Di Giampaolo Carboni.
Quei colpi sui pedali decisi,un ritmo impressionante che Cristopher Froome imprime anche di fronte a sua maestà Mont Ventoux,con le accelerazioni del britannico anche sul colosso della Provenza,un centinaio di pedalate al minuto per più minuti che son state rese maggiormente letali dal logorìo ai fianchi degli avversari fatto dal ritrovato luogotenente Richie Porte. Contador avanza velleità, ha classe, lo ha dimostrato sorprendendo la maglia gialla in pianura, ma in salita deve pagare dazio. Prova a tenere, va fuori giri ed è costretto a salire del proprio passo. Mollema (che comunque si tiene con un bel finale il secondo posto) e ten Dam, aspiranti olandesi da podio, si sono già arresi sul forcing di Porte. L'ultimo che Froome si toglie di torno è l'enigmatico Nairo Quintana: faccia senza età, neanche una smorfia, anche nel momento (mancano circa 1300 metri al traguardo) in cui deve inchinarsi alla maglia gialla.Un successo che sa tanto di preludio alla sfilata trionfale di Parigi, che fa quasi dimenticare il fatto che ci sono ancora le Alpi da scalare. Perchè il Ventoux è il Ventoux, rappresenta più di altre montagne il senso della sfida impossibile. La pendenza costante, l'assenza di tornanti che diano il senso della soluzione di continuità, la vegetazione che si assottiglia lasciando spazio ad un paesaggio lunare, spettrale. Tutti, doverosamente, ricordano il dramma di Simpson, che si accasciò distrutto da caldo, fatica e sostanze proibite per non riprendersi più. Ma il senso dell'ossessione, del gigante che terrorizza l'uomo, lo rende soprattutto la vicenda di Ferdi Kubler. Grande campione svizzero, forte in pista, nelle classiche, trionfatore al Tour del 1950, fu svuotato nell'anima dal Ventoux. Cadute, soste e risalite, nervi scossi al punto tale da percorrere un tratto di strada in senso contrario, l'affanno nel trovare risorse delle quali il 'monte calvo' si era già impadronito, fino alla bandiera bianca. Non solo basta con il Tour, ma addirittura basta al ciclismo.
Tanti vincitori di gran blasone (Gaul il primo a crono, Poulidor il primo dopo una tappa in linea), forse con l'eccezione di Garate. Lo spagnolo, bravo ma pur sempre corridore medio, approfittò nel 2009 di un controllo tattico esasperato tra Contador e Schleck, e battè un gruppo di attaccanti. Anche stavolta un drappello prova la sorte: tra gli altri c'è Sagan - a cui interessano comunque solo i punti intermedi per la verde), francesi avvezzi a imprese come Chavanel e Fedrigo, che ci sperano tanto nel giorno della Bastiglia. Dietro non lasciano spazio: soprattutto la Movistar tira a fondo, tanto da arrivare ai piedi della salita con medie elevatissime.Preludio allo scatto del colombiano Quintana,uno dei tanti scalatori interessanti che questa nazione sforna in maniera quasi costante. Una azione importante alla quale Froome non replica subito. Ci pensa Porte a fare un paio di km a ritmi proibitivi. Contador resta attaccato alla maglia gialla, orgoglio pagato caro. Una, due, tre accelerazioni pazzesche: per il pistolero, ma anche per gli altri, non c'è nulla da fare. "E' stato incredibile oggi, incredibile. Questa è la vittoria più bella della mia carriera". commenta emozionato il britannico. "Non l'avrei mai immaginata una cosa del genere, questa salita è storica. Significa così tanto per questa corsa, soprattutto essendo la centesima edizione. Davvero non posso crederci".
Froome riconosce quindi a Quintata il ruolo di avversario più duro di giornata: "Pensavo di lasciargli la tappa. - spiega il britannico - Quintana è molto forte e non mi aspettavo potesse essere così difficile raggiungerlo. E quando l'ho fatto, ho pensato che avrebbe potuto anche vincere". Tra i due uno scambio di vedute in corsa prima che la legge del più forte facesse la sua naturale selezione nell'ascesa: "L'ho motivato, gli ho detto di continuare a pedalare e lui l'ha fatto, collaborando per un po'. Negli ultimi chilometri ha però perso un po' di energie e forze ed io stavo meglio e così non è riuscito a starmi dietro" ha detto la maglia gialla.Sempre più gialla.
ORDINE D'ARRIVO
1 - Chris Froome (GBR-Sky)
2 - Nairo Quintana (COL-Movistar) a 29''
3 - Mikel Nieve (ESP-Euskaltel) a 1'23''
4 - Joaquin Rodriguez (ESP-Katusha) a 1'23''
5 - Roman Kreuziger (CZE-Saxo) a 1'40''
6 - Alberto Contador (ESP-Saxo) a 1'40''
7 - Jakob Fugslang (DEN-Astana) a 1'43''
8 - Bauke Mollema (NED-Belkin) a 1'46''
9 - Laurens Ten Dam (NED-Belkin) a 1'53''
10 - Jean Christophe Peraud (FRA-Ag24) a 2'08''
CLASSIFICA GENERALE
1 - Chris Froome (GBR-Sky)
2 - Bauke Mollema (NED-Belkin) a 4'14''
3 - Alberto Contador (ESP-Saxo) a 4'25''
4 - Roman Kreuziger (CZE-Saxo) a 4'28''
5 - Laurens Ten Dam (NED-Belkin) a 4'54''
6 - Nairo Quintana (COL-Movistar) a 5'47''
7 - Jakob Fugslang (DEN-Astana) a 6'22''
8 - Joaquin Rodriguez (ESP-Katusha) a 7'11''
9 - Jean Christophe Peraud (FRA-Ag2r) a 7'47''
10 - Daniel Martin (IRL-Garmin) a 8'28''
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