Avellino:
Catanzaro:
Arbitro:Leni di Perugia.
Reti:1'[Autorete] Cavasin 53'Bergossi 58'Tagliaferri 78'Barbadillo.
CAGLIARI-JUVENTUS 1-2
Cagliari:
Juventus:
Arbitro:Bergamo di Livorno.
Reti:42'Piras 54'Boniek 68'Platini.
Espulso:Pileggi (58') per una gomitata a Furino.
Note:50000 spettatori per un incasso di 600.000.000 lire.
Così Gigi Piras in un intervista nel 2017 "Di sicuro quella fu una partita strana per tante ragioni. Qualche giorno dopo la Juve giocò e perse la finale di Coppa dei Campioni contro l'Amburgo. In campo non sapevamo come comportarci. C'era una corrente di pensiero secondo cui il mio gol li avrebbe stuzzicati. E con questa affermazione c'è chi giustifica la reazione veemente della Juve con le reti di Boniek e Platini. Ma a noi non interessava la vittoria:noi volevamo solo un punto. Dopo l'uno a zero lasciammo troppi spazi a giocatori del calibro di Boniek e Platini che ci punirono. Poi l'arbitro mandò via Pileggi per un fallo su Furino che fece una sceneggiata in realtà Danilo l'aveva appena sfiorato. La partita cambiò lì. La Juve non ci mise mai al tappeto anzi a tratti ci subirono oltre al gol un mio tiro finì sul palo (al 71' anche Paolo Rossi colpì un palo per la cronaca). Nello Malizia il nostro portiere nell'azione della rete dell'uno a due di Platini si scontrò con Azzali. E Dino Zoff parò l'impossibile. Insomma non ci girò a favore. Da capitano feci notare con garbo a Bergamo che Pileggi non andava espulso. Farci retrocedere non è stato un complotto ma abbiamo commesso l'errore di arrivare a quella gara con la salvezza da conquistare. Purtroppo siamo retrocessi quando abbiamo pareggiato la gara con il Cesena già in B".
CESENA-ASCOLI 1-1
Cesena:
Ascoli:Allenatore:Mazzone.
Arbitro:Lanese di Messina.
Reti:44'[Autorete] Brini 78'Boldini.
FIORENTINA-SAMPDORIA 3-1
Fiorentina:
Sampdoria:
Arbitro:Lombardo di Marsala.
Reti:18'[Autorete] Ferroni II 19'Miani 22'[Autorete] Ferroni 78'F.Graziani.
Espulso:R.Mancini (83') per proteste.
GENOA-ROMA 1-1
Genoa:
Roma:
Arbitro:D'Elia di Salerno.
Reti:19'Pruzzo 42'Fiorini.
IL RICORDO DELLA PARTITA DI LUIGI FERRAJOLO
L’aereo si posa dolcemente su Ciampino proprio mentre parte la sigla della Domenica Sportiva. Ci fanno scendere alla svelta, ma loro, i campioni, restano a bordo. Troviamo subito il vecchio pullman guidato dal mitico Freddi, ci portano a bordo e lì capiamo che sta succedendo. Migliaia di persone assediano l’aeroporto, ma questo ce lo aspettavamo. Invece su un piccolo televisore portatile, che Ettore e Riccardo ostentano come un prezioso gioiello, riusciamo a sbirciare la scena: il presidente Andreotti sale a fatica ma sorridente la scaletta e viene inghiottito dall’aereo. Un po’ vediamo, un po’ lavoriamo di fantasia, il Presidente stringe la mano a tutti, uno per uno, qualche battuta delle sue, tutto in diretta come se fossimo avanti di trent’anni, Roma festeggia così il suo secondo scudetto. La festa, in verità, è incominciata da un pezzo. Dal sabato mattina in quel ritiro di Santa Margherita, che il Barone adora per gli alberghi un po’ snob e polverosi e soprattutto per le grandi mangiate di pesce. Non è una vigilia di ansie, tantomeno di paura. E’ una vigilia di certezze. Al Genoa basta il pari per salvarsi, alla Roma per trionfare. Non si faranno mai del male e infatti segna subito lui, il bomber, dopo un quarto d’ora. Prima che finisca il tempo, Fiorini pareggia. La ripresa è una sciarpata collettiva sulle tribune, una melina festosa in campo. Il momento più difficile arriva quando D’Elia fischia la fine. Mentre Liedholm viene sballottolato dai suoi senza rispetto, simulando a stento il suo disagio in quel caos poco svedese, per arrivare in campo e poi negli spogliatoi, bisogna passare da un cancello