E' morto quest'oggi all'età di ottantotto anni Jack Brabham (NELLA FOTO), uno dei piùgrandi personaggi del mondo della Formula Uno. "Questo è un giorno molto triste per tutti noi. Mio padre è morto serenamente a casa questa mattina all'età di ottantotto anni", ha comunicato uno dei suoi tre figli, David. "Ha avuto una vita incredibile, realizzando più sogni di chiunque" ha poi aggiunto.
Nato a Hurtsville il 2 aprile del 1926 è stato cofondatore della Brabham Racing Organisation, scuderia con la quale ha vinto il mondiale del 1966, risultando ad oggi l'unico pilota ad avere vinto il titolo mondiale guidando una vettura con il proprio nome. Inizialmente l'australiano aveva intrapreso studi di ingegneria e, durante la seconda guerra mondiale, gli venne assegnato il ruolo di meccanico alla Royal Australian Air Force. Nel 1948 cominciò poi la sua carriera di pilota, prima a livello locale, poi a livello internazionale. In Formula 1, oltre che con la sua scuderia, corse anche per la Cooper ed ottenne in totale quattordici vittorie e trentuno podi. Brabham è padre di tre figli, Geoff, Gary e David, che sono stati tutti piloti automobilistici. Gary e David hanno partecipato senza grande successo alla Formula 1, Geoff ha vinto la serie Can-Am nel 1981 e la 24 ore di Le Mans del 1993, competizione vinta anche da David nel 2009. Jack Brabham era anche nonno di un altro aspirante pilota: Matthew, figlio di Geoff, che ha debuttato nei kart a meno di otto anni.Nipote di un immigrato londinese giunto in Australia nel 1885, Jack Brabham nacque in un sobborgo nella periferia di Sydney. Fin dalla giovane età si interessò alle auto da corsa e alla meccanica, tanto che a dodici anni imparò a guidare. Una volta adolescente si iscrisse all'istituto tecnico di Kogarah, dove intraprese studi che gli permisero di avere competenze in metallurgia, lavorazione del legno e disegno tecnico. A quindici anni, poi abbandonò la scuola, trovando un impiego come meccanico in un'officina, ma contemporaneamente studiò ingegneria in un corso di scuola serale. In seguito aprì una propria attività di rivendita di moto. Un mese dopo il suo diciottesimo compleanno si arruolò nella Royal Australian Air Force, ma sebbene sperasse di diventare pilota di aerei, gli venne assegnato il ruolo di meccanico, in quanto vi era penuria di personale. Lavorò quindi alla base di Williamtown per i successivi due anni, in cui riuscì a guadagnarsi il grado di pilota. Nel 1946 lasciò infatti l'aeronautica e aprì una propria attività con sede a Sydney, in un appezzamento del proprio nonno, dedicandosi alla riparazione di automobili.
Nel 1946, terminato il conflitto mondiale, si recò con Johnny Schonberg, un amico americano, a vedere una corsa in notturna per vettura midget, nella speranza di riuscire pure a trovare materiale utile per la sua officina. Nonostante l'australiano fosse rimasto favorevolmente colpito dalla gara disse di non volere intraprendere una carriera nel mondo delle corse. Schonberg, che era invece un pilota, chiese a Brabham di costruirgli una midget con cui prendere parte alle gare nazionali. L'australiano accettò, mettendogli a disposizione e lo statunitense riportò nei due anni successivi diversi successi finché la moglie non gli chiese di ritirarsi dalle competizioni. Brabham, allora, decise di sostituirlo e fece il suo esordio sul tracciato di Paramatta Park Speedway, ottenendo la sua prima affermazione alla terza gara. Con la sua vettura vinse il campionato nazionale del 1948 e, nello stesso anno, si impose pure nel campionato del Nuovo Galles del Sud, in cui conobbe Ron Tauranac, divenuto poi suo grande amico e futuro socio in affari. Nel 1949 conseguì la vittoria dei campionati australiano (in cui si affermò anche nel 1950 nel 1951) e sud africano di stock car. Dopo aver riportato ottimi risultati nelle corse con vetture midget, Brabham passò alle gare in salita, facendo registrare subito il record della pista di Hawkesbury. Venne però squalificato dagli organizzatori per l'assenza dei freni su tutte e quattro le ruote. Nel 1951 prese parte alla gara di Rob Roy, inclusa nel campionato australiano di montagna, ottenendo la vittoria tra il disappunto degli organizzatori. Decise quindi di debuttare anche nelle monoposto nel 1953, acquistando una Cooper-Bristol modificata. Conscio del fatto che per poter continuare la carriera aveva bisogno di un appoggio finanziario riuscì, grazie all'aiuto del padre, a concludere un contratto di sponsorizzazione con la Redex, una compagnia petrolifera. L'azienda gli chiese, però, di dipingere il proprio logo sulle fiancate della vettura, ma la Confederation of Australian Motor Sport lo fece eliminare. Brabham conquistò comunque diversi successi in Australia e Nuova Zelanda, riuscendo a vincere il campionato su strada in Queensland. In questo periodo si guadagnò anche il soprannome di Black Jack, che lo avrebbe accompagnato per tutta la carriera, per via del colore dei capelli e della sua propensione caratteriale a mantenere un minaccioso silenzio. Nel 1954 prese poi parte a una gara di Formula Libre in Nuova Zelanda, attirando l'attenzione di John Cooper e, l'anno dopo, Dean Delamont, personaggio di punta del Royal Automobile Club, che lo convinse a trasferirsi in Gran Bretagna per correre in gare europee.
