sabato 29 dicembre 2012

IL PROCURATORE GRASSO IN CAMPO CON IL PD (29/12/2012)

Di Maria Rosa Tomasello.

«Io in politica? Mai dire mai» aveva risposto un anno fa a chi gli chiedeva che cosa avrebbe fatto nel 2013, anno in cui avrebbe lasciato la Procura nazionale antimafia. Dopo 43 anni in magistratura trascorsi a dare la caccia ai boss e sette anni alla guida della Dna, Pietro Grasso si candida alle elezioni politiche con il Partito democratico, e per lui – che annuncia dimissioni irrevocabili dalla magistratura – c’è già chi ipotizza un futuro come ministro della Giustizia o come presidente della Commissione parlamentare antimafia. Di Grasso si era favoleggiato in passato come candidato ideale a sindaco di Palermo, e poi come presidente della Regione Sicilia, ma il procuratore aveva sempre glissato, rifiutando i corteggiamenti. Nell’ultima settimana, l’accelerazione dei rapporti con i democratici, iniziati prima della crisi del governo Monti e la decisione di fare il salto che subito alimenta polemiche, spente sul nascere da Grasso: «È una scelta senza ritorno» fanno sapere fonti vicine al procuratore, le dimissioni dall’ordinamento giudiziario dunque sono definitive. Assieme alla richiesta di aspettativa per motivi elettorali, che il plenum del Csm ratificherà dopo l’Epifania, infatti, Grasso ha presentato anche una richiesta di pensionamento anticipato a partire dal 28 febbraio. Avrebbe potuto restare in servizio fino al 2020. Il suo nome sarà inserito nel “listino” a disposizione del segretario Pier Luigi Bersani, una lista di circa 130 nomi in cui dovrebbero rientrare circa ottanta personalità della società civile e una quarantina di capilista a Camera e Senato. La “destinazione” del procuratore sarà resa nota dopo il 6 gennaio, quando con la composizione delle liste si conosceranno i collegi (quasi certo però che si tratti della Lombardia). Oggi la decisione sarà ufficializzata in una conferenza stampa a cui prenderà parte con Bersani, un viatico alle primarie per i parlamentari del Pd che si svolgeranno in tutta Italia domani e dopodomani: un primo summit post-voto si terrà il 3 gennaio. La quarta commissione del Csm, intanto, ha fissato una riunione straordinaria il 7 gennaio, per esaminare la richiesta di Grasso e di altri tre magistrati: Antonio Ingroia e Stefano Amore (fuori ruolo da 10 anni e consigliere al ministero dell’Economia), che hanno già ottenuto il via libera il 19 dicembre, e l’ex pm anti-terrorismo Stefano Dambruoso, responsabile giustizia di Italia Futura, che potrebbe candidarsi con Montezemolo. «Quello di Grasso primo segnale di impegno durissimo del Pd contro le mafie» commenta il vice segretario del Pd Enrico Letta, mentre per il segretario del Pdl Angelino Alfano è solo «la risposta di Bersani alla candidatura di Ingroia». I magistrati che scelgono la politica «non vadano in aspettativa, ma si dimettano» invoca il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, e Pietro Ichino, il senatore Pd schierato con Monti, chiede «un intervallo che separi le due funzioni». Ieri, intanto, uscita elettorale per Anna Finocchiaro a Taranto, dove ha dovuto incassare anche una contestazione per l’appoggio del Pd al decreto Ilva: «Sono una “derogata” e ho insistito per fare le primarie, come Rosy Bindi. Non vogliamo regali» ha detto la presidente dei senatori Pd. A Bari ha parlato anche il governatore della Puglia e leader di Sel Nichi Vendola: «Abbiamo deciso di portare al governo l’agenda Bersani, ma questo non significa che dopo il tempo delle formiche arriverà quello delle cicale» ha detto, sottolineando la «discontinuità con l’agenda Monti» a favore di «equità e giustizia sociale». Novità arrivano a Nord dalla Svp: il governatore uscente dell’Alto Adige Luis Durnwalder ha annunciato l’accordo con il Pd, separandosi dopo 15 anni di collaborazione dal collega trentino Lorenzo Dellai, schierato con Monti.

(Da "La nuova Sardegna")

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