stretto, che la folla abbatte subito col suo incontenibile entusiasmo. Rischiamo un po’ tutti di essere travolti, salviamo la pelle, con noi il vice presidente Guidi, che però non salva il suo ben fornito portafogli. Nella buca infuocata degli spogliatoi lo scudetto si materializza tra gavettoni e scene di ordinaria follia, Persino Ago, uno che misura parole e gesti come il respiro, si abbandona felice. La Roma è campione d’Italia. Non è uno scudetto qualsiasi, arriva due anni dopo il gol annullato a Turone e le solite beffe arbitrali. Dopo la polemica sui centimetri che Viola alimenta con veleno e la Juve irride con l’arroganza dei forti. Boniperti domina anche il mercato, ha appena soffiato Boniek al rivale, sfruttando la presenza della Fiat in Polonia. E poi ci ha aggiunto un francesino di nome Platini. E’, dunque, uno scudetto speciale perché spezza un lungo dominio, finalmente ribalta i rapporti di forze. Due sono i grandi architetti di questo scudetto romanista. Il primo è, appunto, Dino Viola che sfida la Juve con risorse modeste, ma con una determinazione feroce. Con intelligenza e mosse geniali, con la furbizia di chi deve vincere sapendo che parte con l’handicap. L’altro è Nils Liedholm, il più grande tecnico che abbia mai avuto la Roma. E’ avanti di decenni il grande Nils, costruisce con qualche campione, molti giocatori di buona qualità e qualche comparsa, una squadra perfetta, equilibrata, elegante. Gioca a zona, mentre gli altri marcano ancora a uomo, col terzinaccio sull’ala. Si inventa un libero come Agostino, che in realtà diventa il regista arretrato, il play maker da cui parte l’azione. E si inventa anche Vierchowod accanto ad Ago, perché solo il russo con quei recuperi pridigiosi può consentire una soluzione del genere. Il centrocampo è uno spreco di fosforo, da Falcao, fuoriclasse infinito, al giovane e tosto Carletto Ancelotti, per finire con quel ricucitore prezioso ed elegante di Prohaska. Davanti Brunetto inventa calcio sulla fascia e scarica per il Bomber, che alla fine chiuderà con dodici reti. I due terzini giocano come se fossero ali, Nela è un portento della natura e si adatta a destra, perché dall’altra parte c’è Maldera, un fluidificante delizioso. La Roma non ha forse i campioni della Juve, ma è una squadra moderna, che anticipa i tempi, che ti sbatte in faccia il calcio del futuro. Viola e Liedholm ne sono gli straordinari inventori. Ecco perché la gente sta impazzendo. Quando Freddi riesce faticosamente a pilotare quel pullman colmo di adrenalina e di gioia sull’Appia, nessuno crede ai propri occhi. La strada è sparita, solo un mare di gente. Le ragazze mandano baci generosi, i pischelli si arrampicano sul bus. Pensi: va bene, prima o poi finirà. E invece niente, così sino alla fine. Ci vogliono tre ore piene per arrivare all’hotel Villa Pamphili, dove mogli e fidanzate eccitate aspettano i loro eroi. Si procede a passo d’uomo per chilometri e chilometri, tra il generale stupore. Bruno Conti piange di gioia come un bambino, è il più emotivo del gruppo. Ha appena vinto un mondiale, ma l’ha già dimenticato. Ago è finalmente felice come gli capita raramente, tutti si spiattellano sui vetri per salutare la gente, per ricambiare l’abbraccio. Arriviamo a Villa Pamphili verso mezzanotte, stremati, appena in tempo per correre al telefono e dettare i pezzi, perché i cellulari non li hanno ancora inventati. La città è completamente paralizzata da cortei e caroselli, dai tuffi nelle fontane, Roma si scollaccia senza ritegno sino a notte fonda. Manca solo Dino Viola. Finita la partita, se n’è andato dritto nella sua casa di Aulla, rinunciando alle luci e agli evviva. Con la signora Flora si gode il trionfo in silenzio, lontano dai clamori. Che classe, anche lui.
