Di Ivan Paone.
Siamo al dunque. Entro il 15 giugno la Sogin, la società incaricata di individuare i siti per ospitare il deposito unico per le scorie nucleari italiane, consegnerà al Governo “la carta delle aree potenzialmente idonee”. È una notizia-bomba, potenzialmente pericolosa per la Sardegna, la regione italiana più esposta al rischio di dover ospitare il sito per lo stoccaggio. La nostra Isola, infatti, non è a rischio sismico, è scarsamente popolata (la Sardegna, con un milione e seicentomila abitanti sparsi in ventiquattro mila chilometri quadrati, densità di 69 abitanti per km quadrato, è al terzultimo posto in Italia, davanti solo a Valle d'Aosta e Basilicata), ha numerose aree industriali dismesse (cattedrali nel deserto che hanno prodotto solo inquinamento e disoccupazione) e soprattutto non conta nulla politicamente. La Giunta regionale ha fatto finta di insorgere ma a Renzi, nuovo padre-padrone della politica italiana, non ha prodotto neanche il solletico; i deputati e i senatori sardi hanno elaborato l'ennesima mozione per riportare all'attenzione dell'esecutivo la “Vertenza Sardegna”, che rimarrà ancora una volta un semplice atto parlamentare privo di effetti pratici. In prima linea restano solo il comitato Nonucle-Noscorie (che ha promosso una manifestazione per domenica 7 giugno) e il popolo sardo, ammesso che abbia voglia, per una volta, di unirsi e lottare per difendere la specialità della Sardegna. Specialità che consisterebbe in: agricoltura, agroindustria, turismo, natura, ambiente, bellezze, patrimonio archeologico. Tutte cose incompatibili con il deposito unico di scorie nucleari. E con le servitù militari, i poligoni, i giochi di guerra. Compresa Starex (Sardinia Tactical Air Range Exercise), un'esercitazione militare interforze che si svolgerà dal 9 al 12 giugno, «coinvolgendo diversi poligoni sardi e l'aeroporto militare di Decimomannu, a opera prevalentemente di forze armate italiane e tedesche», come ricorda il Fronte Unidu Indipendentista, che ha strappato all'oblio l'ennesimo attacco ai beni più importanti dell'Isola. Parafrasando Cicerone (Catilinaria 1): Quousque tandem abutere, Renzi, patientia nostra?
(Da "L'Unione Sarda")
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