Di Luca Urgu.
Notte di fuoco a Desulo con tre attentati incendiari che sembrano avere una matrice politica. Non a caso il sindaco Gigi Littarru ha subito parlato di un mandante e di una regia più o meno occulta che mira a screditare la sua amministrazione e premiata dagli elettori che lo hanno riconfermato alla guida del Comune nelle elezioni di domenica scorsa. Ad agire è stata forse un'unica mano che ha preso di mira nell'arco di un'ora e mezzo (dall'una alle due e mezza del mattino) tre auto di altrettante donne del paese. Tre trentenni che con entusiasmo, nell'ultima consultazione elettorale, hanno sostenuto la lista del primo cittadino, che ha ottenuto un altissimo numero di voti rispetto agli sfidanti.
TRE ROGHI Gli incendi, di chiara origine dolosa (sono state trovate tracce di diavolina), sono stati appiccati alla Ford Focus di Monia Floris, poi alla Fiat Punto della fioraia Francesca Floris e infine alla Lancia Y di Francesca Fancello. Nel primo caso, il pronto intervento dei proprietari e dei carabinieri, che hanno preceduto l'arrivo dei vigili del fuoco da Sorgono, è servito per evitare che le fiamme, partite da un innesco nei pneumatici, si propagassero all'intero veicolo. È andata decisamente peggio per le altre due utilitarie: sia la Lancia Y di Francesca Fancello, parcheggiata vicino alla sua abitazione nel rione di San Sebastiano, che la Punto di Francesca Floris, in sosta in via Cagliari, la strada principale del paese, sono state completamente avvolte dal fuoco. Un episodio bruttissimo, che aumenta il disagio in paese e allo stesso tempo alimenta un fastidioso clima di sospetto e insicurezza. E, se la temperatura a Desulo prima delle elezioni era calda, dopo il voto è diventata bollente. Non sono bastate le minacce di morte al sindaco Gigi Littarru e le offese a un suo consigliere alla vigilia delle consultazioni per il rinnovo del Consiglio comunale, ora sono arrivati puntuali anche gli attentati in serie. Il timore evidente è che ci possa essere un'escalation di violenza difficile da arginare.
IL SINDACO Ieri mattina Gigi Littarru aveva ancora gli occhi gonfi per la notte insonne trascorsa a rincorrere nei dedali del paese gli spettri del nuovo sgarro. È fermo e risoluto nell'andare avanti per la sua strada, ma non nasconde la rabbia per gli attentati che hanno minato la tranquillità di tre persone a lui molto vicine. «Dietro questi vili atti c'è una precisa regia. Un mandante che ha programmato tutto», dice il sindaco, «posso solo constatare con grande amarezza che sono state colpite donne indifese, di una bontà unica. Guarda caso tutte vicine a me e al mio impegno politico. Chi le ha individuate come bersaglio voleva naturalmente colpire il sottoscritto. Questo vile attentato è un chiaro segnale nei miei confronti. Qualcuno non ha digerito la nostra vittoria. Occorre lavorare per il dialogo e un sereno confronto, solo così si può sgretolare questo brutto clima». Infine un auspicio: «Mi auguro che gli inquirenti riescano ad assicurare alla giustizia chi sta rovinando un paese. Abbiamo bisogno di ritrovare serenità e per questo occorre il buon senso di tutti».
LA MINORANZA Angelica Gioi, uscita sconfitta dalla sfida alle urne, non ha preso bene le parole di Littarru. Secondo lei, la denuncia del primo cittadino («attentati frutto di una regia politica») sarebbe un attacco nei confronti del suo gruppo. «È un gesto bruttissimo che condanniamo, ma è anche ora di smetterla con le strumentalizzazioni. Chi ha agito lo ha fatto a titolo personale, non certo su nostro mandato. Una delle vittime dell'attentato, Monia Floris, è anche una mia cugina. Siamo legate da un ottimo rapporto e appena ho saputo quello che era accaduto sono andata a manifestarle tutta la mia solidarietà». Immediata la contro replica di Littarru. «Io non ho mai parlato delle persone della lista, ma di qualche burattinaio che l'ha sostenuta che da tre anni cerca di farsi largo con metodi ben poco democratici e con gli insulti».
INDAGINI Sul raid incendiario della notte scorsa stanno indagando i carabinieri del paese e della Compagnia di Tonara. Ieri pomeriggio i militari hanno sentito a lungo le tre donne prese di mira alla ricerca di elementi preziosi per risalire agli autori degli attentati.
(Da "L'Unione Sarda")
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