martedì 28 ottobre 2014

CINQUE ANNI DI LEOPOLDA:DISTRUZIONI PER L'USO (28/10/2014)

Di Giampaolo Carboni.


Son passati cinque anni esatti ad oggi da quel 28 ottobre 2010 in cui un giovanotto già sindaco di Firenze e già pieno di sé organizzò la sua prima (allora pure Big Bang dal modello cosmologico riguardante lo sviluppo e l'espansione dell'universo predominante) Leopolda quando ancora il compagno di merende Silvio Berlusconi governava il nostro paese (almeno lui da eletto dato che spesso si trascura). La Leopolda nasce già mesi prima e diventò pubblica quando Renzi (NELLA FOTO IN ALTO ALL'EPOCA DELLA PRIMA LEOPOLDA),nell'agosto di quello stesso anno,annunciava in una intervista che soltanto con la rottamazione della vecchia classe dirigente il Partito Democratico avrebbe potuto vincere le elezioni:un modo come un'altro per proporsi,per dire io ci sono e dopo di me il diluvio. Dal 2010 ad oggi i renziani si son espansi e son cresciuti a dismisura tanto da non starci più all'interno del consueto carro dei vincitori su cui salgono sempre (e spesso) gran parte dei miei connazionali. Ma il Partito Democratico come è cambiato? Si parla spesso di Partito Della Nazione per definire l'idea in divenire di Pd nei prossimi tempi,un'idea simile a quella che originò (guarda caso corsi e ricorsi storici con il pregiudicato di Arcore) Forza Italia nel 1994. E l'apparente indebolimento di Berlusconi (apparente perché da quando governa compare Matteo lui ha comunque voce in capitolo) è stata l'ultima forza dirompente di un partito certamente uscito vincente e vincitore in tutte le elezioni recenti ma anche salito al potere con lo stesso Renzi in un modo totalmente illegittimo scrivendo una pagina nera della nostra democrazia. I problemi interni non son stati mica risolti e non si possono nascondere dietro la parola dialettica,per quanto sia legittima e sacrosanta la discussione all'interno di un gruppo. Il Partito Democratico si evolverà gioco forza,scissione o non scissione qualcuno evaderà dallo stesso stanco degli slogan e del giro delle sette chiese televisive del suo Premier,il cui governo,dati macroeconomici alla mano,si sta rivelando clamorosamente meno efficace di quello che lo ha preceduto. Il premier,appena due giorni fa,ha attaccato la Cgil scesa in piazza il giorno prima e l'ala sinistra del partito tacciandola per vecchia con un forte monito e rimprovero "Il posto fisso non esiste più":il problema è che non solo non esiste più il posto fisso in Italia,ma non esiste proprio il posto,se è vero come è vero,che sei mesi di esecutivo hanno portato allo 0,4 % di disoccupazione in meno,con un comunque crescente boom di quella giovanile. Distruzioni per l'uso le mie sperando che uscirne distrutto sia solo un partito e non il paese.

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