso in libertà. Il gip ha accolto, infatti, l'istanza presentata direttamente dalla Procura della Repubblica di Bari, che aveva chiesto l'immediata scarcerazione di Filippo Pappalardi. Nel provvedimento del gip si legge: Rilevato che la richiesta trova fondamento negli esiti degli accertamenti tecnici effettuati dal servizio di polizia scientifica, e nelle conclusioni dei consulenti della pubblica accusa. Considerato che gli accertamenti della polizia di Stato e i rilievi tecnici di natura biologica sui reperti rinvenuti sul luogo del ritrovamento delle salme non hanno consentito di acclarare la presenza dell'indagato sul luogo dove i fanciulli hanno trovato la morte.Quanto alle conclusioni rassegnate nell'elaborato dei consulenti del pm - si legge ancora nelle motivazioni - che le lesioni riscontrate su entrambe le salme sarebbero indicative di un grande traumatismo rappresentato da una precipitazione con assenza di qualsivoglia altra lesività non connessa con le dinamiche della precipitazione e con obiettivizzazione autoptica-istologica della vivenza dei fanciulli al momento della precipitazione.
Intanto dalla perizia dei medici legali sono emersi nuovi particolari sulla fine dei due bambini: Tore, una volta precipitato insieme al fratello, trascina Francesco dalla base della caditoia del pozzo fino al luogo all'interno della cisterna nel quale sono state ritrovate le due salme. Le lesioni riportate da Francesco - scrivono i medici legali - erano di entità tale da non consentire la deambulazione. Quelle di Salvatore, invece, la consentivano, sia pure con impaccio, difficoltà e dolore. Secondo quanto accertato Tore, che riuscì a sopravvivere più tempo, trascina Ciccio tirandolo dalla gamba non lesionata, la sinistra. Lo si dedurrebbe da alcune pieghe della camicia indossata dal fratello più grande. E' possibile anche che Salvatore abbia tentato di risalire utilizzando alcuni tufi presenti nella cisterna. Sempre secondo i medici legali Francesco mori nel sonno per shock emorragico dopo tre o quattro ore dalla caduta, Salvatore sopravvisse per ventiquattro ore e morì per una serie di fattori concomitanti: emorragia, freddo, indebolimento dell'organismo per mancanza di alimentazione. Teoricamente, scrivono i medici, non è possibile escludere comunque altre lesioni a carico di organi non più presenti nelle salme, stante lo stato del rinvenimento, che potrebbero aver ridotto i tempi di sopravvivenza.
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