"Quello che ricordo meglio sono l'invasione di campo, con Genova che era praticamente tutta giallorossa, e i festeggiamenti negli spogliatoi. E poi, all'arrivo a Fiumicino, l'intero popolo giallorosso che ci ha accompagnato verso la festa. Sono stati anni fantastici, nei quali abbiamo vinto una coppa italia, abbiamo sfiorato uno scudetto e, nel 1983, è arrivato il trionfo. Un'esperienza unica anche per me che ho giocato poco. Alla Roma di oggi auguro di fare chiarezza, visto che c'è un pò di confusione. E sopratutto che i giocatori riescano a dimostrare il loro reale valore".
ALBERTO FACCINI
"Ho solo ricordi bellissimi di quella giornata, e di tutta l'annata. Un'emozione fantastica vincere quello scudetto dopo tanti anni. Alla Roma di oggi auguro di poter proseguire con questo progetto. Hanno intrapreso la strada giusta, ma per i risultati ci vuole tempo".
MAURIZIO IORIO
"E' riduttivo parlare solo di quella giornata, perchè è stata un'annata esaltante. Un ciclo iniziato con l'arrivo di Liedholm in panchina con Viola presidente. Le emozioni furono stupende, anche perchè la Roma non era abituata a vincere come la Juventus e le milanesi. I tifosi ci hanno seguito sempre, dal ritiro di Riscone fino alla sfida decisiva di Genova. Resterà un ricordo indelebile per me. Auguro a questa Roma di poter rivivere presto le gioie che abbiamo vissuto noi. Potenzialmente la squadra è già competitiva per essere tra le prime tre, ma deve ancora tornare protagonista. A livello societario molto passa dalla costruzione dello stadio".
CLAUDIO VALIGI
INTER-UDINESE 1-1
Inter:
Udinese:
Arbitro:Pieri di Genova.
Reti:3'Gerolin 53'Juary.
TORINO-PISA 0-2
Torino:
Pisa:
Arbitro:Agnolin di Bassano Del Grappa.
Reti:59'Todesco 69'Sorbi.
VERONA-NAPOLI 0-0
Verona:
Napoli:
Arbitro:Lo Bello di Siracusa.
CLASSIFICA:Roma (CAMPIONE D'ITALIA) 41 Juventus 37 Inter 36 Verona 34 Fiorentina 33 Udinese 31 Sampdoria 30 Torino 30 Avellino 27 Genoa 27 Cagliari 26 Napoli 26 Pisa 26 Ascoli 25 Cesena (RETROCESSO IN SERIE B) 22 Catanzaro (RETROCESSO IN SERIE B) 13.
CLASSIFICA MARCATORI:
CLAUDIO VALIGI
INTER-UDINESE 1-1
Inter:
Udinese:
Arbitro:Pieri di Genova.
Reti:3'Gerolin 53'Juary.
TORINO-PISA 0-2
Torino:
Pisa:
Arbitro:Agnolin di Bassano Del Grappa.
Reti:59'Todesco 69'Sorbi.
VERONA-NAPOLI 0-0
Verona:
Napoli:
Arbitro:Lo Bello di Siracusa.
CLASSIFICA:Roma (CAMPIONE D'ITALIA) 41 Juventus 37 Inter 36 Verona 34 Fiorentina 33 Udinese 31 Sampdoria 30 Torino 30 Avellino 27 Genoa 27 Cagliari 26 Napoli 26 Pisa 26 Ascoli 25 Cesena (RETROCESSO IN SERIE B) 22 Catanzaro (RETROCESSO IN SERIE B) 13.
CLASSIFICA MARCATORI:
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