Arrivato in Europa nei primi mesi del 1955 con l'intenzione di rimanervi non più di un anno, Brabham cercò senza successo un ingaggio dalle scuderie italiane e tedesche. Così si recò a Londra, dove acquistò una Cooper. Cercò poi di costruire una partnership con la casa inglese, ma i fratelli Cooper non acconsentirono, limitandosi a consegnargli le chiavi del camion per trasportare le vetture sui tracciati, dando solo la parvenza di una collaborazione. Brabham cominciò poi ad assemblare una monoposto per poter correre in Formula 1 e, grazie al supporto della Cooper, riuscì a debuttare al Gran Premio di Gran Bretagna 1955, qualificandosi all'ultimo posto. In gara venne costretto al ritiro al trentunesimo passaggio per la rottura del motore. Nonostante ciò Cooper continuò a garantirgli il suo sostegno, permettendogli di partecipare ad alcune gare extra-campionato e a diversi eventi di Formula 2 e Formula Libre, in cui ottenne anche una vittoria al Gran Premio d'Australia, al seguito del quale decise di vendere la propria monoposto per poter trasferire la famiglia in Regno Unito. L'anno seguente Brabham tentò nuovamente la partecipazione al Gran Premio di Gran Bretagna a bordo di una Maserati 250F privata. Qualificatosi nuovamente all'ultimo posto, in gara fu costretto al ritiro dopo quattro giri per problemi al motore. Riuscì comunque ad ottenere ottimi risultati in Formula 2 e nelle gare con vetture sport, tanto da guadagnarsi gli elogi da parte di alcuni addetti ai lavori, tra cui Gregor Grant, redattore di Autosport.
Nel 1957 la Cooper gli affidò la nuova T43, una monoposto con motore posteriore. Al Gran Premio di Monaco, sua prima gara stagionale, riuscì a portarsi fino al terzo posto, ma la rottura della pompa di iniezione lo costrinse a spingere la sua vettura fino al traguardo, classificandosi sesto. Anche nelle restanti gare non riuscì a cogliere risultati migliori: il più delle volte l'australiano si ritrovò a partire dal fondo dello schieramento e a concludere ai margini della zona punti con due settimi posti in Francia e a Pescara. Il 1958 vide Brabham ottenere diverse vittorie che gli permisero di imporsi nel campionato inglese di Formula 2. Contemporaneamente siglò un contratto con la Aston Martin, con cui collaborò allo sviluppo del programma per vetture sport, imponendosi alla 1000 km del Nürburgring in coppia con Stirling Moss. In Formula 1, invece, dopo aver saltato la prima gara in Argentina, esordì a Monaco, realizzando il terzo tempo in prova, fino ad allora sua miglior prestazione. Nonostante una gara molto dura l'australiano terminò quarto, cogliendo i suoi primi punti iridati. Il resto della stagione non riservò, però, risultati altrettanto brillanti costringendolo ad occupare posizioni di centro classifica, soprattutto per la mancanza di potenza del motore della sua Cooper T45. L'australiano, comunque, ambiva ancora a diventare pilota di aerei. Prese quindi lezioni di pilotaggio, conseguendo infine la licenza di volo, e acquistò un aereo che utilizzava per effettuare gli spostamenti in Europa per i vari appuntamenti mondiali.
Nel 1959 Jack Brabham non è certo il favorito per il titolo mondiale, anzi si pensa finalmente ad un trionfo di Stirling Moss. Invece l'australiano stupisce vincendo già la prima gara. Seguono un secondo e un terzo posto, poi ancora una vittoria in Gran Bretagna, specificatamente ad Aintree, circuito sul quale aveva debuttato e che fino ad allora non gli aveva mai dato granché. In Italia poi arriverà un podio che sancirà la conquista del titolo, nonostante il recupero di Tony Brooks. Il 1960, anno del suo secondo titolo, è invece molto più facile. Con una serie di cinque vittorie consecutive Brabham fa via via affievolire le speranze di Bruce McLaren che si ritrova alla fine secondo, staccato di nove punti. Dopo il secondo titolo Brabham cade in un lunghissimo periodo di crisi, che termina solo nel 1966. Il 1961 è un anno avaro di soddisfazioni. Nel 1962 l'australiano fonda un team che porta il suo nome, ma i risultati sono scarsini: con le "sue" macchine "Black Jack" non va oltre un quarto posto. Nel 1963 ci sono lievi miglioramenti, col secondo posto in Messico, e così nella stagione successiva (due terzi posti). Poi nel 1965 fa un passo indietro, e conquista solo un terzo posto. Invece il suo compagno di squadra, l'americano Dan Gurney naviga sempre in posizioni alte, con ben sei risultati utili consecutivi.
Ancora una volta, contrariamente alle previsioni, Jack Brabham vince il titolo. La Ferrari infatti, favorita della stagione, perde Surtees a causa di polemiche, peraltro frequentissime in casa Ferrari: il Drake coi piloti era quello che era. Brabham, anche grazie al cambio dei regolamenti (aumento della cilindrata da 1500 a 3000 cc), vince consecutivamente quattro gare, chiudendo la questione. Nel 1967, invece, il titolo gli viene soffiato dal compagno di squadra Hulme. Brabham rimane molto scottato e allontana il neozelandese dalla scuderia. Nel 1968 "Black Jack" va in crisi e ottiene solo due punti. Il 1969 è leggermente migliore, con un secondo e un terzo posto (Canada e Messico), un quarto e un sesto (rispettivamente Stati Uniti e Olanda). Il 1970 sarà l'ultimo anno di attività di Brabham che si regala una vittoria nel gran premio inaugurale in Sud Africa e conclude quinto nella classifica generale. Lasciò anche il proprio team nelle mani del suo socio, Ron Tauranac.
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