E' stato uno dei primi "cuore matto" dello sport italiano, aveva una malformazione congenita di cui i medici si accorsero quando il ragazzo aveva ventitré anni ed una carriera calcistica ancora da sviluppare (e che sviluppò giocando sino all'età di trentaquattro anni). Il ragazzo era Flavio Emoli (NELLA FOTO IN ALTO), centrocampista "tozzo", faccia d'altri tempi, un po' Lino Ventura, il lucchetto umano che proteggeva gli show di Charles e Sivori. Emoli è morto quest'oggi a Genova all'età di ottantuno anni. Era nato a Torino il 23 agosto 1934. Di famiglia marchigiana emigrata a Torino, cominciò la sua carriera al Genoa, con cui esordì in massima serie il 10 ottobre 1954 nella sconfitta esterna per 3-0 contro l'Udinese. Andò alla Juventus, con cui vinse tre scudetti e due Coppa Italia, diventandone capitano nella stagione 1962-1963. Passò successivamente al Napoli, nell'affare che portò alla società partenopea altri due calciatori provenienti dai bianconeri torinesi: Humberto Jorge Rosa e Bruno Garzena. Degli azzurri divenne capitano nella stagione 1963-1964 per rimanere fino alla stagione 1966-1967, nella quale la squadra arrivò quarta in campionato. Durante il periodo della militanza nella Juventus, disputò due partite con la Nazionale maggiore (sconfitta per 3-2 contro l'Austria il 23 marzo 1958 a Vienna e pareggio per 1-1 a Firenze contro l'Ungheria), due con la rappresentativa B ed una con la Nazionale Giovanile.
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